Nuovamente col Porcellum

1 Marzo 2008

PRONTI ALLE ELEZIONI
Luca Cogoni

Diciamola tutta, fra sistema proporzionale alla tedesca, maggioritario alla francese, “vassallum” (che sarebbe un proporzionale un po’ alla tedesca e un po’ alla spagnola) e chi più ne ha più ne metta, in queste ultime settimane, intorno alla prevista e, almeno a parole, da tutti auspicata riforma elettorale, se ne sono sentite di tutti i colori. Per concludere che tutto rimarrà come prima; ossia con il “porcellum” (e, come dicevano i latini, “i nomi sono conseguenza delle cose”, vieppiù quando, come in questo caso, ad attribuire il nome è lo stesso artefice della cosa, ossia Calderoli). Insomma, la mancata riforma elettorale rientrerà nel nutritissimo novero degli impegni assunti ma non onorati dal governo Prodi. Detto ciò, il sistema elettorale attuale, stabilito con la legge 270 del 21 dicembre del 2005, è una legge proporzionale con premio di maggioranza. Vediamo come si applica alla Camera dei deputati e al Senato.
Alla Camera, alla coalizione vincente a livello nazionale, anche se per un solo voto, viene garantito un minimo di 340 seggi, pari al 54 per cento dei seggi, con un premio di maggioranza del 4 per cento. Naturalmente, se la coalizione dovesse vincere con un margine più ampio, tutti i seggi in più si sommerebbero ai 340. Dodici seggi sono riservati agli italiani all’estero che votano con regole diverse (un proporzionale puro e sono ammesse le preferenze), uno alla Valle d’Aosta.
Al Senato, il sistema è simile a quello della camera, salvo che il premio di maggioranza (del 5 per cento) è attribuito a livello regionale e non nazionale, come stabilito dall’articolo 57 della Costituzione (fanno eccezione Molise, Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta, ove vige un sistema diverso). Pertanto, può capitare che vinca al Senato non la coalizione che ha ottenuto il numero totale di voti maggiore, ma quella che ha vinto nel maggior numero di regioni, sebbene siano quelle meno popolate.
Tutto ciò, tuttavia, potrebbe rimanere un discorso teorico per coloro che non dovessero superare le diverse soglie di sbarramento che non sono uguali per Camera e Senato. Alla Camera, le coalizioni devono superare il 10 per cento dei voti, i singoli partiti il 4 per cento e quelli collegati in coalizione (ad es: la Lega) il 2 per cento dei voti. Viene ammesso anche il ripescaggio del miglior partito sotto il 2 per cento.
Al Senato, le coalizioni debbono superare il 20 per cento dei voti, i singoli partiti l’8 per cento e quelli collegati in coalizione il 3 per cento.
Gli italiani all’estero votano o per corrispondenza o recandosi nell’ultimo comune italiano di residenza, eleggono 12 deputati e 6 senatori così suddivisi: 6 deputati e 2 senatori nella circoscrizione Europea, 3 deputati e 2 senatori nell’America meridionale, 2 deputati e 1 senatore nell’America settentrionale e centrale, 1 deputato e 1 senatore nel resto del mondo.
Ricordiamo che un aspetto che ha suscitato più di un malumore fra gli elettori è l’abolizione della preferenza (le cosiddette liste bloccate): gli eleggibili sono stabiliti dalle segreterie dei partiti e dall’ordine nel quale sono posti nella lista elettorale. La campagna elettorale dei candidati si svolge prima della presentazione delle liste all’interno dei propri partiti o coalizioni. E non vale il proverbio beati gli ultimi perché sicuramente non saranno eletti.
Il Porcellum garantisce inoltre le candidature plurime, cioè la possibilità per i leader di candidarsi in tutte le circoscrizioni (purché siano tutte o della Camera o del Senato). Ricordandoci anche che i capilista dei partiti minimamente rappresentativi vengono eletti di sicuro, accade inevitabilmente che vi siano dei plurieletti, cioè dei candidati che risultano eletti in tutte le circoscrizioni e che, pertanto, hanno la facoltà di decidere, dopo il voto, a chi lasciare il loro posto in tutte le circoscrizioni salvo che in una. Ebbene, tale espediente ha riguardato una percentuale considerevole sia di deputati che di senatori

1 Commento a “Nuovamente col Porcellum”

  1. Marco Marmotti scrive:

    Alla tedesca, alla francese, alla spagnola… Perchè non si fa semplicemente così: tutti quelli che vogliono vanno a votare, si contano i voti, e chi ne prende di più vince e governa! semplice no? Tanto questo giro comunque vada è una bella gara tra bischeri

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