Autorevoli film di famiglia

16 Luglio 2011

Sara Filippelli, Lucia Cardone

Molto spesso le persone sono restie a consegnare nelle mani di perfetti sconosciuti le loro pellicole di ricordi. Il progetto “Film di famiglia in Sardegna”, promosso dalle due Università sarde e dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico, garantisce la massima cura e tutela alle vostre pellicole, grazie al coinvolgimento di professionalità competenti, che operano in questo campo di ricerca in tutta Italia da più di dieci anni, come Home Movies, l’unica realtà riconosciuta come Archivio nazionale del film di famiglia, che restaura e conserva esclusivamente questo tipo di materiale. Tutti gli operatori impegnati nella raccolta e catalogazione delle pellicole hanno potuto acquisire specifiche abilità attraverso un primo workshop preparatorio, tenuto dagli esperti di Home Movies negli scorsi mesi, che ha consentito di formare, nel nostro territorio, delle figure adeguatamente preparate e competenti. Le cure e le attenzioni dedicate dal nostro personale specializzato alle pellicole ricevute sono un aspetto importante del progetto. La nostra trasparenza e professionalità fa sì che ogni fase del progetto possa essere seguita e monitorata da chiunque abbia partecipato.
Non riteniamo di avere il monopolio esclusivo su questo tipo di materiale, anzi auspichiamo che, alle nostre numerose collaborazioni già attive sul territorio, se ne aggiungano delle altre, e ci auguriamo che, mettendo a disposizione le nostre competenze, le nostre ricerche e i nostri studi, riusciremo nel miglior modo possibile nel nostro obiettivo: preservare una memoria che è la memoria di tutte e tutti. Raccontare la storia di un paese, di una comunità e delle famiglie che la abitano, delle tradizioni che cambiano, si rinnovano oppure si tramandano da generazioni.
Studiare i percorsi della nostra società, delle donne e degli uomini che hanno fatto la Storia nel Novecento in Sardegna, coglierli nell’aspetto più vivo e privato, inedito, per far rivivere una memoria collettiva attraverso lo sguardo personale e intimo di occhi che hanno visto e filmato con le loro piccole cineprese e che mai avrebbero pensato di poter essere testimoni così importanti del nostro tempo. Le immagini vivide scorrono sullo schermo bianco come farfalle inebrianti, brusio in sala, c’è chi riconosce un luogo, chi una persona, chi attraverso le storie di altri ripercorre la propria vita in cerca di ricordi che sembravano perduti. Euforia e commozione passano da queste vecchie pellicole sarde ai volti di chi le guarda, dopo tanti anni o per la prima volta. Vecchie storie che prendono forma attraverso le immagini girate non dal cinema istituzionale, non dalla televisione, ma da persone comuni. Appassionate e appassionati testimoni che filmando luoghi, persone e tempi ormai passati ci restituiscono un importante patrimonio visivo che riguarda tutte e tutti.
