Si può amare dentro il carcere?

1 Agosto 2014
23.-Natale-al-carcere-di-San-Vittore-2011
Roberto Loddo

“Per qualche metro e un po’ di amore in più” E’ questo lo slogan scelto dalle organizzazioni aderenti alla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia per l’avvio della campagna nazionale per il diritto all’affettività nelle carceri italiane. Una mobilitazione per chiedere all’Europa di occuparsi anche delle famiglie dei detenuti, e sollecitare il governo italiano a introdurre misure nuove per tutelarle. Una raccolta di firme per chiedere una legge per liberalizzare le telefonate e per consentire i colloqui riservati. “Una legge così” – scrive la CNVG – “aiuterà a salvare l’affetto delle famiglie delle persone detenute e produrrà sicurezza sociale, che è cosa molto più nobile e importante della semplice sicurezza”.
Il 24 dicembre 2014, vigilia di Natale e festa delle famiglie la CNVG organizzerà in ogni regione la raccolta delle firme per questa legge, coinvolgendo le famiglie di chi è detenuto, ma anche quelle dei cittadini liberi: “perché in ogni famiglia può capitare che qualcuno finisca in carcere, e nessuno più dovrebbe essere costretto alla vergogna e alla sofferenza dei colloqui, come avvengono ora nelle sale sovraffollate delle nostre galere”.
Per la CNVG parlare di carceri più umane significa parlare di carceri che non annientino le famiglie. Infatti nelle carceri in Croazia sono consentiti colloqui non sorvegliati di quattro ore con il coniuge o il partner. In Germania alcuni Lander hanno predisposto piccoli appartamenti in cui i detenuti con lunghe pene possono incontrare i propri cari. In Olanda, Norvegia e Danimarca nelle carceri ci sono mini appartamenti nei quali si possono ricevere le visite. In Albania, una volta la settimana, sono previste visite non sorvegliate per i detenuti coniugati. In Québec, come nel resto del Canada, i detenuti incontrano le loro famiglie nella più completa intimità all’interno di prefabbricati. In Francia, come in Belgio, in Catalogna e Canton Ticino sono in corso sperimentazioni analoghe. La possibilità di coltivare i propri affetti è prevista anche in alcuni Paesi degli Stati Uniti. In Italia fare l’amore con chi si ama, non è consentito solo alle persone detenute. La CNVG nasce con l’obbiettivo di combattere l’esclusione sociale nelle galere italiane e rappresentare le associazioni impegnate quotidianamente in esperienze di volontariato all’interno e all’esterno delle carceri. Per questi motivi sollecita le istituzioni europee a non “accontentarsi” dei tre metri di spazio a detenuto per decretare che le nostre carceri non sono più disumane. Per la CNVG le carceri italiane sono e restano disumane: “Lo sono eccome, e lo sono in particolare per come trattano i familiari dei detenuti: sei ore al mese di colloqui e dieci miserabili minuti a settimana di telefonata, spazi per gli incontri spesso tristi e affollati, attese lunghe, estenuanti, umilianti”.

Si può sostenere la raccolta delle firme per il diritto all’affettività dei detenuti scaricando il modulo e inviandolo alla redazione di Ristretti Orizzonti, sede esterna: Via Citolo da Perugia, 35, 35138 Padova.

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