Omaggio a Vincenzo Migaleddu

16 Aprile 2017
Giacomo Meloni

La sera dell’assemblea organizzata dalla CSS, dall’associazione Riprendiamoci la Sardegna e dall’assotziu Consumadoris Sardigna Onlus, sabato 8 Aprile 2017, Vincenzo era contentissimo. Si era fermato a parlare a lungo col Sindaco di Assemini ed in particolare con la sindaca di Carbonia, progettava una analoga iniziativa in tempi ravvicinati nella stessa città dell’Iglesiente, era disponibile ad un confronto aperto con gli stessi operai dell’Eurallumina, che il giorno 7 aprile avevano organizzato a Carbonia un’assemblea pubblica con l’incredibile clausola che invitava gli oppositori e critici al progetto di astenersi a parteciparvi perché non graditi. La sindaca, invece, voleva il confronto aperto anche aspro purché si capissero bene le ragioni degli uni e degli altri su un Progetto- quello dell’Eurallumina e di una Centrale a carbone – che coinvolgeva tutto il territorio del Sulcis.

Vincenzo era disponibile da subito anche intorno al 20-21 aprile. Con i relatori si era creato un clima molto collaborativo ed amichevole, soprattutto col giornalista Vito Biolchini che avrebbe coordinato la discussione e col dr. Massimo Dadea, che gli sedeva accanto e col quale aveva iniziato un fittissimo dialogo, anticipandogli il contenuto di alcune pagine dell’ultimo suo libro che aveva già affidato ad un Editore continentale di cui teneva ancora riservato il nome.

L’ultima relazione di Vincenzo al Convegno di Sabato 8 aprile sul tema: ”Territorio, Ambiente, Salute e Lavoro” era supportata da dati scientifici precisi sul disastro ambientale in atto in Sardegna, soprattutto nelle zone di Portoscuso – Portovesme e nel territorio di Porto Torres; ma era l’aspetto sanitario che lo preoccupava di più perché gli ultimi dati disponibili dai documenti ufficiali (SENTIERI – Studio Epidemiologico Nazionale dei Territorie degli insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento:Mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri).

I dati erano dell’aprile 2014, ancora troppo datati rispetto all’urgenza di elementi statistici più recenti che solo un monitoraggio epidemiologico esteso a tutti i territori inquinati della Sardegna poteva assicurare. Citava la battaglia dell’Associazione “Sa Luxi pro registro tumori” che in data 9 novembre 2016 aveva ottenuto dal Consiglio Regionale della Sardegna l’approvazione del Regolamento del registro tumori, dopo quattro anni dall’approvazione, nel 2012, della legge nazionale che istituisce detto registro. Resta il rammarico sulla lentezza dell’Amministrazione Regionale e la scarsa attitudine al confronto dimostrata da parte dell’Assessore Reg. le alla Sanità dr. Luigi Arru.

Vincenzo sottolineava col tono di voce più sostenuto questa urgenza per la Sardegna e lo faceva come medico per l’Ambiente nella sua veste di Presidente dell’ISDE Sardegna. La Sardegna, affermava, risulta ai primi posti in Italia per quanto riguarda alcune tipologie di tumori e di cancri aggressivi, direttamente connessi ai fattori ambientali, che colpiscono persone di entrambi i sessi anche in giovanissima età.

Non farò la storia di chi era Vincenzo Migaleddu, nato a Martis 64 anni fa, dove continuava a rifugiarsi nei tempi strettissimi che si ricavava tra il lavoro dello Studio Radiologico di Sassari ed i suoi molteplici e numerosissimi incontri, studi e ricerche, interventi, viaggi, convegni, assemblee per tutta la Sardegna.

Ovunque lo chiamassero, a qualsiasi ora, ed in qualsiasi giorno era sempre disponibile, soprattutto se veniva interpellato dai Movimenti da lui creati come Sardigna Terra Bia, nato dall’incontro con la grande Vandana Shiva attivista e ambientalista indiana, leader dell’International Forum on Globalization, che si batte per cambiare pratiche e paradigmi nell’agricoltura e nell’alimentazione; impegnata a livello internazionale nei Movimenti a difesa dei diritti sulla proprietà intellettuale, alla biodiversità, alla bioetica, alle implicazioni sociali, economiche e geopolitiche connesse all’uso di biotecnologie, ingegneria genetica.

Con lei resta memorabile la giornata del 28 luglio 2015 con migliaia di militanti dei movimenti ambientalisti, indipendentisti e pacifisti della Sardegna in occasione del V°Workshop Nazionale sulla Salute Globale nello scenario incantato di Nuraghe Losa ad Abbasanta. La manifestazione, voluta fortemente da Vincenzo Migaleddu, si aprì con la sua relazione su “Le criticità ambientali, sociali e sanitarie della Sardegna, seguita dall’intervento di Vandana Shiva sul tema: “Manifesto Terra Viva: da una economia lineare di consumo ad una economia circolare delle risorse”. Il workshop si concluse con gli interventi di alcuni sindaci con una “Proposta per un manifesto: Sardigna Terra Bia/Sardegna Terra Viva”.

