Lodo Alfano illegittimo

8 Ottobre 2009

Lodo Alfano

da “Il Manifesto”

Il lodo Alfano è illegittimo. La sentenza della Corte costituzionale è arrivata poco dopo le 18. Secondo le prime informazioni la decisione è stata presa a maggioranza: nove i pareri favorevoli, sei i contrari. Per capire esattamente il contenuto e il senso della sentenza bisognerà attendere il testo ufficiale. Intanto si sa che la legge firmata dal Guardiasigilli è stata considerata incostituzionale sotto due profili. Da una parte viola, infatti, l’articolo 138 della Carta: il governo per garantire l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato avrebbe dovuto procedere con l’iter previsto per le leggi costituzionali (due letture in parlamento e approvazione a maggioranza assoluta). Dall’altra il lodo Alfano viola l’articolo 3, cioè il principio di uguaglianza.
Tra le prime reazioni minacciose, quella di Gasparri: “da oggi la Corte costituzionale non è più un organo di garanzia”. In serata, vertice a palazzo Grazioli tra il premier e i capigruppo parlamentari del Pdl.
Per tutto il giorno è stato un gran via vai a Palazzo Grazioli, luogo prediletto dal premier per tenere vertici governativi e di maggioranza. Nel primo pomeriggio Berlusconi ha ricevuto il ministro della giustizia Angiolino Alfano e il leader della Lega Umberto Bossi, che prima di avracre il portone aveva lanciato parole di fuoco:«Se il lodo viene dichiarato illegittimo trasformeremo le elezioni regionali in un referendum sul premier. Trascineremo il popolo, che è con noi». Parole subito definite «irresponsabili» dall’opposizione. Poco dopo la notiza della sentenza sono invece giunti a Palazzo Grazioli il capogruppo e il vicecapogruppo del Popolo delle Libertà, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello. Gravissime le dichiarazioni di Gasparri: «La Corte, un tempo costituzionale, da oggi non è più un organo di garanzia, perchè smentendo la sua giurisprudenza ha emesso una decisione politica, che non priverà il Paese della guida che gli elettori hanno scelto e costantemente rafforzato di elezione in elezione». «Ora mi aspetto che Berlusconi lavori attendendo la fine dei procedimenti a suo carico, e che si concentri un po’ di pù sui problemi del paese – ha detto il candidato alla segretria del Pd Pierluigi Bersani – mi auguro il rispetto da parte di tutti per questa decisione e mi auguro che ci siano toni adeguati perchè stiamo parlando di un presidio fondamentale della vita democratica”. « Alla Corte va il plauso di tutti i sinceri democratici del nostro Paese. A Bossi, che minaccia il ricorso al popolo, ci limitiamo a dire di lasciar perdere e di non svegliare il cane che dorme», è invece il commento del segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero. Ferrero, Diliberto e Salvi, per la Federazione della sinistra, chiedono poi che «Adesso Berlusconi si dimetta e si vada subito a nuove elezioni anticipate. Rispetto alle quali proponiamo a tutte le forze democratiche di dare vita a una
brevissima legislatura di garanzia costituzionale che approvi la legge sul conflitto d’interessi, cancelli le misure sulla giustizia approvate dal governo Berlusconi e vari una legge elettorale proporzionale che superi l’attuale legge truffa”. Mentre Sinistra e Libertà ha indetto nel tardo pomeriggio un sit-in davanti Palazzo Chigi.

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