In Sardegna studiose e studiosi di tre continenti riuniti in una scuola di studi gramsciani

1 Ottobre 2016
img_20160908_191003
Alessandra Marchi

“L’estensione dell’ideologia: folclore, religione, senso comune, buon senso, filosofia” è il complesso tema discusso durante la seconda edizione della Ghilarza Summer School (GSS), la scuola internazionale di studi gramsciani che si è tenuta in Sardegna tra il 5 e il 10 settembre 2016. L’iniziativa è stata promossa e organizzata dall’Associazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza, in collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci (Roma), con la International Gramsci Society (IGS) e il Laboratorio di Studi internazionali gramsciani dell’Università di Cagliari, e con il sostegno finanziario della Fondazione di Sardegna.

La GSS è nata con l’intento di far incontrare e collaborare i più importanti studiosi di Gramsci, ma anche di diventare lo spazio in cui la tradizione storico-filologica italiana possa fecondamente dialogare con l’approccio teorico e analitico dominante nel mondo anglofono.

Dopo il tema Egemonico/Subalterno discusso nella prima edizione del 2014, l’oggetto del corso di quest’anno si è focalizzato sulla “ricostruzione dell’originale ripensamento che la nozione di ideologia conosce nei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci. Riandando alle origini settecentesche del concetto, e allo stesso tempo intervenendo nel dibattito contemporaneo sul nesso tra ideologia e conoscenza, Gramsci, dall’interno del marxismo, dilata il significato dell’ideologia, liberandola da qualsiasi accezione riduzionistica e meramente critico-negativa”. Gramsci avvicina l’ideologia a una serie di altri concetti – dal folclore alla religione, al senso comune, alla filosofia – che, nella loro articolazione, spiegano il funzionamento “culturale” e non meramente strumentale e amministrativo degli “apparati egemonici”.

Le diverse lezioni del corso, nella loro struttura e sequenza, hanno evidenziato i passaggi che condussero a questa ridefinizione, indagando inoltre gli aspetti teoricamente più attuali che da essa scaturiscono per l’analisi critica della cultura e degli apparati di potere, con particolare attenzione alla originale nozione di “intellettuale”.

I seminari hanno affrontato il tema prescelto da una duplice prospettiva, e cioè secondo una ricostruzione che delinea la questione in base alla logica interna dei testi di Gramsci, ed anche nella sua proiezione e presenza attuale nella discussione scientifica e nel dibattito teorico a livello internazionale.

Il filosofo francese André Tosel (Université de Nice Sophia Antipolis) ha inaugurato la GSS con la lectio magistralis Democrazia, filosofia, ideologia e società oggi; i concetti di Ideologia, superstrutture, linguaggio e di Senso comune e buon senso sono stati introdotti dai professori Fabio Frosini (Università di Urbino) e Giuseppe Cospito (Università di Pavia). L’antropologo sardo Cosimo Zene (SOAS, University of London) ha discusso di Folclore, religione, senso comune, seguito dal professore di origine maltese Joseph A. Buttigieg (University of Notre Dame, Indiana/USA) sul concetto gramsciano di “intellettuale” e di “cultura”. I francesi Romain Descendre e Jean-Claude Zancarini (ENS, Lyon) hanno presentato insieme una relazione sui temi gramsciani di Traducibilità, egemonia, ideologia, temi arricchiti dalla relazione su Filosofia, democrazia, Stato nazione di Francesca Izzo (Università di Napoli “L’Orientale”). Le categorie Stato, politica e intellettuali sono servite alla studiosa inglese Anne Showstack Sassoon (Birkbeck, University of London) per dibattere intorno al recente esito del referendum sulla Brexit, e infine Gianni Francioni (Università di Pavia), ideatore e Presidente della GSS, ha concluso i seminari in un incontro aperto al pubblico intitolato La costellazione dell’ideologia in Gramsci.

La rigorosa scuola filologica italiana, indispensabile per comprendere la ricchezza e il “ritmo del pensiero” gramsciano, si pone insomma in dialogo con altri sguardi disciplinari e metodologici e con nuove letture di Gramsci proposte e suscitate da vecchie e nuove generazioni di studiosi e studiose provenienti da diversi continenti, che dopo ogni seminario hanno avuto a disposizione alcune ore per discutere insieme le tematiche presentate. Tra le numerose candidature pervenute da 10 paesi di 3 continenti, sono stati selezionati 15 partecipanti, sulla base dei progetti e dei cv presentati rispondendo al bando pubblico: 4 dall’Italia, 6 dall’America Latina (3 dal Brasile, 2 dall’Argentina e 1 dal Messico), 2 dagli USA, 2 dalla Francia e 1 dall’Inghilterra. La parità di genere è stata particolarmente incoraggiata, con il risultato di una maggior partecipazione femminile (come era già accaduto nella GSS del 2014).

L’America Latina si conferma il continente tra i più attenti al pensiero gramsciano, che diventa per i tanti partecipanti alla scuola uno strumento fondamentale per capire e riflettere criticamente sulla realtà sociale e politica del proprio paese.

A conclusione dei lavori, la mattina del sabato 10 settembre si è tenuta presso il Rettorato dell’Università di Cagliari, una tavola rotonda intitolata “Gramsci nel mondo oggi”, in collaborazione col Laboratorio di Studi internazionali gramsciani – GramsciLab – dell’Università cagliaritana (http://sites.unica.it/gramscilab/), per mettere a confronto le rispettive esperienze didattiche e le diverse tradizioni di studio a livello internazionale.

I lavori sono stati integralmente ripresi da EjaTV, media partner della GSS, i cui aggiornamenti e interviste quotidiani sono visionabili online (www.ejatv.com).

L’esperienza della GSS ha come obiettivo l’avviamento di un percorso scientifico e di impegno civile che si proietta nel lungo periodo. La formula didattica sperimentata si sta sviluppando e ripetendo in altri contesti anche fuori dalla Sardegna, ma la scelta dell’isola e di Ghilarza quali luoghi deputati a ospitare l’evento, insieme alla locale associazione Casa Museo di Antonio Gramsci attiva da alcuni decenni, danno corpo a una dimensione affettiva e culturale legata alla terra di “Nino”. Le radici, anche antropologiche, della maturazione di Gramsci in questa terra, offrono un significativo supporto al rinnovamento della lettura dei temi gramsciani e della Sardegna, lettura che auspichiamo possa rivelarsi utile e stimolante per tradurre le idee in azioni politiche propositive e lungimiranti.

Se il pensiero gramsciano è ancora così attuale, e ritorna in patria arricchendosi di tanta dialettica, è proprio perché Gramsci ha saputo guardare al futuro, da pensatore e politico rivoluzionario si è impegnato per agire nel mondo come non riesce più a fare la classe dirigente di oggi. Sarebbe tempo che la sua lezione torni d’attualità non solo nelle aule universitarie e tra gli studiosi specializzati, ma nelle prassi quotidiane che forgiano la società e lo Stato.

 

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI