Rete manifesta

16 Aprile 2011

Manifesto sardo

Cari compagni e lettori, la nostra piccola realtà è in movimento, e vogliamo darne conto.
La pratica collegiale nella quale crediamo ci porta ad informarvi in modo trasparente sia della riunione regionale fra redattori e collaboratori che abbiamo tenuto da poco a Oristano, sia di un’importante evoluzione del sistema dei ‘Circoli del manifesto’ che il quotidiano sta costruendo in vari territori: finalizzato al rinnovamento della stessa esperienza del nostro giornale, che il 28 aprile prossimo compie 40 anni. Ecco perciò la sintesi dell’incontro del 2 aprile scorso, presentata a mo’ di verbale, e i punti essenziali, assieme alle proposte sarde, del nuovo processo di assetto generale in costruzione con ‘il manifesto’

LA RIUNIONE REGIONALE DEL 2 APRILE SCORSO

• C’è stato un accordo pressoché unanime sulla opportunità di affrontare ancora i temi su cui scriviamo sin dal primo numero del manifesto sardo; sarebbe bene – è stato detto – dare maggiore importanza alle questioni del lavoro (e del precariato), della scuola (della fascia dell’obbligo e dell’istruzione superiore), dell’informazione.
• Su un punto è stata sottolineata l’esigenza di un approfondimento: quello relativo alla produzione delle energie alternative. Questa scelta si rende ancor più necessaria perché cresce nel paese la consapevolezza dei pericoli legati al nucleare e all’eolico. Occorre perciò andare al di là delle semplici enunciazioni e coinvolgere nel dibattito persone che abbiano adeguate competenze.
• Anche il fare ricerca deve essere un metodo di lavoro che dobbiamo praticare con più insistenza. Abbiamo dedicato parte del nostro confronto anche all’importanza dell’impegno collettivo inteso come pratica dell’impegno politico/culturale. Non abbiamo fatto particolari rivelazioni però abbiamo sottolineato come sia indispensabile, sia per chi è preposto al governo della cosa pubblica sia per chi promuove attività politico/culturali, l’applicazione di metodi di lavoro che pongano al primo posto la collegialità delle decisioni. Sottolineare questo principio è importante anche per un piccolo gruppo come il nostro sia perché lo applichi nella pratica quotidiana sia quando giudica l’operato dei rappresentanti delle istituzioni.
• Ci siamo orientati verso un organismo più snello e più operativo (coordinamento di redazione), responsabilizzando alcuni compagni giovani che da diversi mesi collaborano costantemente col quindicinale. Naturalmente chiediamo ai compagni della precedente redazione (e a tutti quelli che nel corso di questi anni hanno mantenuto un importante rapporto con noi) di mantenere e consolidare il loro impegno col manifesto sardo. Questa è un’esigenza del quindicinale perché senza la collaborazione di questi compagni il manifesto sardo non avrebbe vissuto così a lungo.

• Miglioriamo alcuni aspetti organizzativi (completiamo le liste dei compagni ai quali ci rivolgiamo, ricordiamoci di avvisarli quando esce il nuovo numero, evitiamo quando possibile di trasformare i commenti in contrapposizioni, i compagni del coordinamento commentino il meno possibile).
• Continuiamo a valorizzare il nostro ‘luogo di confine’ per la discussione a sinistra e in specifico nella sinistra sarda; continuiamo ad esprimere le linee di lettura e anche le tensioni fra identità, territorio, questione meridionale e internazionalismo, senza eclettismi e tenendo al centro i temi del lavoro e dell’ambiente, in grado di produrre letture, relazioni e battaglie che vanno ben oltre qualsiasi confine nazionale.
• per quanto riguarda i commenti, si ribadisce che essi non devono costituirsi in surrogato di forum, ispirandosi piuttosto al meccanismo dei commenti dell’editoria stampata; si è prioposto di ridurre eventualmente ad uno i commenti inviabili, come nelle riviste e nei quotidiani. Ribadendo la centralità dell’articolo, si studierà l’ipotesi di un’eventuale rubrica di ‘lettere al manifestosardo’.
• il manifesto intende creare una rete territoriale e un nuovo sito web del giornale. I circoli del manifesto a livello territoriale saranno gli strumenti di collegamento della rete. Il manifesto sardo si assocerà alla rete.
• Il 28 aprile è il 40esimo compleanno del Manifesto! Stiamo cercando di organizzare una o più feste. Se avete idee o disponibilità a collaborare, scriveteci.
• Bisognerà garantire un maggiore radicamento de ‘il manifesto’ nei territori, nei gruppi sociali e fra i giovani, contribuendo in maniera costante al miglioramento della situazione finanziaria (incremento delle vendite, iniziative di finanziamento, ecc.).
• Il nuovo coordinamento redazionale è composto da Pierluigi Carta, Marco Ligas, Francesco Mattana, Marcello Madau, Valeria Piasentà, Michele Rando, Raffaello Ugo.
• I collaboratori sono diverse decine (in ordine alfabetico da Angioni Giulio a Zanda Antonello): essi sono la nostra vera rete, alla quale ci rivolgeremo periodicamente per avere, oltrechè contributi specifici, indicazioni e suggerimenti generali.

