Ribellarsi è giusto. Organizzati.

7 Settembre 2011

m.m.

E ora il voto di fiducia su questa manovra, che attacca i lavoratori e tutti i ceti, tranne quelli più forti e potenti. La sorpresa finale dello svuotamento dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il disegno di depotenziare diritti sociali e contrattazione nazionale per spezzettare la forza delle classi subalterne in mille contrattazioni aziendali. Vi sembra un caso che la Confindustria si dichiari, per la prima volta, d’accordo?
Una manovra che è macelleria sociale pura e ipocrisia. Sfrontata malafede. Dove ogni dichiarazione del governo va revocata in dubbio di credibilità. Come quando si dice che .. però non ci sono tagli per cultura e paesaggio, mentre si bloccano ulteriormente le assunzioni e il ricarico del turnover nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Ma non sottovalutiamo i segnali politici che provengono da questa crisi: chi cerca una vera opposizione al governo dovrebbe guardare alle manifestazioni dei lavoratori e dei sindacati. Dovrebbe riflettere, in particolare, sulla grande massa d’urto che la CGIL ha presentato in questo duro, amaro e militante 6 settembre. Non solo nei numeri dimostrati in tutte le piazze d’Italia ma anche nelle sue analisi e nelle controproposte per salvare e cambiare il paese. Anche in Sardegna,
Non più per farsi licenziare dai potenti, ma per licenziarli. Per licenziare, come ha urlato con forza Antonio Rudas a Sassari, il governo regionale.
La verità è che non esiste un’opposizione del genere nel centro-sinistra, perché in quell’area una parte assai forte pensa a un governo tecnico con qualche banchiere, piuttosto che a licenziare questa politica e schierarsi con lavoratori, disoccupati, precari.
Non c’è unità, ed è anche difficile trovarla, con queste premesse.
E’ un fatto che, con tutti i suoi problemi che ben conosciamo, è soprattutto la sinistra, SeL, PdCI e Rifondazione, (ovvero Federazione della Sinistra), a stare con la CGIL. Chi è presente timidamente e chi manca non è in grado neppure in questi momenti di produrre chiare scelte di campo. Non basta la presenza di Bersani a Roma di fronte alle pesanti prese di posizione di Fioroni, Letta, Renzi, Veltroni.
Infine, l’interclassismo delle forze cosiddette sovraniste/ indipendentiste si è mostrato con l’assenza da queste piazze, con l’incapacità di esserci, magari mascherata dal fatto che in fin dei conti “si tratta di questioni italiane’.
La CGIL è un presidio della democrazia, l’ultimo di massa che rimane a sinistra e nel paese. Non a caso è sotto assedio da anni da parte dei padroni, della destra e dei nuovi sindacati gialli. La sua sconfitta in Italia, e in Europa, sarebbe devastante. Il potere – non solo chi governa – lo sa perfettamente. Molti lavoratori CISL e UIL si stanno accorgendo di questo, e hanno partecipato allo sciopero.
A sinistra per molti è difficile scegliere un partito, e non vi è neppure bisogno di dire quanto sia comprensibile. Ma la rete dell’impegno sociale e del lavoro associativo si è fatta più forte, sta iniziando a vincere battaglie, e solo quando fa scelte nette e chiare ‘di sinistra’.
In questa rete crediamo che, per chi non trova una casa politica che lo convinca ma vuole impegnarsi per la democrazia ed il lavoro, la CGIL – e la sua punta avanzata, la FIOM – rappresentino un’ottima scelta per fare politica nella nostra società e contrastare con una forza ampia e non solo nazionale i potenti. La ragione di questa opposizione di massa sta – nonostante non lievi difficoltà, contraddizioni ed errori – nell’essere entro i luoghi di lavoro e di protesta con i lavoratori. Nel mettere al centro il lavoro e le questioni sociali, la solidarietà, le lotte.
A unirle da una regione all’altra e a farne percepire la forza. A proteggere e consolidare questa forza proprio ora, che stanno cercando – da parte loro a ragione – di indebolirla.

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