L’urgenza del registro tumori

16 Aprile 2016
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Giancarlo Nonis

Sono passati ormai 7 mesi dal primo incontro con l’Assessore Arru, regna il silenzio più totale sul Registro Tumori regionale istituito nel lontano 2012 a seguito del decreto ministeriale che impone la realizzazione dei registri di patologia, l’unico esistente è quello sulle malattie rare, pare sia utilizzato in Assessorato per dare l’esenzione e i farmaci necessari a curare i malati, così come il registro nazionale del mesotelioma causato dall’amianto.

Il Registro Tumori lo ripetiamo per l’ennesima volta è un formidabile strumento in mano agli epidemiologi che utilizzando i flussi informativi forniti dalle SDO, dalle cartelle cliniche, dalle diagnosi anatomopatologiche, le uniche che definiscono esattamente il tipo e il grado di tumore accertato,assieme ai trattamenti chemioterapici e radianti, dopo essere stati resi anonimi dai dati anagrafici del malato ci danno il quadro della situazione sanitaria in un determinato territorio, e sappiamo bene di cosa stiamo parlando.

In Sardegna il primo studio è stato ordinato dall’ Assessore Dirindin nel 2006 e utilizzando i soli dati di mortalità, ne venne un fosco quadro con indici allarmanti di incidenza di tumori nel Nuorese, anche se come dappertutto la prima causa dei decessi è dovuta alle malattie cardiocircolatorie, nel Cagliaritano è alta l’incidenza delle malattie respiratorie e i tumori del polmone, nel nord della Sardegna prevalgono le malattie dell’apparato digerente e i tumori del fegato.

Ma resta significativo l’allora dato rilevato a Portoscuso c’era un sensibile aumento della mortalità causata dai tumori dell’apparato respiratorio e dei tumori polmonari in entrambi i sessi, adesso possiamo aggiungere che la situazione si è ulteriormente aggravata dalla constatazione della ritardata crescita dei bambini dovuta all’assorbimento di piombo nel sangue evidenziato dalla Università di Cagliari nel 2008.

Per inciso ricordo che dal lontano 1993 tutta l’area compresa Carbonia fu dichiarata Area ad Alto rischio Ambientale ora allargata al Guspinese e Macchiareddu e a Sarroch, dove nel 2013, uno studio sui bambini messi a confronto con altri di Burcei ha portato a dimostrare come i primi abbiano il DNA modificato così come accertato dall’OMS intorno alle maggiori raffinerie del mondo, quale è quella presente a Sarroch, come Sito Inquinato Nazionale ( scusate d’interesse del governo nazionale, e solo ora hanno dato il via al Piano Sulcis per la bonifica a partire dalla exSardamag di S.Antioco già precedentemente falsamente bonificata)-

Sappiamo dallo studio rimasto incompleto richiesto alla Università dalla Giunta Capellacci attraverso un gruppo appositamente costituito dal prof.Faa nel 2009 e sciolto nel 2013 che nel Campidano era molto alta la presenza del tumore alla mammella.

Nel 2012 l’ASL8, ha pubblicato parrebbe l’unico lavoro basato sulle SDO dove al primo posto troviamo sempre la conferma del tumore della mammella, seguito dai tumori delle vie aeree e polmonari, nello studio si evidenzia che la parzialità dei dati porta a sottostimare i linfomi e leucemie, così come mancando il confronto con i dati ambientali, impedisce di pervenire a conclusioni scientificamente corrette.

La ricerca SENTIERI pubblicata nel 2014 ha confermato la gravità della situazione. Il primo studio completo epidemiologico nei SIN, basato sulla mortalità, l’incidenza oncologica e i ricoveri ospedalieri, ci dice che a Porto Torres e Sassari sono in aumento i mesoteliomi causati dall’amianto, così come risulta aumentata la mortalità e l’incidenza per tutti i tumori e le malattie dell’apparato respiratorio in entrambi i generi.

Purtroppo questa ricerca si è fermata al solo Registro Tumori del Sassarese, essendo totalmente assente nel sud della Sardegna pur in presenza del più vasto SIN inquinato italiano

La richiesta di conoscere attraverso il registro epidemiologico comunale i dati a Macomer, così come ad Ottana e Porto Torres, ci conferma la grande richiesta sociale di poter conoscere lo stato di salute del proprio territorio, un diritto che fa parte della Costituzione italiana, ma forse la nostra “autonomia” porta l’Amministrazione  Regionale a trascurare i nostri diritti fondamentali.

Non è nascondendo la testa dentro gli armadi della Regione che si potranno determinare le cause ambientali o legate a stili di vita errati, lo confermano i dati pubblicati nel 2014 dalla AIOM in collaborazione con l’AIRTUM  coordinamento dei Registri Tumori Italiani, il quale ci conferma che in entrambi i sessi i tumori più frequenti sono costituiti nel’ordine dal Colon-retto, mammella, prostata, polmone e  vescica, i decessi sono più frequenti tra gli uomini e si conferma il dato che grazie alle campagne di prevenzione i famosi piani di screening oncologici del colon retto, della cervice uterina e della mammella ci si ammala maggiormente nel nord Italia, ma si muore di più nel Sud compresa la Sardegna dove la diagnosi è tardiva e si fa meno prevenzione aldilà del trionfalismo sulla “adesione ai programmi “ in quanto si risponde meno alle visite programmate e successive ad una diagnosi positiva per il tumore. In un altro lavoro pubblicato nel 2014 della ASL8 viene rilevato come le diseguaglianze sociali e culturali hanno portato ad una minore adesione ai programmi di prevenzione sulla mammella e il colon retto.

 

Ma è il dato della sopravvivenza dopo l’accertamento per aver contratto una patologia tumorale che resta il principale indicatore che permette di valutare l’efficacia del sistema sanitario nei confronti di questa patologia, La sopravvivenza è fortemente influenzata da due strumenti: la prevenzione secondaria e la terapia. Nel primo caso, attraverso una diagnosi precoce, si ha una maggiore probabilità di essere efficacemente curati. Una parte rilevante nell’incremento della sopravvivenza è imputabile agli sviluppi della terapia oncologica in particolare l’uso dei farmaci sviluppati attraverso la biologia molecolare. Ricordo ancora una volta che tutti gli studi accreditati utilizzano i dati resi pubblici dalla rete AIRTUM.

E chiudo ricordando che il Consiglio Regionale sta affrontando proprio in questi giorni la Riforma del Sistema Sanitario. La quale se vuole essere efficace e convenientemente economica non può più fare a meno di uno strumento quale è il Registro tumori federato della intera Sardegna.

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