Almeno l’equità

16 Dicembre 2011

Marco Ligas

La tassa sulle imbarcazioni, sugli aerei privati, sulle seconde case, proposta da Monti ha provocato diversi commenti e più di un malumore. Ma non c’è da sorprendersi per questa reazione, tra l’altro enfatizzata più del dovuto: in realtà la parte più importante del programma di Monti contiene insidie più gravi.
Comunque, qualcuno in Sardegna, sottolineando l’esagerazione e l’inopportunità di questa imposta, ha ricordato che neppure Renato Soru, con la famosa tassa sul lusso, era arrivato a tanto!
I sostenitori della giunta Soru invece colgono l’occasione per ribadire la giustezza di quella legge perché, dicono, tutelava un patrimonio pubblico inteso come bene comune e al tempo stesso garantiva un risarcimento alle comunità locali. Insomma la proposta di Monti viene interpretata come una scelta che legittima indirettamente la decisione presa a suo tempo della giunta Soru (si veda il vivace dibattito che raccogliemmo a suo tempo).
È curioso tutto ciò: a volte destra e sinistra sembrano scambiarsi i ruoli!
Sulle recriminazioni di chi non intende pagare regolarmente le tasse c’è poco da aggiungere: la cultura del privilegio e del non rispetto delle leggi non ha niente a che vedere con una società civile e perciò la sua difesa è insostenibile.
Crediamo sia necessario invece affrontare la discussione sui temi della tassazione e degli investimenti: temi che nelle decisioni che sta per assumere il governo Monti risultano del tutto inadeguati, o meglio, orientati chiaramente verso una politica ancor più neoliberista.
Purtroppo anche le ultime modifiche del suo programma non sono equilibrate. Prevale la filosofia secondo cui il risanamento dal debito sia possibile attraverso il prelievo fiscale e la riduzione della spesa. C’è da chiedersi come sia credibile in questo modo avviare un processo che affronti i problemi dell’occupazione e dei consumi.
C’è un silenzio gravissimo sulle fabbriche che interrompono la produzione, al tempo stesso si rimuovono i problemi che derivano dall’esaurimento ormai prossimo degli ammortizzatori sociali. Nella sola Sardegna questo fenomeno riguarderà decine di migliaia di lavoratori.
È evidente come siano necessarie risorse per dar vita a nuove attività produttive; non le solite che hanno caratterizzato le politiche della ‘Rinascita’, ma altre che si pongano gli obiettivi della riconversione delle attività industriali e della valorizzazione del patrimonio esistente nell’isola. 
Le risorse necessarie per lo sviluppo possono ottenersi solo intervenendo con efficacia, senza demagogia, sulle ricchezze di chi le possiede. È ridicolo, persino sfottente, che si tassino i capitali scudati dell’1,5% e si giustifichi l’esiguità della tassazione con una motivazione legata all’estrema mobilità dei capitali, per cui risulterebbe difficile reperirli!
  Dobbiamo ricordare che la crisi è conseguenza dell’attività liberticida dei mercati e perciò non è più giustificabile rinviare ulteriormente l’intervento dello stato nei processi produttivi. Lo stato deve avere un ruolo equilibratore nello sviluppo dell’economia e deve al tempo stesso liberarsi dai condizionamenti delle banche e dalle attività finanziarie di queste ultime; deve poterlo fare anche imponendo diverse modalità di risanamento dal debito.
Senza questa svolta qualunque sacrificio risulterà inutile; al contrario alimenterà il disagio sociale e diffonderà una conflittualità tra coloro che sono più esposti alla crisi. 
La manovra della Fiat iniziata a Pomigliano, e sostenuta dai sindacati che hanno scelto la subalternità, è molto pericolosa e può provocare effetti disgregatori fra i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali. 
Perciò, come diciamo ripetutamente, è opportuno affrontare questa situazione, oggettivamente più difficile, con determinazione cercando di mantenere unito uno schieramento ampio anche quando, al suo interno, emergono tendenze all’isolamento o alla litigiosità. Ma senza perdere la prospettiva di fondo che è quella di una politica volta a rispondere ai bisogni di chi non possiede le ricchezze.

1 Commento a “Almeno l’equità”

  1. Andrea Pubusa scrive:

    Caro Marco,
    ci sono molti che scambiano legittimità con opportunità. La tassa sul lusso di Soru era illegittima perché esulava dalla potestà legislativa regionale. Non era invece inopportuna, se è vero com’è vero che la tassazione deve avere ad oggetto la ricchezza. Anzi per noi comunisti, ma anche per dei democratici veri non dovrebbe essere ammissibile neppure l’esistenza di beni che ostentano una sfacciata ineguaglianza a fronte di tanta povertà. Ma ormai questi sono argomenti d’altri tempi.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI