Vince Bersani

26 Ottobre 2009

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Redazionale

Pierluigi Bersani è il nuovo segretario del partito democratico. È stato eletto con una percentuale ragguardevole, oltre il 52% significativo di un seguito che non bisogna sottovalutare.
Ha espresso subito compiacimento per i tre milioni di elettori mobilitati nel corso di questa vicenda elettorale. L’ha definita un ‘fatto eccezionale’, e sicuramente questa cifra deve essere interpretata come un investimento perché il bisogno di partecipazione, da troppo tempo messo ai margini della vita politica, anche dal partito democratico, ritrovi una sua dimensione concreta.
Piacciono le sue affermazioni secondo cui il PD non sarà “il partito di un uomo solo ma un collettivo di protagonisti perché bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori”, perché “bisogna tornare alla mobilitazione dei soggetti sociali sui temi naturali per la sinistra: lavoro, sviluppo, difesa della Costituzione”.
Sembra anche sconfitta definitivamente, almeno così ci auguriamo, la linea veltroniana che ha contributo pesantemente a devastare gli scenari a sinistra e lo stesso PD. Noi auguriamo a Bersani di riuscire a realizzare questi propositi . Non siamo disinteressati nel porgergli questo augurio perché riteniamo che sia giunto il momento di rompere una volta per tutte il muro che separa la politica dagli interessi dei lavoratoti, così come siamo convinti che il lavoro debba trovare una dimensione più vicina alla condizione umana, sconfiggendo la precarietà che caratterizza la vita di tante persone.
Ci sembra altresì importante che venga accantonata la presunzione secondo cui il partito democratico dovrà operare da solo come se rappresentasse da solo l’opposizione a questo governo. Esistono nella società italiana tanti gruppi, associazioni e forze che intendono cambiare la politica del paese. Non pensi il PD di assumerle al suo interno ma dialoghi con esse e trovi il modo di far proprie le loro sollecitazioni, il tutto all’interno di un sistema di relazioni che conservi pari dignità a tutti.
Ci sentiamo di rivolgere questo invito anche e soprattutto ai dirigenti sardi del PD, che sinora non hanno mostrato grande sensibilità nella costruzione di questa alternativa, avendo dato troppo spesso spazio alla litigiosità e alla contrapposizione delle correnti. Le tre liste (Lai, Soru, Diana) non sono state certo rassicuranti su innovazione, originalità e cambiamento del quadro politico, ma siamo certi che possono esistere spazi alla base per migliorare il confronto e, se possibile, l’unità a sinistra.

3 Commenti a “Vince Bersani”

  1. Giulio Angioni scrive:

    Che bella antica novità, l’unità a sinistra!

  2. Marcello Madau scrive:

    Il fatto imbarazzante è che mantenga intatta la natura di novità.

  3. Bianca Mannu scrive:

    Concordo interamente su quanto espresso nell’editoriale di Asor Rosa in Il Manifesto. Pur non essendo un’iscritta al PD ho votato perché al momento non ho altri strumenti per comunicare con l’unico partito che ha la possibilita di riferirsi e rinnovarsi a partire dalla cultura di sinistra, sul cui terreno è possibile ripensare e individuare le problematiche basilari del nostro tempo.

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