Solidali sì, complici no!

Siamo felici di poter offrire aiuto al popolo campano; siamo contrari a offrire una via d’uscita a tutti coloro che hanno creato questa situazione per trarne, nei decenni, vantaggi economici e politici: politici che, comprando discariche dalla camorra e creando posti di lavoro parassitari, hanno potuto garantirsi migliaia di voti, malavita organizzata che acquistava a due lire terreni che, poco dopo, come per miracolo, venivano acquistati a peso d’oro dalle amministrazioni per impiantarvi discariche, imprese di tutta l’Italia che, stoccando illegalmente i loro rifiuti tossici, hanno risparmiato enormemente, commissari che, in anni di attività, non hanno organizzato la raccolta differenziata e non sono riusciti a ipotizzare niente che andasse oltre l’idea di inceneritori e discariche.

Che cos’è un termovalorizzatore
È un impianto che, bruciando rifiuti, produce calore e/o elettricità. L’elettricità prodotta è però assai scarsa (10-15%) e dipende dalla quantità e dal potere calorico del rifiuto: accade così che, per far funzionare un termovalorizzatore, sia necessario aumentare le quantità di rifiuti prodotti (ad esempio non attuando la raccolta differenziata) e immettere, durante la combustione dei rifiuti, una fonte energetica che ne aumenti la temperatura (ad esempio il metano): un vero paradosso!
Perché siamo contrari
Perché nell’incenerimento di 1000 kg di rifiuti si manda in atmosfera più di 1000 kg di fumi. Altri 250 kg di ceneri vanno smaltite in discariche speciali. Inoltre le ceneri risultanti dal filtro vanno miscelate con la metà in peso di cementi speciali inertizzanti e vanno solidificate producendo circa altre 120 kg di rifiuti. Alla fine bruciare 1000 kg di rifiuti significa mettere in circolo 1370 kg di rifiuti!

Cosa vogliamo
Nessun nuovo termovalorizzatore e chiusura o ammodernamento di quello già esistente, con monitoraggio continuo da parte della ASL; provvedimenti immediati (per es. per le mense divieto dell’usa e getta e dell’acqua in bottiglia, uso della carta riciclata nella pubblica amministrazione, disincentivo dei prodotti in plastica (buste, imballaggi, etc.), utili soltanto alle grandi lobbies del petrolio); raccolta differenziata porta a porta, da subito e da parte di tutte le amministrazioni; serio piano “rifiuti zero”.
“Rifiuti zero”
Ridurre gli imballaggi: buste, contenitori inutili dei prodotti che già lo posseggono (dentifrici, etc.) e di quelli vendibili a peso (alimenti, detersivi, etc.).
Recuperare: riusare quanto può essere ancora utilizzato, magari con una semplice ed economica riparazione (mobili, vestiti, etc.: esistono diversi negozi dell’usato anche a Cagliari!).
Riciclare: carta e cartone, vetro, alluminio, plastica, rifiuti organici, etc. possono venire riciclati, evitando così d’inquinare con inceneritori e discariche e con i processi industriali necessari per crearne di nuovi, solo se vengono separati gli uni dagli altri con la raccolta differenziata.
Allungare la vita degli oggetti: imponendo alle aziende di provvedere allo smaltimento degli oggetti da loro prodotti (elettrodomestici, macchine varie, etc.) quando questi sono inservibili, si ridurrebbero rifiuti altamente pericolosi e i consumatori ne avrebbero un risparmio economico.
Smaltire: analizzare attentamente la tipologia di prodotto che non si è riusciti a impiegare diversamente, per capire se la sua deperibilità sia imputabile a errori di progettazione o impiego.

PARTECIPAZIONE SI, MANGANELLI NO
www.cagliarisocialforum.it
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http://www.100fiori.org/
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