Notti padane. Nella psiche del rondista

16 Settembre 2009

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Valeria Piasentà

«Voglio eliminare tutti i bambini dei zingari che vanno a rubare dagli anziani. Voglio tolleranza a doppio zero!.. Voglio la rivoluzione contro coloro che vogliono aprire le moschee e i centri islamici… No! vanno a pregare nei deserti! Aprirò una fabbrica di tappeti…ma che vadano nei deserti… Rivoluzione nei confronti di quelli che vorrebbero dare il voto agli extracomunitari… Io non voglio vedere consiglieri neri, gialli maròn e grigi insegnare ai nostri giovani! cosa insegnano? la civiltà del deserto?» trascrizione dal ‘Vangelo secondo Gentilini’ -ex sindaco di Treviso indagato per istigazione all’odio razziale – recitato davanti a un pubblico esultante alla Festa dei Popoli, Venezia 14 Settembre 2008 (video su YouTube). In un triste e lungo dopoguerra il popolo tedesco si è domandato cosa lo ha portato ad approvare e giustificare, o a tollerare con l’indifferenza di chi finge di non vedere e di non sapere, la lunga deriva nazista col suo corollario di razzismi vari fino alla ‘soluzione finale’. Come ha potuto essere complice di quello strappo della storia, e perché. Scrive il filosofo ebreo Hans Jonas ne Il concetto di Dio dopo Auschwitz «Dio permise che ciò accadesse. Ma quale Dio poteva permetterlo?…durante gli anni in cui si scatenò Auschwitz Dio restò muto. I miracoli che accaddero furono unicamente opera di uomini». E oggi? Dopo la verifica della storia, oggi il popolo italiano sembra immobile di fronte alle leggi e alle prassi razziste contro gay, rom, mussulmani, intellettuali, profughi, comunisti, giornalisti, giudici, cattolici, ecc. ovvero contro tutti coloro che non si omologano al pensiero unico dominante. E molti approvano, come quel cittadino milanese che ha affermato con orgoglio a un intervistatore del TG3 Lombardia: «io e la mia famiglia siamo razzisti». Dalle ronde padane alle ronde di Stato. La Federazione della Guardia Nazionale Padana e le Camicie Verdi, poi Volontari Verdi di Borghezio guidati da quel Max Bastoni che sul suo manifesto elettorale si pubblicizzava «Bastoni contro gli immigrati», nascono nel 1996 per garantire un servizio d’ordine al Governo Provvisorio della Repubblica Padana. Nel 2000 vi partecipava anche il ministro Brunetta e sono ancora esistenti al Nord come Onlus nella Protezione Civile. Il reclutatore era l’attuale ministro Maroni che ai candidati chiedeva se erano in possesso di porto d’armi e raccomandava l’esercizio del tiro a segno. Per la Procura di Verona -che ha indagato Maroni, Bossi e Calderoli – si trattava di corpi paramilitari. Interrogata dal procuratore Papalia, Irene Pivetti dichiarò «Bossi mi spiegò cosa significasse per lui la Guardia Nazionale Padana: quando un popolo si sveglia, mi disse, ha bisogno del suo esercito» Poi, nel raduno di Pontida del 2000, si costituirono i Carabinieri Padani contro la criminalità e l’islamismo. Oggi la politica della paura e dell’odio fomentati ad arte ha favorito la nascita di centinaia di ronde comunali, specie nel Nord. Sono ronde di tutti i tipi che si stanno certificando secondo i criteri del Decreto sicurezza, ma per la gran parte fanno riferimento ai partiti dell’estrema destra e, soprattutto, alla Lega. Borghezio quantifica in oltre un migliaio i volontari leghisti pronti a formare ronde senza simboli manifesti dei partiti insieme a ex appartenenti alle forze dell’ordine. A Milano, dopo l’apertura di una scuoladi formazione diretta da Bastoni, ora sono pronti a sostituire i City Angels licenziati in quanto gravavano sulla spesa pubblica per 197mila euro; e i Blue Berets, allontanati dalla giunta Moratti per contiguità all’MSI di Saya – che a sua volta organizza le ronde nere in divisa simile a quella delle SS – ma già costati alla città dal giugno 2008 400mila euro per l’appalto nella zona di viale Jenner più 220mila per le ronde sul metrò, mentre il presidente Scavo risulta tutt’ora iscritto al partito del sole nero di Himmler così Sindoca, indagato con Saya per la costituzione di un servizio segreto parallelo. Il vecchio sogno di Bossi e di Maroni sembra realizzarsi attraverso l’istituzionalizzazione: la Lega avrà il suo esercito. Ma chi sono le persone che decidono di partecipare alle attività delle ronde? Il periodico di psicologia e neuroscienze Mente e Cervello (sett 09) traccia la psicologia del rondista. Secondo Adolfo Ceretti, docente di criminologia all’Università di Milano-Bicocca e autore con Lorenzo Natali di Cosmologie violente, «le persone che si inscrivono nelle fila delle ronde abitano cosmologie personali improntate al dominio e orientate alla violenza». Attraverso la divisa e gli accessori che la compongono rafforzano il messaggio ed esprimono l’intento di sottomettere, com con la torcia: «il gesto dell’illuminazione, è un gesto di dominio che produce in chi lo subisce una microesperienza di umiliazione, Che, per un attimo, mortifica e induce quel sentirsi una non- persona». Infatti, questo tipo di relazione presuppone che si stabiliscano a priori ruoli fissi di dominatore e di dominato. Inoltre, la mentalità del rondista tende a ridurre la complessità delle dinamiche sociali «al codice binario amico/nemico», e il nemico si individua dall’alto. Si induce «il bisogno di paura per poi prendersi il potere di proteggere…(ma) sono io a decidere da che cosa proteggerti». Alla violenza ci si addestra. Il processo segue un percorso composto metaforicamente da quattro stanze: della brutalizzazione (sottomissione violenta, orrificazione personale, addestramento violento); della belligeranza; delle prestazioni violente; della virulenza, dove si entra solo dopo la prima vittoria fisica sull’avversario. Non casualmente molti volontari provengono da corpi militari. Intanto l’esercito presidia le città: Milano ha chiesto altri 50 militi in aggiunta ai già stanziati; il ministro La Russa nel suo ultimo intervento a favore degli F-35 a Cameri, ha promesso di inviare soldati a Novara «quanti ne vorrà l’amministrazione», basta chiedere.

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