Comitato famiglie 162: No ai tagli alle persone con disabilità

16 Febbraio 2016
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Redazione

Pubblichiamo il comunicato del comitato famiglie 162, un comitato nato per l’attuazione della legge 162 in Sardegna che ha avviato una mobilitazione contro i tagli della Giunta Pigliaru alle leggi di sostegno alle persone con disabilità (Red).

Tagli in Finanziaria 2016 ai progetti personalizzati di sostegno alle persone con disabilità . L’appello delle associazioni all’assessore Paci: basta sbagliare sulla pelle delle persone! La spesa non è fuori controllo, è salita in totale solo dell’1,1% dal 2009 ad oggi.

Le Associazioni indignate per le dichiarazioni dell’Assessore Paci in Commissione Sanità  gli rivolgono un appello: basta con i qualunquismi; non possiamo più tollerare che si affrontino in modo approssimativo i servizi alla persona giocando sulla pelle delle persone.

È’ questa la reazione dei rappresentanti delle oltre 50 organizzazioni delle persone con disabilità di tutta la Sardegna ( da Olbia ad Alghero, da Sassari a Cagliari, da Iglesias, a Carbonia ecc.) che fanno parte del Comitato dei familiari per l’attuazione della Legge 162.

I FATTI. Dopo essere stata udita le scorse settimane in Consiglio Regionale, prima dalla Commissione Bilancio, successivamente dalla Commissione Sanità, la delegazione dei rappresentanti del Comitato delle famiglie per la 162  e dell’ABC (associazione bambini cerebrolesi) hanno chiesto a tutti i Consiglieri di scongiurare i tagli previsti in Finanziaria ai piani personalizzati della Legge 162 e del Ritornare a casa, trovando grandissima e lodevole attenzione da tutti i componenti di maggioranza e opposizione;  ci sono 10 milioni in meno nei Capitoli di Bilancio per la 162, 22 milioni in meno – di fatto – per il Ritornare a casa, altri 10 milioni in meno dal fondo Sanità che fin ora ha permesso di mantenere i piani di sostegno. “Non sono finanziamenti a pioggia o sussidi ma servizi, in termini di ore di sostegno da parte di operatori (educatori, assistenti alla persona, servizi sportivi o di socializzazione) alle persone con disabilità grave è gravissima, nel proprio domicilio, nella propria comunità di riferimento, tra i loro affetti, nel territorio; progetti che vengono co-progettati con i Comuni di residenza e personalizzati, appunto, in base alle effettive esigenze delle persone”- interviene Francesca Palmas responsabile Centro Studi Abc Sardegna – che ha argomentato con analisi dettagliata anche dei dati le motivazioni sociali, tecniche e politiche dell’assurdità dei “tagli preventivi” come li hanno definiti, che mancano sia di una visione corretta del fenomeno attualmente in corso così come viene applicato e con i risultati che produce, sia di una visione di welfare sociale “moderno” efficace ed efficiente in tema servizi personalizzati e domiciliari alle persone, nell’ottica dei diritti umani , il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere inclusi nella società, con la stessa libertà di scelta questo avviene con i progetti di sostegno di assistenza personalizzata e alla vita autonoma e indipendente direzione nella quale la Sardegna sta già andando portandosi ai primi posti tra le regioni Italiane e dimostrando di essere un’eccellenza in questo settore, guardata dall’Italia e dall’Europa come “Modello”- sottolinea Rita Polo portavoce del Comitato.

La ricaduta immediata di questi tagli sarebbe la sospensione del progetto in corso per oltre 3200 persone, e 1500 posti di lavoro in meno.

 LE IMPRECISIONI DI PACI  E L’APPELLO. Perché questi tagli? Non chiediamo 1 euro in più ma non vogliamo che sia sottratto nemmeno 1 euro! Perché l’assessore Paci – interviene F. Palmas – in tutta risposta afferma in maniera completamente errata che la spesa della 162 e’ fuori controllo? Forse ignora che negli ultimi 6 anni il percorso si è stabilizzato e la spesa iscritta in bilancio si aggira sempre intorno ai 104 milioni di euro? Come fa l’assessore regionale alla Programmazione ad ignorare? I piani totali ad oggi sono 39 mila erano 38 mila lo scorso anno, erano 36 mila lo scorso anno ancora a parità di spesa ovvero massimo 117 milioni di euro! Dal 2009 ad oggi la spesa è crescita in totale dello 1,1 %!! Un insignificante 0,18% medio annuo!!! Addirittura rispetto allo scorso anno la spesa totale dei piani è diminuita di 4 milioni di euro….cosa c’è fuori controllo? – chiede F.Palmas. Ci lascia piuttosto perplessi sentire dire che gli investimenti nel sociale in Sardegna sono altissimi, facendo subodorare una scelta di campo in cui di abbandono di stato sociale e un ritorno alla beneficienza, fuori dal diritto. Cosa significa dire che sono interventi impropri? Di cosa parla l’assessore? Perche vuole gettare uno stigma su un intervento così strutturato lanciando il sospetto che siano interventi fuori dalla legalità? Non possiamo consentirlo a nessuno, nemmeno ad un assessore regionale, non siamo più disposti a tollerare il diffondersi di queste notizie tendenziose senza entrare nel merito delle cose.