IL MANIFESTO COME SOGGETTO EDITORIALE DI RETE

L’idea di costruire una rete territoriale già avanzata negli ultimi due anni con i documenti di Claudio Albertini e di Loris Campetti, è in forte evoluzione. Tale idea, alla quale ci siamo già relazionati con alcuni documenti e partecipando ad appositi incontri nella sede romana de ‘il manifesto’, si sta evolvendo assieme al nuovo sito web del giornale, che dovrebbe essere pronto, si spera, in occasione del compleanno dei primi 40 anni del nostro quotidiano.
Di ciò si è discusso da ultimo sabato 26 marzo scorso in una riunione alla quale abbiamo partecipato assieme a diversi compagni (Emilia, Friuli, Veneto, Umbria, Lazio, Piemonte e altre regioni) nella redazione nazionale di Roma, prima della grande manifestazione a difesa dell’acqua come bene comune.
Per ‘il manifesto’ erano presenti tra gli altri Norma Rangeri, Valentino Parlato, Loris Campetti, Gabriele Polo, Marco d’Eramo.
Loris Campetti ha svolto un’introduzione dettagliata sulla crisi finanziaria del quotidiano e sulle sue prospettive di sviluppo, per le quali si considera molto importante il ruolo dei ‘circoli del manifesto’. Norma Rangeri ha sottolineato l’importanza dell’inchiesta e il suo potenziamento attraverso i circoli, che devono essere il nostro editore collettivo e i nostri ‘occhiali’ sulle varie realtà.
Queste le indicazioni da noi portate avanti:

• Il Manifesto Sardo sarà il primo circolo del Manifesto per quanto riguarda la Sardegna;
• La rete dovrà condividere un’elaborazione politica e culturale inserita nell’identità e nella traccia de ‘il manifesto’, quotidiano comunista;
• Il Manifesto Sardo continuerà la sua tradizione editoriale di luogo di proposta classico e nel solco della storia manifestina, e nel contempo ad essere luogo autonomo di ospitalità e confronto anche interno sulle letture del territorio che animano il dibattito specifico della sinistra sarda. Abbiamo sinora realizzato una nicchia relativamente stabile e seguita, in crescita e consolidamento (con una media fra le 6000-6500 visite mensili e le oltre 12000 pagine viste ), raccogliendo attenzione regionale e nazionale e visite mirate da diversi paesi esteri.
• La rete dovrà partecipare alla trasformazione del quotidiano in entità mista carta-web;
• Dovrà essere migliorata e potenziata l’interazione fra redazione nazionale e territori, distinguendo funzionalmente la risorsa giornalistica dal radicamento nel territorio;
• Gli occhiali ‘territoriali’ potranno avere la natura, attraverso i circoli, di ‘occhiali collettivi’ più che individuali. Suggerire necessità di saperi, e quindi di inchiesta e, dove possibile, costruirne gli elementi da utilizzare a livello nazionale, se condivisi;
• Temi fondamentali sembrano dover essere il lavoro, l’ambiente, la democrazia, la pace, la costruzione di un nuovo modello di sviluppo, il precariato, le ‘generazioni’.

1 Commento a “Rete manifesta”

  1. Francesca Cau scrive:

    Dopo aver letto il resoconto della vostra riunione del 2 aprile, mi pare giusto e doveroso ringraziarvi per il vostro lavoro. Non è certo facile pubblicare un numero del “Manifesto sardo” ogni quindici giorni. Penso che anche noi lettori dobbiamo e possiamo fare qualcosa per migliorarlo, per esempio consigliandone la lettura agli amici e conoscenti.
    C’è bisogno di voci libere come le vostre. Libere e critiche. E forse ce n’è bisogno più adesso che nel 1971. Grazie!

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