Continuità territoriale

16 Aprile 2009

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Redazione

Il terremoto è stato un dono del Signore: lo ha detto ‘Radio Maria’, l’emittente integralista cara alle alte sfere vaticane. Forse non siamo molto esperti in materia, ma ci sembra un cattivo servizio alla religione e alla stessa immagine di Dio! Che anche il mettere sabbia al posto di cemento negli edifici antisismici sia stata la volontà del Signore? Dio ci perdoni, ma non gli attribuiamo tutto questo potere.
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La supernave del G8 non può approdare per via dei bassi fondali, raggiungerla sarà complicato. Obama non vuole rimanere alla fonda, ma lo salverà la cavallerizza coraggiosa Emma Marcegaglia con il suo superhotel maddalenino. Ci saranno, e dove, le statue guerriere dell’antichità? Una sceneggiata ridicola che una sinistra lucida dovrebbe sbeffeggiare a dovere, parlando nel contempo di pace, diritti sociali, di una nuova rivoluzione ambientale nel resto dell’isola.
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La sinistra si divide. Abbiamo sperato troppo, o l’impossibile, o ciò che non è giusto. Ma se un cartello che non annullava le identità non è stato possibile, meglio due sinistre che una male unita, anche se non perdiamo le speranze. E’ legittimo il percorso di una sinistra laburista, come quello di esplicita ispirazione comunista: cerchiamo di non vedere tutto ciò sempre e solo come un impoverimento, di smetterla con gli anatemi, e pensare comunque alle azioni comuni possibili.
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La quattro corsie Olbia-Sassari non si farà ora. Forse non sarà domani, ma un bel giorno si farà. L’importante era prometterla nei comizi elettorali. Adesso basta con l’egoismo: quei soldi prima di tutto servono per cose assai più importanti: gli hotel di lusso del G8, un pezzettino del Ponte sullo Stretto, l’Abruzzo, il nuovo CD di Apicella. E, soprattutto, chi si è legalmente battuto per le quote latte è stato accontentato.
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Eventi imprevedibili, rituali prevedibili. E’ di una disgustosa ipocrisia  basarsi sulla unanime vicinanza a chi soffre in Abruzzo e minacciare censura contro ogni critica. I lavoratori della protezione civile e dei vigili del fuoco sono straordinari, ma il sistema è sbagliato.  A Santoro tre PaterAveGloria, a Vauro le fiamme eterne. Meno male che ci sono i bravi ragazzi di Ballarò. La coltre fangosa dei buoni sentimenti nasconde le nuove utilità che si formano sulle rovine.
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Il sistema paesaggistico è marcio per assenza di prevenzione, libertà di costruire senza regole, ignoranza delle trecento scosse e delle ‘irregolari’ previsioni scientifiche.
Per il PDL e anche per il PD non bisogna dirlo, altrimenti si scioglie l’orrenda melassa bipartisan, il ‘siamo tutti italiani uniti e brava gente’. Lor signori non lo sono. La dimensione di questa tragedia nasce dalla speculazione e non dalle faglie.
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Che fatto curioso: l’identità è un tema che si impone progressivamente, almeno a parole. Ma i suoi simboli sono in crisi. Quello dei Quattro Mori è sottoposto ad un trattamento speciale: guardando verso destra, a benda calata verso destra, a benda calata, i sardisti consegnano la bandiera ad Arcore, Cappellacci li rimette guardando a sinistra, con la benda nuovamente sugli occhi. Altri ancora, salomonicamente, mettono due mori rivolti a destra e due rivolti a sinistra.
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La Lega Nord, sbarcata da Malpensa all’aeroporto di Trinità d’Agultu e fondata una sezione, sistemai Quattro Mori sotto lo spadone del mai esistito Alberto da Giussano, il cui monumento fu voluto da Garibaldi. IRS li sostituisce con un albero giudicale. Ci rivolgiamo alle altre ‘nazioni’ ma i nostri simboli sono confusi, e la malattia non sembra soltanto simbolica.
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Pare che Barack Obama voglia allentare, e forse togliere, chissà, l’embargo a Cuba.
Le fonti ufficiali dicono che la speranza sia  quella di poter vedere, grazie ad un atteggiamento meno duro di Casa Bianca e Congresso, qualche segno democratico nell’isola di Fidel: speriamo che intanto si riesca finalmente a vedere il primo, l’eliminazione di Fulgencio Batista.
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Milano nuovamente da bere? Victoria Beckam è stata conquistata dalla città meneghina. Trasportata dagli Usa grazie al Jet privato di Berlusconi, essa sogna come casa almeno un pezzo del Castello Sforzesco.
Maria De Filippi, mettici una buona parola:  intercedi presso il tuo capo-ufficio per procurare al vincitore di Sanremo almeno una foto ricordo con l’immortale Spice Girl.
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Silvio Berlusconi, tra una lacrima e l’altra, ha chiesto a Barack Obama di occuparsi dei beni culturali italiani. Potrebbe anche metterlo in contatto con il costruttore Cualbu ed il sindaco di Cagliari Emilio Floris per pagare al Comune l’acquisizione pubblica dell’area archeologica di Tuvixeddu. E risarcire Cualbu, magari promettendogli con una telefonata una piccola area edificabile a Manhattan.
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Il sottosegretario Sacconi, dimenticati i morti sul lavoro, pensa alla crisi. Invita gli Ispettori del lavoro “ad un atteggiamento che non sia particolarmente accanito”. Perché le violazioni, spesso, consistono “più in atteggiamenti superficiali o di scarsa consapevolezza che in una reale e persistente volontà elusiva”. L’emersione dal nero, pertanto, dovrà essere “guidata per non avere effetti devastanti sulla non facile tenuta della iniziativa economica locale”.

1 Commento a “Continuità territoriale”

  1. Fausto Todde scrive:

    Un bell’articolo che illustra la realtà con un tono umoristico. Devo però obiettare che nel trattino “la sinistra di divide”, la voglia di sorridere mi vien meno. Anzitutto le “sinistre” non sono due, ma un numero imprecisato ed in espansione. Amen, se non fosse che ogni frazione di questa galassia spenda le propie energie per contrastare e contestare le espressioni politicamente più vicine e teoricamente amiche. la domanda è: questo comportamento à avvantaggiato Berlusconi e la sua banda? Personalmente sono convinto che lo abbia avvantaggiato ed anche di molto.

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