Per un movimento di sovranità popolare della Sardegna

7 Agosto 2017
Cristiano Sabino

Ho aspettato alcuni giorni prima di trarre le prime considerazioni sulla bella e partecipata assemblea a S. Cristina “Pro una caminera noa”. La prima cosa che va detta è che da tempo non partecipavo ad una assemblea così intensa, viva e democratica. Orami ci eravamo abituati alle convantion posticce fatte per le orecchie degli astanti e per le loro mani applaudenti e non per le loro menti e i loro cervelli.

A S. Cristina si è compiuto invece un piccolo miracolo: per tutto il giorno diversi compagni impegnati nelle vertenze sociali e nelle lotte in difesa del territorio, della dignità delle persone, della pace e del lavoro si sono confrontati liberamente e francamente, senza risparmiarsi critiche anche dure, ma sempre con lo sguardo rivolto alla voglia di ricostruire su premesse diverse rispetto alle fallimentari pratiche del passato. Autocritica, condivisione democrazia e unità sono i lemmi che descrivono il filo rosso di tutti gli interventi di S. Cristina.

La seconda cosa che ho subito notato è l’assoluta assenza di protagonismi. Nessun leone della scena, nessun comizio finale, nessuna oligarchia dirigente ma solo un tavolo gestito da giovani militanti che con impegno e capacità hanno saputo dare il giusto spazio a tutti e hanno gestito una intera giornata di lavori non semplice. Sì perché le sensibilità presenti a S. Cristina erano diverse e variegate e in qualunque altra situazione si sarebbero create divergenze e settarismi insanabili. Invece ciò non è accaduto. Per tutta la mattina ci si è confrontati sui valori e sugli obiettivi condivisi e con grande sorpresa di tutti si è capito di condividere molto. Innanzitutto la necessità di un nuovo percorso politico anticapitalista e antiliberista basato sull’idea dell’eguaglianza sociale e della ridistribuzione della ricchezza e schierato apertamente contro i tagli ai servizi pubblici fondamentali. Un percorso che abbia la testa e le braccia in Sardegna e che faccia propria la lotta per l’autodeterminazione della nazione sarda e sostenga la crescita e il radicamento di una nuova sovranità popolare che parta dalle migliori esperienze di lotta e di iniziativa comunitaria.

Dopo il confronto sui temi che ha impegnato tutto il primo pomeriggio e che il Manifesto Sardo ha riportato sul numero di agosto, si è poi discusso della questione cruciale, ovvero dei metodi organizzativi dove solitamente l’asino casca. La discussione su questo punto è stata rimandata a settembre ma l’assemblea di S. Cristina ha già individuato alcune direttrici su cui lavorare.

1. Nessuna costituente a porte chiuse. Il dibattito, se proseguirà, sarà sempre a porte aperte e finalizzato al massimo coinvolgimento.

2. Nessun gruppo fondatore ristretto. Il percorso non appartiene a nessuno in particolare, ma ad una esigenza diffusa di rinnovamento dell’organizzazione delle lotte sociali e delle mobilitazioni.

3 Nessun presidente e nessun leader acclamato. Il limite mortale di molti buoni movimenti nati e cresciuti in Sardegna è stato il loro eccessivo leadirismo. La fabbrica dei leader va chiusa con la forza dell’orizzontalità e della vera democrazia.

4. Pluralità. Nessuno verrà ingabbiato nel percorso “Caminera noa”. Chiunque si riconosca in determinati valori etico-politici potrà sentirsi protagonista del processo senza rinunciare alla sua militanza, al suo partito, al suo movimento, alla sua associazione. Ma allo stesso tempo nessuno potrà pretendere di dettare la linea del suo partito, del suo movimento, della sua associazione sul corpo sociale della “Caminera noa” e nessuno potrà pensare di utilizzare la “Caminera noa” come volano elettorale o trampolino di lancio per acquisire visibilità personale (che sono due delle malettie mortali che hanno in breve tempo azzerato le migliori esperienze dell’indipendentismo in Sardegna).

Sui metodi, sulle pratiche, sui sistemi, in una parola sulle tecniche, utili a realizzare questi obiettivi si discuterà a settembre. Per adesso godiamoci questa bella novità e impegnamoci perché questa “Caminera noa” prenda vita.

1 Commento a “Per un movimento di sovranità popolare della Sardegna”

  1. andrea pubusa scrive:

    Vorrei sapere quale e’ il rapporto fra Caminera e la ns. Costituzione, aspetto prprelimare ad ogni altra considerazione.

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