Notti padane. Il Nord si sveglia prima

1 Ottobre 2012
Valeria Piasentà
Il numero dei disoccupati in Lombardia è cresciuto di 105.000 unità rispetto al 2011 (fonte Unioncamere Lombardia, 6 settembre), è pari agli abitanti di città provinciali come Novara o Piacenza. Il Veneto è sotto la media nazionale, a fine anno i disoccupati saranno 155.000 con un incremento dell’1% nel primo semestre 2012, ma questa regione assiste al tracollo dell’artigianato, delle piccole imprese e delle società individuali, e la recessione qui ha provocato una lunga serie di suicidi. Il Piemonte è la prima regione del Nord in quanto a tasso di disoccupazione. Il numero è raddoppiato in quattro anni (Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, 21 settembre), e aumentano tanto le ore di cassa integrazione quanto le chiamate di lavoro a intermittenza, il peggio del precariato: in Piemonte il lavoro ‘a chiamata’ è cresciuto del 40% nel primo semestre 2012. La situazione non è tragica come in altre parti del Paese, ma anche qui come altrove assistiamo a storie di ordinaria disperazione: nel Canavese, i 200 lavoratori della ASA – azienda pubblica sull‘orlo del fallimento che gestisce rifiuti, teleriscaldamento ed altri servizi per i Comuni dell’area – qualche giorno fa sono saliti sui tetti dei capannoni, dieci di loro con gli abiti cosparsi di benzina e in mano taniche di riserva.
Le notizie dei ladrocini perpetuati da buona parte della classe politica territoriale, fanno da contrappunto alle crudeli restrizioni economiche che subiscono le fasce più deboli dei cittadini e dei lavoratori, mentre la politica istituzionale formula ipotesi per uscire dalla crisi. La più originale è della Lega Nord, nel contesto strategico di rinnovamento dell’immagine – deteriorata dagli scandali economici attribuiti all’entourage bossiano – e revisione degli obiettivi primari. La Lega di Maroni archiviata la fase folcloristica, delle magiche feste popolari, di miss Padania e degli agoni sportivi, ora ambisce a «diventare partito egemone di tutte le regioni del Nord» (Maroni). Ora si presenta come un partito della destra moderna che dialoga con gli imprenditori, offrendo champagne e tartine al caviale negli spazi storici dell’ex FIAT Lingotto ristrutturati su progetto di Renzo Piano, dove nei primi decenni del ‘900 era allestita la catena di montaggio più grande d‘Europa, in un edificio che Le Corbusier definì come «uno dei luoghi più suggestivi del settore». Qui il 28 e 29 settembre la Lega lancia il progetto costitutivo di macroregione del Nord come una nuova Baviera d’Italia. Dalla milanese fondazione Liberamente (fondata da esponenti del PdL come gli ex ministri Gelmini e Frattini) Formigoni rilancia proponendo l’abolizione delle regioni per costituire tre macroaree, del nord, del centro e del sud. Tutto ciò mentre contemporaneamente la Guardia di Finanza arriva negli uffici della Regione Piemonte, poco distante da dove la Lega inaugura i suoi Stati generali.
Il progetto leghista si scosta notevolmente dagli studi precedenti, per esempio dal rapporto triennale pubblicato nel 2004 dall’Ires (Istituto di ricerche economico sociali del Piemonte) ‘Il Piemonte nella macroregione padana, strategie territoriali tra competizione e cooperazione’, dove dentro una ipotesi di sovranità decisionale policentrica si indicano le linee guida di uno sviluppo territoriale interconnesso con le aree limitrofe, e soprattutto in una idea di indissolubilità dell‘unità nazionale. La proposta leghista parte invece da precise rivendicazioni localistiche, prima fra tutte quella di mantenere sui territori i proventi delle tassazioni prevedendo che il 75% delle tasse rimanga sul territorio (ora è circa il 30%) e solo il 25% sia devoluto allo Stato nazionale; che si costituiscano tre macroregioni, del nord centro e sud basate su criteri di omogeneità sociale ed economica, con sistemi fiscali autonomi, con la gestione su base territoriale di lavoro e previdenza, con «un nuovo sistema scolastico su base regionale, collegato al mondo delle imprese, che premi economicamente il merito e si basi sulla valutazione degli insegnanti anche da parte dei cittadini» (Maroni). Quindi con la macroregione del Nord dentro l’UE e l’euro e il resto d’Italia fuori dall‘UE e dall‘euro, molto più vicino alla Grecia che a Milano. Perché in ultima analisi è questo che la Lega propone con la richiesta di una riforma costituzionale (modifiche degli articoli 116, 117 e 119) e i tre referendum presentati il 27 settembre da Calderoli in Senato «per una nuova Europa dei Popoli e delle Regioni e per l’adesione all’area Euro limitata ai territori che rispettano il pareggio di bilancio». Come sostiene Cota «se il Nord potesse autodeterminarsi, scegliere un congruo sistema fiscale e non subire più discriminazioni, il nostro sistema produttivo sarebbe competitivo». E poco importa se ciò esige un buon livello di egoismo sociale: la nuova Lega non rinuncia alla vocazione
autonomista delle origini.
Torino, 28 settembre: «Il Nord si sveglia prima». Con queste parole Maroni, al termine della prima giornata degli Stati generali, ha invitato tutti per la prima colazione dell’indomani al Lingotto. Il giorno dopo, ore 7,30: fra delegati e amministratori, assessori e parlamentari, militanti e giornalisti assonnati, spicca proprio l’assenza dell’ospite. Maroni non è arrivato, secondo Cota perché impegnato nella messa a punto di quel manifesto che in 12 punti presenta la «rivoluzione leghista» (Maroni). E’ l’occasione giusta del pro- sindaco di Varallo Sesia Gianluca Buonanno, un maroniano ‘barbaro sognate‘, per divulgare l’ultima fra le sue eccentriche iniziative. Al fine di rilanciare le sane tradizioni ‘padane’ e come ricetta anticrisi, ogni cittadino che si presenterà all’ufficio dell’Anagrafe di Varallo in data stabilita potrà ritirare gratuitamente un gallo e una gallina, perché «Dalle galline arrivano subito le uova, dai galletti arriverà la carne. L’obiettivo è di tornare alle tradizioni più sane». Contro una crisi economica che fa perdere posti di lavoro, il potere magnanimo dona uova fresche. Consigliamo a Buonanno di regalare un gallo anche al suo segretario di partito, che con questa sveglia naturale non tradirà più gli appuntamenti.

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