Il numero 68

16 Febbraio 2010

Si ha l’impressione di un gioco che diventi sempre più difficile. Si inasprisce il contrasto fra chi non ha lavoro (Marco Ligas, Quando il pubblico diventa privato) e chi troppo possiede (Marcello Madau, Protezione affarile) , in un sistema che talora appare imprendibile (Stefano Deliperi, Quel sistema gelatinoso), mentre il potere cerca di soffocare le voci che lo dicono (Il Manifesto, Saliamo sui tetti). Gli immigrati intanto si organizzano contro la ‘barbarie’ (Raffaello Ugo, Protezione incivile) ed iniziano ad organizzarsi civilmente (Dopo lo sgombero tutti in strada, Comunità senegalese di Giorgino) in vista dello sciopero del primo marzo (Primo marzo 2010).
Mentre l’ambiente urbano subisce una nuova minaccia (Non stiamo parlando di edilizia, Gianni Loy), nella lontana Palestina persino piantare un albero sembra difficile, ma la solidarietà lo rende possibile (Alice Sassu, Neppure un albero). Gli aghi dell’identità puntano ancora su diverse rotte (Valeria Piasentà, Morte di un imprenditore), e si legge con un brivido la riproposizione di gesti e pratiche fasciste (Sardi ariani, di Alfonso Stiglitz e Mario Cubeddu, Il talento e la resa). La scrittura può ancora indagare su percorsi originali non sempre conosciuti (Natalino Piras, Poetare operaio), o indicare con la denuncia un territorio che rischia di perdere il suo pregio fra abbandoni e aggressioni irresponsabili (Il brutto della Sardegna, a cura di Sandro Roggio, presentato da Costantino Cossu). Buona lettura.

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