Il progetto di raccolta, restauro e valorizzazione delle pellicole familiari in Sardegna (Film di famiglia in Sardegna, La storia siete voi!) , promosso da l’Università degli Studi di Sassari, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico e l’Associazione Home Movies-Archivio nazionale del film di famiglia, è stato inaugurato da meno di un mese e già tante e tanti hanno accettato di depositare le loro pellicole e partecipare a questa grande e improrogabile operazione di salvataggio. Le pellicole nei formati originali, (8mm, Super8, 16mm e anche il più raro e antico 9,5mm Pathé Baby) conservate in cassetti e armadi, abbandonate nelle soffitte, spesso sono già danneggiate e fragili. Poche sono ancora le persone che possiedono un proiettore funzionante per rivedere queste bobine.
Le pellicole, tutelate dalle professionalità più competenti, verranno restaurate, digitalizzate e restituite gratuitamente in formato DVD o in altri formati espressamente richiesti. L’occasione per recuperare questo inestimabile tesoro di immagini in movimento è nata proprio in seno alle cattedra di Storia del cinema dell’Università di Sassari (coinvolgendo anche l’Ateneo cagliaritano e in particolar modo la Facoltà di Scienze della Formazione) dove sono già attivi dottorati di ricerca e tesi di laurea che si interessano a questo aspetto inedito e tutto da studiare del cinema amatoriale.
Coinvolgere l’Istituto Superiore Regionale Etnografico e farne il promotore insieme all’Associazione Home Movies è stato un passo necessario per dare autorevolezza e professionalità al progetto, essendo l’ISRE un’istituzione regionale che da trent’anni, fra le altre ricerche, si occupa di cinema etnografico, molto prossimo all’ambito del cinema privato e di formato ridotto.
Ad onor del vero, vogliamo anche ricordare l’esperienza pilota dell’ISRE che già nel 2009 ha promosso una prima raccolta di film di famiglia, limitata all’area di Carbonia, per le cure di un giovane studioso, Nicola Contini. Nel progetto è previsto il coinvolgimento della Cineteca Regionale Sarda, una realtà istituzionale che ancora non è operante, ma che auspichiamo lo sia al più presto, dal momento che è prevista dalla legge Regionale.
La costituenda Cineteca Regionale Sarda offrirà la possibilità di conservare tutte le pellicole raccolte, messe a disposizione dai cittadini e le cittadine che intendessero depositarle, secondo gli standard previsti, concretizzerà il primo e unico esempio di Archivio regionale italiano di pellicole familiari.
Al progetto collaborano numerose istituzioni territoriali, che garantiscono del rigore, della serietà e della cura che l vostre pellicole riceveranno, come il Comune di Sassari (l’Assessorato alle culture e il Comitato Pari Opportunità) e il Comune di Ozieri (l’Assessorato alla cultura e l’Istituzione San Michele), che hanno messo a disposizione il personale delle biblioteche comunali per la raccolta. L’ISRE è presente sia nella sua sede ufficiale di Nuoro che nella sua sede distaccata di Cagliari, che collabora nel capoluogo con l’Università alla ricerca del materiale. I centri servizi culturali di Macomer e Oristano da anni operano sul territorio attraverso iniziative e manifestazioni che coinvolgono attivamente la cittadinanza nelle loro attività. La presenza di centri di raccolta e personale competente su tutto il territorio sardo è fondamentale per non trascurare le piccole comunità, e per far sì che la raccolta non tralasci aspetti e angoli nascosti preziosi dell’isola.

