Quattro grandi vittorie, per iniziare

13 Giugno 2011


manifesto sardo

Quasi il 60% di affluenza e oltre attorno al 92% per ogni SI’. E’ un risultato eccellente, che parla a più livelli. Se volete, a più strati. Eccone preliminarmente quattro.
Il primo: la bocciatura di quattro leggi liberiste e di stampo mafioso indica un orientamento nuovo verso l’ambiente, il bene comune e l’uguaglianza.
Il secondo: si tratta di una grave sconfitta del centro-destra, un segnale di frattura con il paese che dovrebbe rivelarsi insanabile, l’indicazione di una voglia di cambiamento..
Il terzo: il ruolo del sociale e dei movimenti. Come abbiamo già scritto, e non cambiamo una virgola, nelle piazze sono andati giovani, donne, operai, precari. La scuola pubblica. I lavoratori del sapere. I movimenti contro privatizzazione dell’acqua e nucleare. La resistenza operaia capeggiata dalla FIOM.
Il quarto: il centro-sinistra (ricordiamo il clamoroso errore nella giornata di chiusura a Roma a Piazza del Popolo) deve ascoltare e non cercare di cavalcare senza reale convinzione questo movimento, coglierne l’ispirazione se vuole interrogarsi costruttivamente sulla frattura fra società e rappresentanza partitica e sulla costruzione di programmi di governo a contenuti democratici.
…e un quinto: il capitalismo e i suoi gruppi di interesse si preparano a svuotare questa grande battaglia (vedi questo link). Ciò aprirà contraddizioni all’interno dello stesso centro-sinistra: per questo le strutture di movimento e del sociale, assieme ai partiti ambientalisti, territorialisti e della sinistra che hanno combattuto da sempre contro nucleare, privatizzazione dell’acqua (e dei servizi pubblici) e leggi speciali a favore dei potenti dovranno mantenere alto l’impegno e i collegamenti orizzontali in tutto il paese, perché ci sembra, rispolverando un vecchio slogan, che la battaglia sia solo all’inizio. La sinistra che, nelle sue varie ipotesi, pensa di rinnovare la rappresentanza politica senza trascurare il fatto di costruirla, dovrà leggere e capire questa reticolarità nella costruzione del nuovo ‘intellettuale organico’.
Ma non dimentichiamo che la sconfitta del berlusconismo coinvolge livelli politici ben più ampi dei temi dei quattro referendum, come il lavoro e il diritto di tutti all’esistenza, i beni comuni, le relazioni egualitarie e non autoritarie fra i sessi, la capacità di costruire modelli che accolgano con uguaglianza immediata i migranti.
Intanto, un po’ di festa nelle piazze non ci starebbe affatto male. Ajò.

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