Triste autunno

16 Dicembre 2010

deliperi

Stefano Deliperi

Questo scorcio di autunno ci sta ricordando in modo sempre più dirompente la triste situazione di degrado del nostro patrimonio storico-culturale. E’ la folle conseguenza della cialtronesca politica ambientale e culturale dell’attuale Governo italiano. Tagli, tagli e ancora tagli. Sprechi, sprechi e ancora sprechi. L’Italia possiede il 25% dei beni culturali di tutto il mondo e un patrimonio naturalistico di rilevanza eccezionale a livello internazionale.  E’ la prima attrattiva turistica e una delle principali risorse economiche. E’, soprattutto, la nostra identità nazionale. Speculazione edilizia, assenza di tutela del suolo, carenza di manutenzioni ordinarie, miliardi di euro sprecati nell’antieconomico e antistorico ritorno al nucleare, nel ponte sullo Stretto di Messina, in centinaia di opere pubbliche inutili e dannose. Qui sono le cause dell’incredibile crollo della Schola Armaturarum, uno dei gioielli dell’area archeologica di Pompei, solo per citare uno dei casi più noti ed emblematici. Il 20 novembre scorso un caso, invece, minore di degrado, ma solo in apparenza. Sono venute giù alcune parti della Laveria Lamarmora a Nebida (Iglesias). Prontamente l’Associazione Pozzo Sella ha denunciato pubblicamente l’accaduto e le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno immediatamente interessato (21 novembre 2010) il Ministero per i beni e le attività culturali, la Presidenza della Regione autonoma della Sardegna, la Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici per la Sardegna, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cagliari, il Comune di Iglesias e il Consorzio di gestione del Parco geo-minerario affinché disponessero provvedimenti rapidi ed efficaci per la salvaguardia di uno dei gioielli dell’archeologia mineraria europea. Purtroppo quanto è avvenuto è uno dei sintomi più evidenti dell’inefficacia della gestione di un patrimonio di straordinaria importanza da parte di quel Parco geominerario storico e ambientale dell Sardegna, istituito ormai dal 2001 e che si fregia anche del riconoscimento internazionale dell’U.N.E.S.C.O. La Laveria La Marmora, realizzata nel 1897 (era una degli impianti minerari all’avanguardia, all’epoca), ha lavorato per decenni (fino agli anni ’30 del secolo scorso) blende, calamine e galena provenienti dalle miniere di Masua e di Malfidano. Oltre all’incomparabile valore storico-culturale, ad essa è legato il ricordo di rilevanti vicende umane. Basti pensare ai durissimi trasporti marittimi a vela e a remi del minerale dalle sponde iglesienti (in particolare proprio da Nebida) e arburesi al porto di Carloforte per il reimbarco verso le destinazioni di lavorazione finale, trasporti curati dai galanzieri carlofortini, fra pericoli e pesanti fatiche.  Un bel pezzo di storia della nostra Isola che non merita certo tanto disinteresse. Ma la conferma – se ve ne fosse stato bisogno – della scarsa attenzione a livello nazionale e a livello locale per tutelare e valorizzare accortamente un patrimonio straordinario invidiato in tutto il mondo.

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