Lo spudorato piano paesaggistico

16 Aprile 2011

Stefano Deliperi

E’ pasticciata, confusa, ambigua la revisione del piano paesaggistico regionale, avviata con il programma “Sardegna nuove idee” a partire dal giugno 2009 e recentemente condensatasi in un “tavolo delle risultanze” il 18 febbraio 2011. Conferenze, tavoli, dibattiti in una “procedura senza procedura” della quale è parso il dominus il dirigente-assessore-dirigente Gabriele Asunis, attualmente indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per le notissime vicende della P 3 e degli affari ruotanti intorno alla produzione di energia eolica in Sardegna. In tale fase, in pratica, non si è svolto altro che una semplice “attività di ascolto”, libera nelle forme e nei contenuti, ben diversa dalla necessaria attività di co-pianificazione con gli Organi centrali e periferici del Ministero per i Beni e Attività Culturali, dalla necessaria attività di concertazione istituzionale con le Autonomie locali, dal necessario coinvolgimento delle associazioni portatrici di interessi diffusi in materia ambientale, così come previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio ( artt. 135 e ss. decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Gruppo d’Intervento Giuridico e Lega per l’Abolizione della Caccia hanno quindi rivolto (30 marzo 2011) una specifica istanza al Presidente della Regione autonoma della Sardegna, all’Assessore regionale dell’urbanistica e al Direttore generale regionale della pianificazione urbanistico-territoriale per essere formalmente e concretamente coinvolte nel processo di modifica del piano paesaggistico regionale, Sono stati interessati, inoltre, gli organi centrali e periferici del Ministero per i beni a attività culturali perché svolgano i loro compiti di co-pianificazione e vigilanza in materia. Sono stati, infine, coinvolti anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna, a fini di opportuna informazione preventiva, rammentando gli esiti della nefasta quanto illegittima operazione di pianificazione territoriale paesistica operata dalla Regione autonoma della Sardegna con i 14 piani territoriali paesistici approvati nel 1993 e successivamente annullati (1998, 2003)1 su altrettanti ricorsi straordinari al Capo dello Stato e al T.A.R. Sardegna da parte degli Amici della Terra. Si deve, infatti, evidenziare che sono di fatto già avvenute attività di modifica del piano paesaggistico regionale senza il rispetto delle previste disposizioni procedurali e di garanzia attraverso deliberazioni di Giunta regionale definite di mera “correzione” del P.P.R., quale la deliberazione Giunta regionale n. 29/27 del 29 luglio 2010 di modifica delle aree storiche di bonifica di Castiadas (CA), già sottoposta a specifica attenzione delle Autorità amministrative e giudiziarie competenti con richiesta di informazioni a carattere ambientale e di adozione di opportuni provvedimenti del 7 marzo 2011. Modifiche striscianti del P.P.R. con finalità e modalità opache, tanto che in breve tempo la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari ha aperto una specifica indagine penale. E’ necessario prestare la massima attenzione e prepararsi a ogni azione consentita dall’Ordinamento per difendere le ragioni della tutela ambientale e paesaggistica contenute nel piano paesaggistico regionale.

Vds. pareri Cons. Stato, Sez. II, 13 maggio 1998, nn. 472-475; pareri Cons. Stato, Sez. II, 20 maggio 1998, nn. 548-550; sentenze T.A.R. Sardegna, 6 ottobre 2003, nn. 1203-1208.

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