Femminicidio

16 Aprile 2015
sangue1
Giuliana Mura

Il femminicidio è diffuso in tutto il mondo ed è una delle prime cause di morte violenta delle donne tra i 16 ed i 44 anni. In Italia, in alta percentuale, è preceduto da violenza del marito o del convivente o ex già denunciato e segnalato alle forze dell’ordine e alla magistratura. La particolarità del movente, le modalità di commissione, le peculiarità del delitto portano ad una sempre maggior convinzione che occorra una ipotesi criminosa specifica di genere da ritagliare oltre l’astrattezza e la generalità dell’omicidio. Sono state depositate diverse proposte di legge su questo tema di cui si è perso l’iter parlamentare. Tra le novità l’introduzione del 612 bis del c.p. sul c.d. “stalking”. Con il D.L. n.93/13 entrò in vigore il testo con misure rivolte alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere, misure estremamente eterogenee. L’accesso alla giustizia grazie a tali normative per le donne vittime di reati commessi nell’ambito di situazioni di violenza maschile è migliorato ma è ancora insufficiente. Tante le raccomandazioni a tal fine rivolte al Governo italiano per l’adattamento alle direttive sia da parte della U.E. che delle Nazioni Unite. Il fallimento delle istituzioni nell’obbligo di prevenzione e di repressione, come testimoniano i numeri in crescita, è imputabile non solo all’assenza di legislazione adeguata ma ad ostacoli di carattere culturale. La costante attività di sensibilizzazione che tende al mutamento del tessuto sociale è uno sforzo sinergico fra operatori vari, forze dell’ordine, uffici giudiziari, centri d’accoglienza e mediazione. Anche i mass media oramai ricorrono abitualmente al termine femminicidio per descrivere questo reato efferato. E non si riesce a contenerne la crescita sia in Italia che nel mondo. È evidente come sia indispensabile intervenire ancora per modificare una situazione ormai grave. Oltre all’Educazione Civica nell’ora di Storia e Sessuale in quella di Scienze, sarà bene introdurre nelle Scuole e nelle Piazze un po’ di sana Educazione Sentimentale. Una corretta “Mala Education” per dirla alla Almodovar Pedro. La forma di violenza di genere è prodotto dalla violazione dei diritti umani, che non significa solo diritti dell’uomo maschio, ma anche della persona donna o di qual sesso sia: della sua dignità, libertà di espressione, compresa la sessualità. Se analizziamo le fattispecie del codice, per esempio l’ art. 575 c.p. a dispetto del Titolo XII “Delitti contro la persona” l’omicida dal legislatore è definito chiunque cagioni la morte di un uomo. Si fatica a trovare il termine donna o madre. Eppure anche essa è persona e procrea, ascende o discende.
Stando alla quotidianità, che in tal caso supera le peggiori fantasie, la lettura del fenomeno ci fornisce i dettagli di un reato seriale, contro un solito soggetto nelle medesime condizioni e con analoghe caratteristiche, nell’ambito di una relazione affettiva, intima, domestica e con il ripetersi di abusi fisici psichici a cui la vittima tenta di reagire. Il profilo dell’autore viene spesso letto come rientrante nel raptus passionale: una reazione emotiva a sentimenti di frustrazione rispetto all’oggetto del possesso. Invece prevalentemente è un comportamento ripetuto, metodico e premeditato di violazione del diritto umano.
Spesso vengono minimizzati episodi rivelatori della violenza: liti considerate “panni sporchi che si lavano in famiglia” e delle quali si sottovaluta la gravità del pericolo e dell’integrità fisica della parte lesa. Si compromette non solo il diritto della donna (o della persona di qualsivoglia sesso) come parte pari di cui la coppia è composta, ma anche la figura della famiglia, di qualsiasi tipo essa sia, come valido tessuto sociale. Soprattutto della prole: persone libere con l’opportunità di camminare ovunque e con chiunque gradiscano nel mondo e non mere proprietà genitoriali o di chicchessia. La creazione delle strutture specializzate è uno degli aspetti preventivi, un supporto integrativo. In termine di qualità la scommessa sta molto nella formazione di consapevolezza culturale. “Educazione” delle persone ad essere consapevoli nel pensiero, nella scelta. L’Amore è più di un diritto. La persona e la donna non sono una icona o una canzone o una festività, ma infinitamente ed indefinitamente di più.

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