Acqua in bottiglia: un business tutto italiano

1 Agosto 2014
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Carlotta Usala

Vediamo di fare qualche conto su quanto incide il nostro semplice consumo d’acqua in bottiglia, e per fare questo partiamo proprio dalla materia prima : il petrolio. Da un barile, 1.750 bottiglie di plastica – Da un barile di petrolio, infatti si possono ricavare ben 1.750 bottiglie di plastica da un litro e mezzo, quelle comunemente usate per acqua minerale e bibite. Un barile contiene, infatti, convenzionalmente 159 litri di greggio, pari a circa 135 chili. Servono all’incirca 2 chili di petrolio per fare 1 kg di plastica per alimenti ( Pet : polietilentereftalato ) cioè 25 bottiglie. Quindi da un barile di petrolio si ricavano circa 70 chili di Pet. Tenuto conto che una bottiglia da un litro e mezzo pesa circa 40 grammi, da un barile si possono produrre qualcosa come 1.750 bottiglie.
Usiamo ora questi dati per avere una panoramica sui consumi medi di una famiglia composta da 4 persone e quanti rifiuti essi producano:

• In una settimana una famiglia composta da 4 persone consuma 28 bottiglie alla settimana cioè 2,24 kg di plastica quindi 3 litri di petrolio
• In un anno il consumo sale a 1460 bottiglie cioè 117 kg di plastica cioè 160 litri di petrolio.
Vediamo da questi semplici calcoli che una famiglia composta da 4 persone necessita di 1 barile di petrolio all’anno solo per il semplice consumo di acqua in bottiglia.
Ora consideriamo un altro aspetto : quello economico.
• I costi che si sostengono per l’acquisto vanno per quasi il 100% per pagare gli imballaggi, i trasporti e la pubblicità; l’acqua contenuta nella singola bottiglia costa ai produttori in realtà meno della colla per l’etichetta.
Considerando sempre la famiglia composta da 4 persone , prendiamo come costo medio dell’acqua 0,40 € .Abbiamo che :
• In una settimana consumiamo 28 bottiglie cioè 11,20 € alla settimana
• In un mese consumiamo circa 120 bottiglie cioè 48 € al mese
• In un anno consumiamo 1460 bottiglie cioè 584€ all’anno

Quasi 600 euro solo per il consumo dell’imballaggio! Quindi da questi semplici calcoli si può capire facilmente come i cittadini si ritrovino a pagare un bene che di fatto è pubblico.
Nell’ultimo dossier firmato Legambiente ‘’ Regioni imbottigliate: L’indagine sul business delle acque in bottiglia in Italia ‘’ si può vedere chiaramente come la produzione e il consumo di acqua minerale in Italia non conosca crisi. Infatti gli ultimi dati disponibili, relativi al 2012, indicano un aumento dei volumi prodotti, passati da 12,35 miliardi di litri del 2011 a 12,45 nel 2012. A queste produzioni si affianca un giro di affari stimato dalle stesse associazioni di categoria di 2,3 miliardi di euro (dato al 2012). Alla base di questi numeri c’è l’elevato consumo di acqua in bottiglia degli italiani, che ci consente di avere il primato europeo in questo settore, con 192 litri per abitante (più di mezzo litro a testa al giorno).
Stando ai dati del rapporto Beverfood al 2012, le regioni del nord sono quelle in cui avviene il maggior consumo di acque in bottiglia (49%), seguito dal centro (25%) e dal sud e isole (26%).In Italia, secondo l’ultimo annuario Bevitalia/Beverfood, sono 156 gli stabilimenti che imbottigliano acqua minerale per 296 marche totali. Sono l’estremo nord e l’estremo sud della penisola a contendersi il maggior numero di stabilimenti che imbottigliano e di marche.
Ed è qui che nasce lo scandalo : per estrarre la nostra acqua minerale le società pagano dei canoni alle Regioni al limite del ridicolo e in questo quadro la Sardegna è la grande bocciata nel dossier di Legambiente.
Con ben 10 stabilimenti di imbottigliamento per 18 marche confezionate la Sardegna è una delle regioni ( vi sono anche il Molise, la Provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia Romagna ) che prevedono solo il canone sulla base della superficie della concessione e non sui metri cubi di acqua emunta o imbottigliata. Un grande affare per le multinazionali !
Questa è la situazione in Sardegna : con un’estensione di 883 ha concessi , le società proprietarie delle più famose marche d’acqua ricavano dalla nostra terra 242.133 m3 . Il costo di tutto questo ? 39,54 €/ ha e 0 € per ogni litro emunto o imbottigliato .
Quindi le aziende imbottigliatrici pagano alla Regione, e quindi alla Comunità che le ospitano, delle quote irrisorie per la superficie occupata dai loro stabilimenti e per i volumi di acqua prelevata dalle loro attività, anzi a volte non pagano proprio l’acqua emunta o imbottigliata. Acqua che viene venduta, come prezzo medio di vendita, a 0,26 € al litro (stima calcolata sul prezzo alla vendita di diverse marche di acqua minerale), mentre alle rispettive Regioni, le aziende imbottigliatrici pagano in media 1,1 € ogni 1000 litri, cioè poco più di un millesimo di euro per litro imbottigliato, con ampi margini di guadagno. Quindi quello che l’italiano medio va a pagare è rappresentato per più del 90% dai costi della bottiglia, dei trasporti e della pubblicità, unito ovviamente all’enorme guadagno dell’azienda e solo per l’1% dall’effettivo costo dell’acqua, quell’acqua che è un bene pubblico .
Come evidenziato dall’indagine di Legambiente e Altreconomia, se si istituisse un canone minimo nazionale per le concessioni di acque minerali pari ad almeno 20 euro a m3 (ossia 0,02 euro al litro imbottigliato) la Sardegna incasserebbe , dai 0 € per metro cubo imbottigliato annui , circa 5 milioni di euro annui! Tutte risorse da destinare per le politiche di tutela e gestione della risorsa idrica in una regione che soffre per le enormi difficoltà di approvvigionamento idrico specialmente durante i mesi estivi.

1 Commento a “Acqua in bottiglia: un business tutto italiano”

  1. News Acqua Sardegna del 15.08.14 – Notizie dall’Isola e dai Continenti | Beni Comuni Planargia scrive:

    […] ACQUA IN BOTTOGLIA – Un business tutto italiano – Una famiglia di 4 persone in un anno consuma in media 1460 bottiglie cioè 117 Kg di plastica cioè 160 litri di petrolio (un barile). Spende 584 euro – costi che vanno per quasi il 100% per pagare imballaggi, trasporti, pubblicità – Il giro di affari per le società è di 2,3 miliardi di euro; a fronte di canoni pagati alle Regioni al limite del ridicolo; e in questo quadro la Sardegna è la grande bocciata: con un’estensione di 883ha concessi, le società proprietarie delle più famose marche d’acqua ricavano dalla nostra terra 242.133 m3. Il costo di tutto questo? 39,54 €/ ha e 0 € per ogni litro emunto o imbottigliato… […]

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