L’autunno del patriarca?

1 Settembre 2013

Giovanni Nuscis
Berlusconi ha comprato mezza Italia: giornali e giornalisti, tivù e attrici, comici, cantanti, opinionisti, figlie e madri e padri e nonne, avvocati, deputati, senatori, consiglieri, assessori, dirigenti. Ha costruito in vent’anni un partito su misura per i suoi interessi personali, salvando e incrementando il suo patrimonio, intanto che governava il Paese.
Come imprenditore ha frodato lo Stato, corrotto un giudice, falsificato bilanci, pagato tangenti. E’ inoltre accusato di aver corrotto un parlamentare per assicurarsi la maggioranza necessaria in Parlamento, di aver sfruttato la prostituzione di una minorenne, di aver tenuto in busta paga un harem di giovani donne.
Non è però riuscito a comprare tutti. Non i pubblici ministeri e i giudici che lo hanno di recente condannato per frode fiscale a quattro anni di reclusione. Per questo, da condannato, non può che dire: «Una sentenza infondata, ingiusta, addirittura incredibile».
Non sarà graziato. Non ci sarà un processo di revisione non ostante l’ingenua quanto inopportuna intervista (ma che nulla ha aggiunto rispetto a ciò che già si sapeva) del giudice della Cassazione che ha confermato la condanna di primo e di secondo grado. La Commissione del Senato che a breve si pronuncerà sulla sua incandidabilità non potrà, a maggioranza, che pronunciarsi a suo sfavore. Se anche gli si concedesse ora un indulto o un’amnistia, tali benefici si dovrebbero reiterare ad ogni condanna ulteriore che immancabilmente arriverà.
Ma Berlusconi non è un vecchio pensionato arrendevole e dimesso, pentito delle cose fatte. Pagherà e comprerà ancora uomini e donne, come ha sempre fatto, imponendo i suoi interessi e piaceri. Fin che potrà, naturalmente. La sua voce, il suo volto, le sue ragioni sono stati in questi anni moltiplicati all’ennesima potenza, dai media di cui è proprietario e dalla Rai. Non sarà semplice ridimensionarne la presenza e l’invadenza, se non dopo la dipartita (non necessariamente fisica) sua e del servidorame che gli ha permesso e gli permette questo.
Chi ne pronostica la fine imminente, sbaglia. Così come sbaglia chi dà per scontata, senza di lui, la sconfitta del suo schieramento alle prossime elezioni. La correlazione tra spese elettorali e successo elettorale è comprovata da studi  accurati (consiglio la lettura dell’ottimo saggio di Marco Revelli “Finale di partito”). Il suo patrimonio personale, anche senza il finanziamento pubblico ai partiti, può permettergli di sostenere qualunque campagna elettorale fino alla fine dei suoi giorni. Gli scandali, stando ai sondaggi, lungi dal danneggiarlo, sembrano addirittura incrementarne la popolarità e il gradimento. Al di là della sua vicenda  giudiziaria, ha ancora molto da difendere, preservare e tutelare. Molte, moltissime le persone e i soggetti legati a doppio filo con lui. Un catafalco destinato a crollare solo con la sua fine fisica.

2 Commenti a “L’autunno del patriarca?”

  1. L’AUTUNNO DEL PATRIARCA? | ALBA – ALLEANZA PER IL LAVORO I BENI COMUNI L'AMBIENTE – NODO TERRITORIALE DI SASSARI scrive:

    […] DA IL MANIFESTO SARDO […]

  2. L’autunno del patriarca? | Poeme Sur Le Web Blog scrive:

    […] DA IL MANIFESTO SARDO […]

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI