Casta Nostra

16 Novembre 2008

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Marco Ligas

Si moltiplicano gli episodi di degrado morale che riguardano la politica non solo del governo ma anche delle nostre istituzioni regionali, compresi i partiti e i tanti enti o consorzi che in qualche modo sono collegati alle stesse istituzioni rappresentative. Recentemente abbiamo ritenuto  perversa la decisione di alcuni dirigenti del Partito Democratico di affidarsi al giudizio della Magistratura per risolvere i problemi causati dalla loro litigiosità. E abbiamo sottolineato come questo fosse un segnale preoccupante della trasformazione genetica della politica.
In queste settimane il dramma vissuto dalle popolazioni di Capoterra ha messo in evidenza il venir meno di quella che abbiamo chiamato ‘questione morale’; un fenomeno causato da speculazioni condivise e perpetrate da imprenditori e amministratori locali: gli uni e gli altri coinvolti nella gestione della cosa pubblica come se trattassero interessi privati, incassandone gli utili.
È dell’altro ieri la notizia della nomina del presidente del Casic, il consorzio per l’area di sviluppo industriale di Cagliari. Ebbene, il nuovo eletto non è un giovane dirigente, magari indipendente rispetto alle attuali formazioni politiche ma conoscitore della situazione economica dell’area di Cagliari e delle sue potenzialità di crescita sostenibile. No, il nuovo presidente del Consorzio industriale provinciale di Cagliari (questo è il nuovo nome del Casic dopo la legge di riordino approvata dal Consiglio Regionale) è Emanuele Sanna, ex tante cose (parlamentare, consigliere e assessore regionale, presidente del Consiglio Regionale), e attualmente sindaco di Samugheo.  Che cosa colpisce in questa elezione? Innanzitutto la possibilità che una stessa persona, per un quarantennio e senza soluzione di continuità, possa svolgere o avere avuto incarichi molto importanti o nelle istituzioni rappresentative, o negli organismi dirigenti di un partito, o in quelli di un consorzio industriale o nelle amministrazioni comunali. Sicuramente ci troviamo davanti ad un caso di eclettismo fuori misura. Non intendo mettere in dubbio le capacità di Emanuele Sanna, molti infatti gliele riconoscono e non credo per piaggeria. Anche Andrea Pubusa, che è spesso severo nei giudizi che esprime, citandolo, parla di lui come di una persona dotata di grande esperienza e furberia (volpone lo definisce).
Io ritengo però che per valutare processi dove singole persone riescono a mantenere costantemente un ruolo importante nei diversi settori della vita pubblica, sia opportuno andare oltre le individualità. Questi fenomeni, salvo casi del tutto eccezionali, possono avvenire solo attraverso la formazione di gruppi esigui ed esclusivi, costituiti da persone legate tra loro da interessi comuni, specie di consorterie; se vogliamo usare una terminologia più rispondente alla politica attuale parlerei di gruppi di Casta Nostra. Perché mi esprimo così? Perché questa elezione è avvenuta in un modo anomalo. Sappiamo che per disposizioni di legge il presidente di un consorzio industriale è preposto alla realizzazione di opere pubbliche e alla promozione delle condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi. Se viene eletto con un voto unanime da esponenti di formazioni contrapposte che esprimono ripetutamente nelle sedi ufficiali delle loro coalizioni politiche ipotesi di sviluppo diverse, a quali conclusioni si giunge? Verosimilmente che la realizzazione delle opere pubbliche avverrà secondo un criterio spartitorio, dove poco influisce l’interesse per la collettività e per i beni comuni e molto quello dei gruppi dell’esecutivo del consorzio. 
E la Regione, il suo Presidente con la Giunta cosa dicono? Una parte della stampa ci informa che non erano a conoscenza di quanto è avvenuto, un’altra parte che essendone a conoscenza non l’hanno ostacolata per un gioco di equilibri interni al Partito Democratico. Non voglio fare i processi alle intenzioni presunte, però mi sembra che una presa di posizione netta da parte delle nostre istituzioni regionali sia necessaria, diversamente il sospetto che la Casta Nostra sia una realtà  è più che legittimo.

1 Commento a “Casta Nostra”

  1. Diego Aresu scrive:

    il CASIC ha rappresentato per decenni un triste esempio di spartizione politica ed economica; la sua attività (o non attività!…) ha consentito mostruosi affari sullo smaltimento dei rifiuti (vedi la storia della mega discarica “ECOSERDIANA”) a personaggi con carica pubblica e politica coinvolti negli affari insieme a società private. Credo che la raccolta indifferenziata dei rifiuti nel cagliaritano (appaltata a medesime persone che hanno gestito le discariche) rappresenti metaforicamente la raccolta della parte peggiore della popolazione politica ed imprenditoriale dell’isola. Si può solo sperare che qualche malanno o il passare del tempo ci liberino da questa disastrosa classe politica e imprenditoriale.

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