4 Commenti a “Autorevoli film di famiglia”

  1. Stefano Pintus scrive:

    Non vi affiderò certamente i film di famiglia: non capisco per quale motivo un archivio di immagini digitalizzate riguardanti la Sardegna debba essere affidato anche ad un archivio di Bologna. La mia opinione è che i film di famiglia dei sardi debbano restare in Sardegna. Ma vi dirò che non è nemmeno questa la vera ragione del mio disappunto. Il vostro progetto non mi rassicura sull’uso che farete dei film. Infatti nella scheda di partecipazione, che è in realtà una liberatoria, chi firma dichiara “di consentire ai promotori e ai partner del progetto l’utilizzo delle immagini contenute nelle pellicole per finalità culturali, promozionali e didattiche e in conformità con i propri obiettivi istituzionali (ad es. pubblicazione e diffusione anche on line)”. Cioè: possiamo fare pubblicità senza rendere conto a nessuno. E chissà, forse anche farne commercio. Altro che cura e tutela! Beh, allora davvero n on stupitevi se “le persone sono restie a consegnare nelle mani di perfetti sconosciuti le loro pellicole di ricordi”.

  2. Ivana Pintadu scrive:

    Mi fa un po’ specie il post di Pintus qui sopra, che pur usando Internet, da cui si assume che possa essere a conoscienza che esiste un mondo globale e che il digitale avvicina il paesino di Ulassai a Bologna, Calcutta a Londra e New York a Bitti (giusto per tornare in Sardegna, non si sa mai…), che si prenda l’impegno per scrivere un commento del genere. Personalmente credo faccia onore alla Sardegna ed ai sardi che chi ha il più grande e prestigioso archivio di famiglia in Italia (Bologna), a contatto ed in collaborazione con i più importanti archivi nel mondo, possa essere interessato a noi, alla nostra storia ed alle nostre pellicole. Nell’era del digitale, delle immagini trasmesse in contemporanea in tutto il mondo, leggere un commento come quello di Stefano Pintus, mi sembra privo di senso.
    Io ho dato i miei filmini, felice e sicura che l’Università di Sassari e l’ISRE di Nuoro sapranno valorizzarli, se il caso studiarli… voglio dire, non è che i miei nonni facevano filmini porno (LOL)… si tratta di film di famiglia (appunto), che se anche trasmessi non possono nuocere all’immagine della mia famiglia, figuriamoci “farne commercio”. Che poi si sa, al mercato nero i filmini di famiglia vanno a ruba… ma via!

  3. Alessandra Pigliaru scrive:

    Il progetto sul film di famiglia in Sardegna è un’occasione di condivisione sia culturale che comunitaria – direi – molto importante. Credo che nelle parole utilizzate per descrivere l’intento ci sia ciò che ha mosso l’iniziativa: il desiderio di raccogliere – ma soprattutto accogliere – della documentazione preziosissima che sta a cuore ad ognuna e ognuno di noi. L’idea che le pellicole appartenenti alla mia famiglia possano essere fonte di cura, studio e ricerca, mi fa molto felice anche perché sono consapevole che le studiose e gli studiosi che impreziosiranno i contenuti privati dei film in Sardegna non hanno altro scopo che la tutela il restauro e l’archiviazione di un patrimonio unico. Nessuno è obbligato a dare il proprio materiale, in tal senso desidererei rassicurare il signor Pintus; sono sicura cioè che le promotrici e i promotori del progetto non gli sottrarranno con la forza i filmini ai quali tiene; potranno restare con il legittimo proprietario che continuerà a visionarli privatamente. Non saranno dunque in pericolo dall’ipotesi di esproprio da parte di un archivio addirittura bolognese ma resteranno in casa sua. Ognuno è libero di fare ciò che crede più opportuno.

  4. Lucia Cardone scrive:

    La memoria è certamente un patrimonio di tutte/i; ma senza la fiducia, io credo, la memoria è poca e inutile cosa: è come una pellicola che si sceglie di lasciar svanire in soffitta, per il timore di condividerla. Memoria, fiducia, cura e pazienza sono componenti essenziali del nostro progetto. Pazienza e cura. La cura riservata alle pellicole e alle persone; e pazienza per chi alimenta sterili polemiche, che non giovano a nessuno. Basta leggere fino in fondo l’articolo per capire che i film sardi rimarranno in Sardegna, all’ISRE (Nuoro) e, quando sarà attiva la Cineteca Regionale, a Cagliari. A Bologna saranno restaurati e digitalizzati, nel laboratorio più noto e autorevole d’Italia, fra le mani più capaci, senza improvvisazioni di sorta. E aggiungo, che le/gli esperte/i bolognesi hanno tenuto un workshop di alta formazione, qui in Sardegna, cui hanno partecipato tutte le persone coinvolte nella raccolta. E’ un modo di condividere il sapere, ma è anche un’occasione formativa che il progetto ha portato al territorio. La tutela per chi consegna le sue pellicole è garantita massimamente, e lo si può leggere sul regolamento e sulla liberatoria. Ma appunto non è da tutti leggere fino in fondo, né verificare, e quindi ci vuole pazienza.
    Siamo però felicissime perché il progetto sul Film di famiglia in Sardegna ha ricevuto un’accoglienza calorosa e in molte/i hanno portato le loro pellicole ai nostri centri di raccolta: le/i ringraziamo tutte/i di cuore.

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