La Sardegna in lotta con le migliaia di pastori e agricoltori

4 Agosto 2017
Claudia Zuncheddu

Imponente manifestazione del Movimento Pastori Sardi a Cagliari per ribadire che il settore agropastorale sempre più in crisi non può morire sotto il cinismo e l’indifferenza della Politica. La Sardegna non può e non deve morire.

Sotto i portici del palazzo del Consiglio della Regione Autonoma, ad attendere il corteo dei pastori dove erano presenti numerosi bambini, donne ed anziani, c’era un servizio d’ordine pubblico con un numero spropositato di agenti. Considerare la disperazione delle nostre campagne e quindi un problema di sopravvivenza del settore e della gran parte dell’economia sarda, come un problema di ordine pubblico è grave e dimostra, da parte delle autorità, la non comprensione o addirittura la estraneità a queste tematiche. Le forze dell’ordine in assetto antisommossa tra la Piazza e il mondo ovattato della Politica sarda, non solo non è stato un bello spettacolo, ma è stata una manifestazione di disprezzo rispetto ai sardi che osano alzare la testa, manifestare il proprio disagio e il diritto alla propria dignità.

Una delegazione di pastori si è confrontata con alcuni capigruppo del Consiglio e come il solito rito vuole, qualche promessa è stata strappata. E’ una sorta di buona educazione che prevede che nessuno esca dal Palazzo senza una pacca sulla spalla e una promessa da tradire. Attendiamo ancora una volta che il Presidente Pigliaru, l’assessore all’Agricoltura e l’assessore al Bilancio definiscano programmi reali di sostegno e tempi certi di erogazione.

Si pone la necessità di unire le numerose lotte in corso in Sardegna, lotte che nascono dal disagio e dalla fatica del vivere quotidiano del nostro popolo, privato cinicamente anche dei diritti primari come la Sanità, il Lavoro e lo Studio. Non possiamo fermarci ancora una volta alla ritualità che vede i sardi manifestare il proprio malessere e le proprie aspirazioni sotto i portici del Palazzo del potere: sordo, cieco e muto. Le decisioni, se la Sardegna deve ancora vivere o se deve defungere, vengono prese oltre che a Cagliari e a Roma anche in Europa, a Bruxelles. Ogni eletto dal popolo, dal consiglio comunale al Parlamento europeo deve assumersi con coraggio le proprie responsabilità e manifestare in maniere chiara ed inequivocabile da che parte sta, se con il popolo sardo o con il potere.

La nostra classe politica, inadeguata e volutamente incapace, è l’utile idiota che alberga nel Palazzo di Via Roma per obbedire a ordini contrapposti alle esigenze e alle rivendicazioni dei sardi. E’ compito di tutti noi rivedere prontamente le nostre strategia di lotta ed unire tutti i movimenti di ribellione per salvare la nostra Terra, le sue attività produttive tradizionali, i nostri diritti e il futuro delle nostre generazioni.

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