I numeri confermano la stabilità del sistema, il gradimento delle famiglie e delle persone con disabilità per il servizio del quale possono essere protagonisti. Le proteste ci sono, ma solo perchè la Regione trasferisce in grandissimo ritardo le risorse ai Comuni e le famiglie rimangono “strozzate” senza i rimborsi dovuti per il pagamento degli stipendi agli operatori.  L’assessore ignora che questi percorsi riguardano la pelle delle persone e il loro ben-essere?  L’assessore ignora che noi, proprio noi persone con disabilità e loro associazioni abbiamo chiesto e ottenuto una legge sui controlli alla 162 che non viene applicata, neanche dalla suo stesso governo? Ancora l’assessore in Commissione Sanità parla di una sperimentazione avviata su una platea di persone con una invalidità del 50%… Cosa significa? Oltre che essere completamente sbagliata come  informazione, non ha nemmeno alcun significato tecnico parlare di una invalidità al 50 % per  la platea delle persone che possono usufruire della 162 che invece è quella riconosciuta dalle leggi con l’art. . 3 c.3 della L.104, ovvero tutte persone con disabilità grave e gravissima.  Ancora una conferma che si ignora il fenomeno e non si possiedono i dati.

Le ricordiamo che la sua Giunta aveva approvato nel luglio scorso una delibera che già prevedeva un taglio di 4,5 milioni contro i progetti delle persone con disabilità grave, nonostante il nostro intervento a tutti i livelli per scongiurare gli stessi tagli in quanto non necessari secondo le nostre analisi dei dati, analisi che si è rivelata esatta e che vi ha fatto ritirare la stessa Delibera un mese dopo, perchè avevate sbagliato i calcoli. Letteralmente.

Facciamo parte, sempre in spirito collaborativo  – insorgono F.Palmas e R.Polo- della Commissione tecnica dell’Assessorato alla Sanità per la riqualificazione del Fondo Non Autosufficienza, quindi stiamo già collaborando attivamente per migliorare ancora di più un sistema in se virtuoso. Riqualificare non significa tagliare. Inoltre i piani 162 permettono un risparmio notevole in Sanità: le stesse persone ad esempio – aggiunge F.Palmas –  che oggi sono sostenute a domicilio con una spesa massima di 14 mila euro all’anno se fossero ricoverate in RSA  ( perché per la loro gravità ne avrebbero i diritti) costerebbero almeno 62 mila euro all’anno. Beh, il risparmio è evidente anche per un occhio profano!

Allora cosa dobbiamo fare? Vogliamo valutare la qualità e fare i controlli come noi stesse associazioni abbiamo chiesto e fatto mettere in legge – aggiunge Polo – ma che la giunta regionale non fa, ipotizzando solo tagli lineari che stanno rischiando di far crollare un sistema? Le drammatiche e dolorose vicende di questi giorni – conclude Palmas- sui maltrattamenti ai danni di persone con disabilità fragili ed indifese ci fa ancor più indignare e allo stesso tempo ci manda una altro segnale forte: non arretreremo di un passo nel sostenere i piani personalizzati e domiciliari, non ci fermeremo:  Assessore Paci, se vuole, in maniera come sempre collaborativa e pacifica, le spieghiamo i dati e la storia di questa buona prassi riconosciuta a livello nazionale, anche pubblicamente, anche in televisione o dove preferisce, noi ci siamo e siamo pronti a confrontarci ancora. Per il bene dei sardi disabili gravissimi.

Le tabelle con i dati sui numeri e il Bilancio

Ecco, Assessore Paci, perché la spesa non è fuori controllo: Negli ultimi 6 anni la spesa è “cresciuta” di appena’1,1%.

Tab.1

Anno Piani Finanziamenti in euro aumento in %
2009 28.351 116.490.577 0,0
2010 30.889 101.742.241 -12,7
2011 33.354 112.119.850 -3,8
2012 36.174 117.295.566 0,7
2013 36.609 118.474.058 1,7
2014 38.573 121.582.252 4,4
2015 39.356 117.792.245 1,1

(Fonte: elaborazione dati Centro Studi ABC Sardegna su Deliberazioni Giunta Regionali – http://www.handylex.org/sardegna.shtml – 2009 = 100)

Ndr: i finanziamenti rispetto allo scorso anno sono addirittura diminuiti del 3,11%!

Stanziamento nel Bilancio Regione Sardegna ultimo triennio :

Tab.2

Proposta Giunta 2016 2015 2014 2013
€ 94.000.000 € 104.000.000 € 104.000.000 € 104.000.000

(Fonte: Regione Sardegna Leggi Bilancio – Somma dei Cap. sc05.0681 e sc05.0673 utilizzati per i piani personalizzati L.162)

Riportiamo le dichiarazioni errate dell’Assessore Paci alla Commissione Sanità 11 febbraio 2016

sintesi ufficiale del Consiglio Regionale
http://www.consregsardegna.it/testoEvento.asp?idevento=2467

“….L’assessore, rispondendo in particolare ad alcune osservazioni critiche sui tagli alla spesa sociale espresse da diversi componenti della commissione, ha osservato che “pur trattandosi di una materia di competenza dell’assessorato della Sanità, emerge il dato di fondo secondo il quale la Sardegna ha la spesa sociale più alta d’Italia perché c’è stato un uso delle risorse che, nel tempo, è andato fuori controllo”. Riferendosi in particolare alle legge 162 (piani personalizzati di assistenza), l’assessore ha poi sottolineato che “la legge introdusse a suo tempo una sperimentazione destinata ad una platea circoscritta di pazienti (con invalidità superiore al 50%) ma successivamente i suoi interventi sono stati estesi in modo improprio, fino a raggiungere livelli non più sostenibili; occorre quindi lavorare ad una razionalizzazione complessiva della materia che l’assessorato della Sanità ha fatto”….” 

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