Chi tutela la tutela?

16 Marzo 2008

Marcello Madau

Due mesi fa, alla notizia del riassetto degli uffici periferici sardi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e di un accorpamento delle Soprintendenze, tradizionalmente due (per Sassari e Nuoro, per Cagliari e Oristano), esprimemmo il nostro più fermo dissenso su tale misura, destinata ad indebolire gravemente il già difficile fronte istituzionale della tutela. Il Decreto Ministeriale del 28 febbraio scorso conferma l’accorpamento, ma modifica la destinazione di due sedi: mentre a gennaio la sede unica dell’archeologica andava a Cagliari, e a Sassari quella ai beni architettonici e paesaggistici, ora le destinazioni sono invertite,  a Sassari la prima, a Cagliari la seconda. La decisione, se è grave per gli accorpamenti in sé, che offendono le necessità di tutela dei territori sardi, dà a Cagliari la sede centrale degli ‘architettonici e paesaggistici’ dopo che nella stessa città viene destinata quella unica per i beni storici, artistici ed etnoantropologici, sbilanciando gravemente il complesso settore – legato da forti e significative integrazioni e tradizioni comuni – in un solo luogo. A luglio del 2007, un allarmato comunicato di funzionari e dipendenti delle Soprintendenze di Sassari, Nuoro, Oristano e Cagliari (lo accogliemmo, producendo una prima denuncia dell’accorpamento, in ‘Traballare sulla tutela’), protestava contro tale decisione: vi si coglieva una sensibilità unitaria. Ora, mentre protestano giustificatamene funzionari e personale della cinquantennale sede sassarese di Via Montegrappa, riteniamo che la comprensibile soddisfazione di enti e istituzioni sassaresi per l’assegnazione della sede regionale dell’archeologica meriti una più ampia riflessione degli stessi: se infatti è proprio difficile decidere se essa sia più giustificata a Sassari (perchè vi è il Centro Regionale di Restauro di Li Punti, Turris Libysonis, Monte d’Accoddi, Santu Antine di Torralba etc.), o a Cagliari (dove c’è Nora, Tharros, Sulci, Barumini, Tuvixeddu, Villanovaforru), nei fatti a Sassari vi sarà una sola sede regionale, mentre a Cagliari, oltre alle due soprintendenze già citate, avremo anche l’Archivistica, che si affiancherà alla presenza sempre nel capoluogo regionale dell’Archivio di Stato. Una volta tanto, perciò, ci troviamo d’accordo con le proteste del sindaco di Alghero Marco Tedde, anche se di Forza Italia, che ha lamentato la penalizzazione del nord Sardegna.
Meglio tornare, tutti insieme, allo spirito unitario dell’appello di funzionari e personale delle soprintendenze delle quattro provincie fatto nello scorso luglio, mantenendo la critica al pesante indebolimento fatto da Rutelli al sistema territoriale della tutela in Sardegna.
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La notizia è bella: il Consiglio di Stato ha ordinato di sospendere in via cautelativa a Cagliari i lavori dei cantieri lungo viale S. Avendrace per evitare rischi alle tombe della vasta necropoli, almeno sino alla discussione del ricorso della Regione Autonoma della Sardegna avverso alla recente sentenza del TAR su Tuvixeddu. Giustamente Giorgio Melis, su ’L’Altra Voce’, invita a non confondere una misura cautelativa con un giudizio di merito, né tanto meno a pensarla come un’anticipazione del pronunciamento del Consiglio di Stato stesso.
Ma non vi è dubbio che tale misura sia forte indizio di sensibilità e preoccupazione per il patrimonio culturale che non mancherà di far riflettere. Senza entrare nel merito, sottolineiamo come si riproponga il delicato equilibrio fra i diversi ‘centri’ istituzionali: il Soprintendente Archeologo Regionale aveva appena dichiarato che le tombe di Viale S. Avendrace non correvano rischi.

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