L’idea di dar vita a questo evento nasceva dalla necessità di far conoscere la situazione ambientale della Sardegna. L’Isola, infatti, insieme alla Campania, è la regione dove si registrano le aree contaminate più vaste (in totale 445 mila ettari in Sardegna e 345 mila ettari in Campania). Un sardo su tre vive in un sito contaminato (contro una media italiana di uno su sei). Secondo l’Istituto Superiore di Sanità in 44 SIN (Siti di Interesse Nazionale per bonifica) si sono riscontati 10 mila decessi per tutte le cause e 4 mila per tutti i tumori in eccesso rispetto ai riferimenti regionali. I dati relativi ai SIN Sardi confermano il rischio sanitario esistente.

Sono oltre 35 mila gli ettari di territorio sardo sotto vincolo di servitù militare e lo spazio di altri 200 mila ettari di territorio circa è minacciato dall’approvazione dei permessi di ricerca per energia geotermica, per idrocarburi liquidi e gassosi e per altre forme di produzione energetica che entrano in competizione e/o marginalizzano le tradizionali attività agro-pastorali sarde. Inoltre sono già stati depositati, i permessi di ricerca per idrocarburi nel mare che interessano una area estesa quasi quanto l’intera superficie dell’Isola.

Ciò costituisce una minaccia per la biosfera marina di tutto il mediterraneo occidentale e non ultimo per le attività economiche che nell’isole gemelle vivono di turismo. Rimane ancora in sospeso il rischio, nonostante le prese di posizione unanimi del Coniglio Regionale, della Chiesa Sarda, di tutti i Partiti Politici presenti in Sardegna, dei Movimenti No Scorie, della Confederazione Sindacale Sarda, della società civile, dei sindacati e dei sindaci di tutta la Sardegna, di essere scelti come deposito unico per le scorie nucleari.

Il paradigma economico proposto nel secolo scorso, basato sull’estrazione lineare a senso unico delle ricchezze e delle risorse offerte dalla natura e dalla società dell’Isola, ha già messo in pericolo la resistenza, la stabilità dei territori e delle comunità. Serve riflettere su come promuovere azioni che riconcilino le attività produttive con i cicli della natura e con la salute e il benessere anche sociale delle popolazioni, evitando che prevalgano gli interessi finanziari e speculativi dei grandi gruppi.

Ecco chi era per noi dei Movimenti a difesa della Terra, del territorio, della salute, dell’ambiente, del lavoro e della pace Vincenzo Migaleddu, era il punto di riferimento certo e sicuro, intelligente e capace, scientificamente affidabile ed umanamente generoso fino a spendersi totalmente per gli altri. Gli amici lo ricordano e lo piangono col cuore pieno di affetto e di speranza perché l’insegnamento di Vincenzo rimarrà a lungo nell’impegno di tutti noi a continuare le battaglie per l’ambiente da cui dipende il nuovo sviluppo ed anche il lavoro per tutti i sardi e la Sardegna.

Vincenzo al termine dell’Assemblea dell’8 aprile a Cagliari ha voluto salutare gli amici uno per uno. A Marco, ad Angelo ed a me ci ha stretto a lui come non aveva mai fatto e ci ha donato un ramo di palma del suo giardino che curava personalmente nella sua piccola Martis. E’un ricordo che terremo molto caro anche perché siamo gli amici che lo hanno salutato per ultimi prima della mezzanotte qui a Cagliari. La mattina della Domenica del 9 aprile, Domenica delle Palme, si è messo alla guida della sua macchina diretto alla sua abitazione di Sassari dove l’attendevano per l’ora di pranzo la moglie Maria Luisa ed i due figli Gian Michele ed Elisabetta. Vincenzo non è mai arrivato. Un infarto lo ha bloccato sulla strada verso Nuoro, forse da medico poteva aver avvertito il male che sopraggiungeva ed avrebbe voluto raggiungere l’Ospedale più vicino, ma il cuore ha ceduto portandoselo via silenziosamente ed in solitudine.

Martedì 11 ai suoi funerali eravamo in migliaia insieme a tutta la popolazione del suo amato paese Martis dove lascia i laboratori, l’orto e la sua abitazione, ma anche il frutto dell’esperimento ormai avviato insieme all’amico Parroco ed al Sindaco, il Progetto “Dacci oggi il nostro pane quotidiano“, che è stato capace di restituire a tutta la Comunità di Martis il gusto ed il profumo del pane che viene seminato come grano nelle campagne del paese, mietuto, raccolto e macinato per poi essere panificato nei forni del luogo. Vincenzo ci lascia una grande eredità. Ci lascia un libro dove ha raccolto tutto il frutto delle sue ricerche e le sue preziose riflessioni. Noi ne saremo i custodi attivi perché continueremo le sue opere per il bene della Sardegna.

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