Liberi infine

17 Febbraio 2009

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Raffaello Ugo

Liberi infine, I have a dream. Liberi cittadini del popolo delle libertà della casa della libertà del polo delle libertà. Ma non saremo anche troppo liberi? Macché, andiamo. Basta con le gare di rutti al chiuso, l’aria s’era fatta irrespirabile, occorre prender aria, tutti fuori dalla casa della libertà, invadiamo festanti il territorio. Liberi infine. I have a dream, cittadini liberi, roma ladrona ecc ecc. liberi dalle catene dello statalismo. Libere associazioni di liberi cittadini con libere mazze da baseball. Riprendiamoci le città. Avanti avanti, noi siamo il futuro. Marciamo compatti. Questo è il paese che amiamo. Poeti navigatori e tutto il resto. Perbacco cos’è questa puzza di materiale organico in decomposizione amici? Qualcuno a pestato un merda? Avanti, avanti, compatti. Formiamo la ronda al suon della gironda. Parapà parapà parapà. Tu cittadino, non avrai un po’ troppa melanina in circolo? Sarai mica uno zingaro? Fai vedere i documenti cittadino. Avanti avanti al buio tutti i gatti sono neri, attenti a non picchiarvi tra di voi cittadini. Il diverso è diverso da noi lo dice la parola stessa, avanti. C’è chi è nero fuori e chi è nero dentro. Non cominciamo a fare distinguo che si crea confusione. Jamme, jamme, chi ha parlato? Cittadini non facciamo scherzi di cattivo gusto. La cassöla, ricordatevi la cassöla, non commuoverti cittadino, abbiamo un lavoro da compiere. Allons allons, così va meglio andiamo. Ahia cittadino, attento con quella mazza, ad agitarla così nell’aria qualcuno si farà male davvero. C’è un medico? Bene, benissimo, con i cerotti e tutto. Che fai cittadino medico, le impronte? Ma io sono dei vostri, anzi dei nostri, non facciamo confusione, marciamo, alti i cuori il futuro siamo noi, hail, hail in alto i cuori tenete il tempo. Zumpazumpazumpappà, acchiappalo, acchiappalo, là sotto il cartone, acchiappalo cittadino. Bravo, bravissimo, quant’è brutto, presto un baobab per appenderlo, dov’è il baobab, non abbiamo il baobab, non possiamo appenderlo al pino, non regge. Che organizzazione, che figura amici, chi è che ha pestato la merda, ci siamo dimenticati anche la corda, questa puzza è insopportabile amici, indietro indietro, ci vuole un momento di riflessione rientriamo nella casa della libertà del polo della libertà, gara di rutti anche per stasera, oste portace dabbere, roma ladrona, gliela facciamo vedere noi a questi terun. Le scarpe fuori dalla porta cittadini ché qualcuno ha pestato una merda. Che puzza insopportabile, senza le scarpe è anche peggio, non facciamo distinguo sottili, siamo tra noi cittadini liberi, questi sono piedi di gente che lavora. Le scarpe fuori comunque, come alla moschea. Chi ha detto moschea? Dalli al musulmano. Qui va tutto a fuoco. Cittadini, qualcuno alla fine si farà male davvero. Hail, hail, zumpappà.

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