Una Giunta agnostica?

1 Agosto 2014
giunta pigliaru
Marco Ligas

Non so se sia il termine più appropriato per definire la Giunta Pigliaru. Certamente sono diverse le questioni dove non prende decisioni o comunque le rimanda. A volte, a causa della subalternità che mostra nei confronti del Governo Renzi, la Giunta non sembra neppure capace di rappresentare la Sardegna come Regione dotata di autonomia amministrativa e perciò in grado di svolgere le proprie funzioni senza ingerenze o condizionamenti da parte di gruppi esterni.
In questa fase sembra un organo periferico dell’Amministrazione statale, si limita a svolgere un ruolo di rappresentanza generale del Governo, tipico di una prefettura.
È grave che la Giunta non faccia niente e non dica una parola per contrastare la concessione dei nostri spazi territoriali alle forze armate israeliane che approderanno nell’isola per svolgere indisturbate le loro esercitazioni militari. È grave in generale e diventa insopportabile oggi mentre è in corso un’aggressione furibonda contro il popolo palestinese: sono ormai più di milleduecento le vittime di questa guerra e il numero dei morti giorno dopo giorno è destinato a crescere in modo esponenziale. Si può tacere di fronte a questo sterminio?
L’ignavia della Giunta è confermata se viene accettata, nella totale indifferenza, la decisione del Governo di innalzare le soglie di tollerabilità delle sostanze inquinanti attraverso l’equiparazione dei siti militari a quelli industriali. Il significato di questa iniziativa e del silenzio che è seguito è sin troppo evidente: come abbiamo spesso sottolineato la Sardegna confermerà in questo modo il primato, rafforzandolo, di regione maggiormente esposta alle scorie di qualsiasi natura, comprese quelle nucleari.
Non dimentichiamo infatti che la nostra regione ospita(!) il 61 per cento delle servitù militari presenti nell’intero paese.
E su queste complicità, che coinvolgono congiuntamente sia la Giunta che il Consiglio, sarà opportuno, per ragioni di coerenza e di buon senso, evitare l’attribuzione delle responsabilità al solo Governo centrale e agli italioti. Sono vicende che mettono in evidenza colpe precise della classe dirigente sarda. Non salviamola in nome di un falso sovranismo, troppo spesso usato in modo strumentale e improprio.
Purtroppo dobbiamo registrare con rammarico che i silenzi sulle proposte/imposizioni del Governo Renzi sono accompagnati da una progettualità complessiva molto debole: ancora non emerge un programma politico che sia in grado di imporre una svolta nella realtà economica e sociale della regione. Le stesse sollecitazioni delle Associazioni ambientaliste e dei Comitati di base, presenti in tutta l’isola e impegnati nella tutela del territorio, vengono considerate un intralcio e non una risorsa, un’opportunità per approfondire le tematiche relative a nuovi processi produttivi e a nuovi stili di vita di cui abbiamo davvero bisogno.
Eppure nell’isola esistono i presupposti per attivare una fase di transizione verso una produzione sostenibile di energia elettrica, ridimensionando o abbandonando i combustibili fossili a favore delle rinnovabili.
Su queste ipotesi la Giunta non riesce ad andare oltre le affermazioni di principio; nella realtà procede ribadendo l’opportunità della reindustrializzazione del Sito di interesse nazionale di Sassari/Porto Torres e mostrandosi disponibile per la realizzazione di nuove centrali a carbone a Portovesme.
Queste ipotesi non rappresentano la strada nuova per affrontare i problemi del lavoro e dell’occupazione; sono la ripetizione di schemi obsoleti tesi a mantenere in vita legami clientelari, anche con lo spreco dei fondi pubblici, a discapito degli interessi dei lavoratori e dei diritti del popolo sardo.
Per tutte queste ragioni forse è più opportuno parlare di Giunta inadeguata, non idonea ad affrontare con autonomia e determinazione i problemi che riguardano l’isola.

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