Un tetto a tutti

16 Giugno 2014
casa.diritto
Giovanni Nuscis

Trecentoventiquattro deputati del Partito democratico, Nuovo centro destra e Scelta civica hanno votato la fiducia al “Piano Lupi”, un piano cinico e infame che prevede il taglio di luce, acqua e gas alle centinaia di occupanti abusivi di immobili. Contrari, centodieci deputati del M5S, Lega Nord, Sel e Forza Italia.
Con iniziative normative di questa gravità ci si sarebbe aspettati che parte dei deputati del Partito democratico – i non democristiani, naturalmente, che asseriscono di essere di sinistra – si fossero alzati in piedi mandando a quel paese una volta per tutte partito, leader e premier. Chi ancora serba un briciolo di dignità e senso del giusto non può sostenere scelte come questa e una tale pessima compagnia, che continuerà imperterrita a prendere altre decisioni sulla falsariga. Come ad esempio quella che, non ostante la crisi e l’impoverimento della popolazione, istituisce la Tasi risultata essere più gravosa della stramaledetta Imu, e che s’accanisce anche sui conduttori degli appartamenti in affitto.
In Italia ci sono 3,5 milioni di case sfitte. Molti appartamenti proposti in affitto, basta leggere gli annunci, pongono come condizione che si sia trasferisti o studenti, negandoli dunque alle famiglie.
Un governo che non difendesse le rendite dei grandi patrimoni bancari e immobiliari, e gli interessi della parte più ricca e garantita della società, ma soprattutto le tante famiglie senza una casa, strangolate da affitti e mutui insostenibili, è intuibile cosa dovrebbe fare: prima ancora di far costruire nuove case consumando altra terra, dovrebbe finalmente porre dei limiti ragionevoli alla proprietà privata “allo scopo di assicurarne la funzione sociale” (art. 42 Costituzione). Tenendo magari conto, per ciascun proprietario, del numero di case ulteriori possedute, rispetto alla prima, della necessità delle stesse per i propri figli. Potrebbe prevedersi la gestione di tali case ad un ente preposto (una sorta di mediatore tra proprietari degli immobili e conduttori), per stipulare i contratti con gli inquilini, incassare i canoni d’affitto, effettuare i controlli sulla conduzione corretta dell’immobile e gli eventuali interventi manutentivi. Al “nudo” proprietario potrebbe essere invece garantito un canone rapportato alla media nazionale dei salari e degli stipendi, e alla dimensione ed ubicazione dell’immobile, ed un’imposta equa basata sul canone percepito. Naturalmente, a chi è privo di capacità reddituale, sarebbe l’ente gestore a corrispondere al proprietario il canone.
Una proposta di sinistra (non solo, ovviamente)? Troppo, forse, per le destre al governo?

1 Commento a “Un tetto a tutti”

  1. Gavino Dettori scrive:

    Il DIRITTO ALLA CASA, è un diritto primario, impellente come quello del nutrirsi. Chi non ha il riparo può morire di assideramento in una notte fredda.E’diventato un diritto, come rivendica,a causa della inadempienza nelle società moderne democratiche. Ma questo argomento investe il modo di pensare la terra,in un momento che nel nostro paese si è già costruito tanto ma senza garantire la casa per tutti.Il costruire è un atto artificiale su un supporto naturale che deve assolvere anche ad altre funzioni oltre a quello essenziale e irrinunciabile dell’abitare come protezione.L’occupazione,l’uso,o in termini attuali il consumo del suolo desta un allarme mondiale.L’attività edificatoria dell’abitazione non ha fine,perché oltre al fine abitativo strettamente necessario ad una popolazione in forte crescita vi è legato lo scopo speculativo che,per essere dominato dal mercato, richiede sempre un surplus di beni oltre il necessario.La costruzione della casa si trascina anche,l’indotto di mille altre attività che richiedono l’edificazione di altri fabbricati ( zone industriali) e la costruzione di infrastrutture che martoriano il territorio. Un fermento di attività senza fine per la produzione di beni oltre l’indispensabile.
    Ma questa nostra sensibilità alla protezione del suolo non deve farci cadere nell’errore di non agire per garantire la casa a chi non può averla nel mercato libero.In primis,bisogna agire nella limitazione del diritto alla proprietà del suolo a scopo edificat

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