Biodifesa del lavoro

16 Giugno 2011

Mariano Carboni

Come è noto, in data 26 maggio 2011 è stato firmato il Protocollo d’Intesa per la Chimica Verde a Porto Torres. L’accordo è stato sottoscritto a seguito di numerosissimi incontri che hanno visto il coinvolgimento attivo delle Istituzioni Nazionali e Regionali, dell’Eni, di Novamont, della Polimeri Europa, della Syndial e di Enipower, unitamente a Cgil, Cisl e Uil Nazionali, Regionali e Territoriali. Tale accordo è importante perché viene ribadita la centralità dell’industria chimica nello sviluppo industriale del nostro paese e della nostra isola, perché si investono notevoli risorse, circa 730 milioni di euro, per promuovere l’innovazione tecnologica e per realizzare nuovi prodotti ecocompatibili e consente, nel contempo, la nascita di nuove imprese, del settore della chimica e delle fonti rinnovabili, che saranno ubicate nel territorio Regionale della Sardegna, e che offriranno grandi opportunità di sviluppo a tutti i settori dell’impiantistica e della manutenzione, ivi compreso il Settore Metalmeccanico.
L’attuazione del progetto prevede notevoli interventi, tra i quali, la costruzione di nuovi impianti per la produzione di monomeri – bio, di bio – plastiche, di lubrificanti – bio e di additivi per gomme ed elastomeri e la realizzazione di una nuova centrale elettrica alimentata con le bio – masse. L’accordo è altresì importante perché prevede le procedure di messa in sicurezza e di bonifica delle aree private e delle aree contaminate dalle precedenti produzioni ( Etilene, Aromatici e Politene ). Naturalmente, non siamo così ingenui da ritenere che tutte queste cose arriveranno in modo automatico. Gli accordi si firmano avendo la consapevolezza di doverli anche gestire. Sappiamo, per esempio, di dover affrontare una fase di transizione, decisamente impegnativa, che prevede la fermata degli impianti, a partire dal mese di giugno del 2011. In questa fase tutto il Sindacato ( le Categorie e le Confederazioni ) dovrà vigilare sul rispetto integrale degli impegni assunti, sia sotto il profilo degli investimenti, sia sotto il profilo della salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti diretti e dell’indotto.
Siamo consapevoli del fatto che solo con il rispetto dell’accordo, succitato, si ottiene la salvaguardia delle aziende storiche locali, operanti da più anni nel territorio sassarese, si realizzano i corsi di formazione e riqualificazione del personale dell’indotto; formazione e riqualificazione indispensabili per il reimpiego in loco, nei nuovi impianti chimici e nelle aziende d’appalto, di tutta la forza lavoro impiegata e si utilizzano adeguati strumenti di ammortizzatori sociale nella delicata fase di transizione, che inizia con la fermata dei vecchi impianti e si conclude con l’avvio di quelli nuovi.
È questo il lavoro che ci attende a partire dai prossimi giorni e dalle prossime settimane! Dobbiamo dimostrare, e saremo in grado di farlo, di essere un sindacato coeso e determinato, che grazie alla sua capacità progettuale è in grado di favorire la realizzazione di nuove opportunità di sviluppo e di occuparsi della condizione di tutti i dipendenti del sito, siano essi Metalmeccanici, siano essi Edili, siano essi Chimici. Sono i fatti che dimostrano che la Fiom e la Cgil, nel rispetto delle normative e dei contratti, non hanno mai agito creando condizioni di tutela differenziata. Non esistono per la Fiom e per la Cgil lavoratori di serie (A) e lavoratori di serie (B).
Per questa ragione la Confederazione, vale a dire la Cgil Nazionale, la Cgil Sarda e la Cgil di Sassari, in tutte le sedi di confronto, si è battuta per far inserire nel testo dell’accordo una pagina specifica dove si parla approfonditamente della tutela e delle garanzie che devono essere fornite ai dipendenti diretti e dell’indotto. Ecco perché dobbiamo dire e dimostrare, ai Lavoratori Metalmeccanici che sono giustamente preoccupati dagli effetti derivanti dalla fase di fermata degli impianti e che hanno paura di perdere il posto di lavoro, che saremo, insieme a tutta la Cgil, costantemente al loro fianco per la tutela dei diritti acquisiti e per la difesa del lavoro.
Dobbiamo dire loro, all’unisono, senza sbavature e senza distinguo, che tutti i sacrifici, le iniziative di mobilitazione, le manifestazioni e gli scioperi, fatti dal 2002 al 2011, non sono stati vani, sono stati molto importanti. Sono stati importanti perché siamo nella condizione di avere la continuità produttiva e la prospettiva occupazionale!
Siamo nella condizione di chiamare in causa la Giunta Regionale della Sardegna che ha assunto l’impegno formale di promuovere e coordinare un tavolo permanente, alla presenza di un Rappresentante del Governo Nazionale ed un Rappresentante dell’Eni, per la verifica dello stato di applicazione dell’accordo del 26 maggio sulla chimica verde. Tutti questi atti formali, ottenuti grazie all’impegno della nostra organizzazione, mi inducono ad affermare che, oggi più che mai, serve un rapporto strettissimo con tutti i lavoratori del sito!
Non è il momento delle polemiche! Dobbiamo riuscire a capitalizzare il risultato del duro lavoro profuso in questi anni. Tutti i livelli della Fiom Sardegna hanno il dovere di adoperarsi per raggiungere questo risultato.

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