Dov’è la “Costa Smeralda 2”?

1 Settembre 2013
Stefano Deliperi
La montagna ha partorito il topolino.
Come previsto da mesi.
La Qatar Holding, il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci, il Sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda, il Sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, progettisti, urbanisti e contorni vari sono degli allegri burloni, simpatiche canaglie.
Questo è il senso dell’approvazione, in sede di conferenza di servizi, della ristrutturazione – e non trasformazione – di tre stazzi nell’entroterra di Razza de Juncu, in Comune di Olbia (OT), per conto della Qatar Holding.
L’aveva preannunciato la nota del Comune di Arzachena – S.U.A.P. prot. n. 23144 del 25 giugno 2013, con la quale vien detto al Servizio valutazione impatti (S.A.V.I.) della Regione autonoma della Sardegna che “agli atti … non risulta presentato alcun programma di investimenti turistico-edilizi da Soc. immobiliari facenti capo alla Qatar Holding”, ma solo “singole richieste di ampliamento di fabbricati ‘rurali’ ubicati fuori dal centro urbano (e/o frazioni) ai sensi della L.R. n. 4/2009 (Piano Casa)”.
E gli interventi immobiliari sbandierati per mesi come il toccasana per l’economia sarda con ben un miliardo di euro di investimenti?
Dove sono 500 mila “nuovi” metri cubi, un hotel Harrods (150 stanze) a Liscia Ruja, uno al Pevero (90 stanze), un family hotel (200 stanze), uno per clientela giovane (90 stanze), 70 residenze di lusso, 30 di extra-lusso, una pista di go-kart, il restyling dei quattro hotel “storici”, l’antropizzazione, pardon, la valorizzazione di zone ora integre (Razza de Juncu e Monte Zoppu)?
Solo 27 ristrutturazioni di altrettanti stazzi (dei quali tre nel territorio comunale olbiese), già presentate all’approvazione in base al piano per l’edilizia.
Delle due l’una: o il piano da un miliardo di euro della Qatar Holding è una balla colossale oppure si tratta di un banale tentativo di aggirare normative comunitarie, nazionali, regionali nonché la giurisprudenza costante che richiedono la valutazione unitaria degli impatti sull’ambiente del complessivo programma di interventi turistico-edilizi.
Eppure il Servizio valutazione impatti della stessa Regione, in seguito ai ricorsi ecologisti, è stato chiaro (note nn. 3167 del 28 febbraio 2013 e 5813 del 13 marzo 2013): stop alle ruspe fino all’esito delle procedure di valutazione di impatto ambientale previste dalla legge.
Ovviamente ogni passo sarà attentamente seguito e valutato, poi seguiranno le azioni necessarie.
Ciò significa che, se arriveranno altri progetti annunciati, ci saranno le risposte adeguate.

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