Migranti e Rifugiati: l’altra faccia della verità

1 Maggio 2015
inside_out_l_italia_sono_anch_io_gallery_nazionale_01_inside_out_l_italia_sono_anch_io
Roberto Mirasola

L’Italia si sa è un paese di santi, poeti e navigatori il che ci consente, bontà nostra, di dare a volte un’interpretazione della realtà circostante con uno sguardo a dir poco sorprendente. Se diamo una lettura ai nostri quotidiani, in riferimento alle recenti tragedie del mare, allora ci accorgiamo che si passa dalla preoccupazione per l’imminente invasione di proporzioni bibliche, resa ancora più preoccupante dalla presenza in Libia dello Stato Islamico capace di infiltrare nelle carrette del mare potenziali terroristi, alle improbabili soluzioni di affondamento dei barconi degli scafisti, rimasti gli unici responsabili dei fenomeni migratori. Al solito la fa da padrona la cattiva informazione. Un contributo di Open Society Foundations riporta che nel 2014 i quotidiani “la repubblica”, “il sole 24ore” e “il corriere della sera”, su 846 articoli dedicati all’immigrazione l’88% di questi era dedicato a sbarchi, emergenza profughi, criminalità,proteste. Naturalmente poco o nulla è dedicato al migrante inserito nella società, che servirebbe a smontare gli stereotipi di cui poi ci nutriamo. A questo punto per mia curiosità sono andato a studiarmi il problema, e le scoperte fatte impongono delle doverose precisazioni.

Innanzitutto bisogna distinguere tra migranti economici e rifugiati, perché sono diversi i motivi che portano le persone a lasciare il loro paese e diverse sono poi le procedure da seguire quantomeno per l’accoglienza. L’affermazione più frequente, per quanto riguarda i migranti è “non possiamo accoglierli tutti”, anche perché poi  “ci rubano il lavoro”. Ma procediamo per ordine. Gli sbarcati in tre anni sono stati circa 140 mila. Gli immigrati stranieri residenti oscillano, a seconda delle fonti,  tra i 4,4 milioni e i 5,3 milioni su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. In ogni caso gli arrivi regolari (per lo più dall’est Europa) sono più degli sbarcati. A ciò si deve poi aggiungere che i flussi migratori sono diminuiti passando dai 400 mila del 2009 ai 250 mila del 2013. E’ pur vero che “ci rubano il lavoro”. Uno studio della Banca d’Italia pubblicato nel 2014 sostiene che  l’immigrazione non avrebbe effetti negativi sui lavoratori del paese ospitante, né in termini di tassi di occupazione né di livelli retributivi. Del resto le stesse conclusioni vengono raggiunte dalla relazione del CNEL del novembre 2012. Entrambi i documenti parlano di complementarietà del lavoro in quanto un lavoratore immigrato che copre un settore scoperto e poco appetibile  non avrà conseguenze negative per i lavoratori autoctoni e questo è dovuto alle differenze di competenze richieste. I  lavoratori del paese ospitante si collocano nelle occupazioni più complesse con la conseguenza che l’incremento di offerta di mansioni manuali a carico dei migranti comporta un aumento delle retribuzioni per le mansioni più complesse destinate ai lavoratori autoctoni. Ad ogni modo si scopre che sommando tutte le entrate pubbliche dovute all’immigrazione (gettito fiscale, permessi di soggiorno e contributi previdenziali) e le spese (sanità, scuola, servizi sociali, accoglienza e spese per l’immigrazione irregolare) vi è un saldo positivo di quasi 4 miliardi di euro. Insomma, gli stranieri contribuiscono a sostenere la nostra spesa pubblica immettendo ogni anno circa 123 miliardi di euro, l’8,8% della ricchezza prodotta in Italia. Questo perché fanno la spesa, affittano le case, pagano le imposte, in poche parole contribuiscono all’economia italiana  e se dovessero andar via l’Italia perderebbe punti di PIL e l’INPS avrebbe difficoltà a pagare le pensioni degli anziani italiani, sempre più numerosi.

Capitolo rifugiati. Qui le parole d’ordine sono: “tsunami umano”, “esodo biblico”, per non parlare dei rapporti dei servizi segreti che parlano di centinaia di migliaia di profughi pronti a partire e di conseguenza “ne arrivano troppi:  l’Europa non ci aiuta”. E’ innegabile che le recenti crisi medio orientali abbiano portato  un incremento del fenomeno, ma si scopre che l’Italia pur registrando una sensibile crescita relativa alle domande di asilo è soltanto sesta in Europa come paese di accoglienza dei richiedenti. In testa a questa particolare classifica troviamo la Germania con 109.600 domande, seguita dalla Francia con 60.100 e dalla Svezia con 54.300. Ma tutto ciò è niente se andiamo a vedere che nei primi sei mesi del 2014 il piccolo Libano accoglieva 1,1 milioni di richiedenti asilo , la Turchia quasi 800 mila e la Giordania 645 mila. E’ del tutto evidente che questi dati non vengono diffusi perché sarebbero controproducenti per la retorica della paura oggi purtroppo dominante nel nostro paese. Il motivo del resto è evidente, a tutt’oggi manca una politica sull’immigrazione, forse perché da noi il fenomeno migratorio è recente. Inevitabilmente la società sarà sempre più multietnica per il semplice motivo che i flussi migratori non potranno essere fermati. Dovremo quindi porci il problema di come vogliamo che sia il nostro futuro, se di pacifica convivenza o di continui conflitti nelle nostre società. Io penso che si debbano allargare i diritti, si tratta in definitiva di fare una vera e propria rivoluzione: applicare la nostra Costituzione che questi principi li prevede già al suo interno. Anche perché se ci ergiamo a paladini della democrazia, per essere credibili dobbiamo esser capaci di mettere in pratica i valori che questa esprime. Ad esempio non sarebbe male che fosse convertita  in legge la proposta presentata dall’“Italia sono anch’io” che tante firme popolari ha raggiunto.

*Nell’immagine: Inside Out, ritratti per i diritti dei cittadini stranieri

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI