Astensionismo e mitografie oligarchiche

6 Marzo 2014
Centaures+en+colère (1)
Franco Tronci

L’iniziativa di promuovere un dibattito sulla legge elettorale sarda approvata in novembre, nella quasi totale distrazione dei cittadini, ha avuto successo non soltanto per il numero dei presenti alla discussione quanto per la convinta attenzione  e per il livello degli interventi.
Viviamo un momento veramente difficile per la nostra democrazia e le elezioni sarde consentono anch’esse di registrare un aumento senza precedenti dell’astensionismo e il permanere della  marginalità della sinistra accompagnati dalla pratica dell’accordo fra i partiti maggiori per escludere, tramite legge elettorale, gli altri concorrenti. Da questo punto di vista, la legge sarda fa impallidire il noto porcellum nazionale peraltro già abrogato per incostituzionalità. Purtroppo, soltanto quando la bella pensata dei dirigenti politici sardi ha prodotto i suoi effetti, ha cominciato a levarsi qualche esile voce di protesta.
Nel darle il benvenuto, dobbiamo tuttavia riconoscere che essa non basta se non è accompagnata da un consapevole ritorno al pensiero critico. Soltanto un sistematico ricorso alla logica, alla dialettica, persino al senso comune e al possesso consapevole dei principi della democrazia possono fare argine agli inganni e alla manipolazione delle coscienze poste in essere dalle mitografie politiche oggi in circolazione.
Sarà utile qualche esempio.

I. L’avversione nei confronti del proporzionalismo.
Il principio della divisione dei seggi secondo il numero dei voti conseguito costituisce uno dei cardini del sistema democratico e del processo di formazione della rappresentanza. Per evitare l’eccessiva frantumazione delle forze politiche rappresentate, esso può essere corretto da una ragionevole soglia di sbarramento. In tal modo l’accesso dei vituperati ‘piccoli partiti’ viene ridotto. Se alla soglia di sbarramento viene aggiunta l’assegnazione di un ‘premio di maggioranza’ ai partiti maggiori, i partiti minori, rappresentanti, di diritto, di interessi parziali o settoriali, vengono danneggiati e condannati all’irrilevanza.
Le astuzie fedifraghe contenute nella legge vengono contrabbandate come garanzia di  governabilità.
La storia d’Italia del secondo dopoguerra ci insegna invece che in presenza di un sistema elettorale proporzionale e di governi di breve durata (detti anche ‘balneari’) il nostro paese è diventato, da paese agricolo e terra di emigrazione, la settima potenza industriale del mondo.
E si potrebbe aggiungere che, nello stesso periodo storico, le maggiori conquiste sul piano dei diritti economici e civili, che hanno fatto dell’Italia uno dei paesi più avanzati e ‘moderni’ del mondo, le classi subalterne le hanno realizzate quando i partiti che le rappresentavano erano all’opposizione.

II. Un altro aspetto dell’attuale mitografia politica è costituito dall’esaltazione del bipolarismo come efficace soluzione del problema della governabilità. Un attento esame delle ventisette liste presentatesi in Sardegna nelle recenti elezioni ci rivela che si tratta soltanto di una specie di distorsione culturale e che, in effetti, ci troviamo di fronte a scelte di schieramento dettate dalla necessità di sfuggire alle ‘trappole’ della legge e, quindi a forme di bipolarismo forzato.
Si pensi, ad esempio, alla presenza di liste indipendentistiche in schieramenti con forte vocazione centralistica o all’ambiguo rapporto fra SEL e PD, un partito, quest’ultimo, del quale si stenta  a riconoscere, nei programmi e nelle soluzioni ai problemi, una, pur minima, caratterizzazione di sinistra. Emerge, invece, la volontà di esercitare una supremazia sulle forze collocate alla sua sinistra come dimostrano l’accaparramento dei meriti della vittoria senza tener conto dell’apporto delle altre liste e dell’involontario regalo offerto dalla presentazione  di una lista suicida nello schieramento opposto.
III. Forme spurie di partecipazione, sostitutive della tradizionale forma-partito, nascono a segnare i tratti non entusiasmanti del momento politico attuale. Le cosiddette  primarie ne rappresentano la faccia più ingannevole. Grazie ad esse, in occasione di tornate elettorali importanti, l’ingenuo elettore viene chiamato a scegliere il proprio candidato leader senza neppur conoscerne il programma e, talvolta, senza neppur essere iscritto al partito. Questa operazione mediatica viene spacciata come una forma eccelsa di partecipazione democratica. Per fortuna, e basterebbe l’episodio della candidata  vincitrice delle primarie sarde a dimostrarlo, molti elettori in buona fede si stanno rendendo conto do come siano andati incontro a cocenti delusioni. A sostenerne le sorti, i partiti leggeri hanno visto la nascita di numerose fondazioni, che, dietro il paravento degli studi e dell’attività filantropica, nascondono l’organizzazione delle correnti, la spartizione dei finanziamenti e, perfino, la tutela di interessi non espliciti.
Per il crescente popolo di Internet, la rete, con la sua enorme potenzialità di aggregazione, manipolazione e circolazione dell’informazione e della comunicazione, viene proposta come alternativa alla tradizionale e faticosa attività  di aggregazione comunitaria, partecipazione politica attiva e responsabile, programmazione degli obiettivi e delle lotte che erano proprie dei partiti di massa sul rilancio dei quali occorrerebbe spendere non poche parole. La vicenda del Movimento cinque stelle in Sardegna dimostrano che l’uso della comunicazione e dell’informazione elettronica se, da un lato riduce i tempi dell’attività politica, lascia insoluti i problemi dell’aggregazione reale e della verifica e condivisione dei programmi. Per non parlare della constatazione de visu dell’onestà e della credibilità dei leaders.
IV. A conferma della positività dell’iniziativa dalla quale sono mosse le presenti sintetiche riflessioni possono essere richiamate le conclusioni di essa che prevedono due strade percorribili e non in contraddizione fra loro: a) il ricorso alla Corte Costituzionale per l’annullamento delle elezioni sarde; b)la raccolta di firme per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale regionale. Entrambe potrebbero costituire un proficuo avvio della campagna elettorale della sinistra per le prossime elezioni europee di maggio.

2 Commenti a “Astensionismo e mitografie oligarchiche”

  1. Francesco Cecchini scrive:

    Interessante analilisi a parte la conclusione. Quale proficuo avvio di una campagna elettorale della sinistra per le prossime elezioni europee di maggio?
    La lista Tsipras, forse? Questa lista e’ la versione 2014 della precedente lista Ingroia.

  2. Astensionismo e mitografie oligarchiche di Franco Tronci | ALBA – ALLEANZA PER IL LAVORO I BENI COMUNI L'AMBIENTE – NODO TERRITORIALE DI SASSARI scrive:

    […] DA: IL MANIFESTO SARDO […]

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