Commenti a: Anatomia di una rivoluzione https://www.manifestosardo.org/anatomia-di-una-rivoluzione/ Politica e cultura in Sardegna Mon, 22 Apr 2013 17:30:13 +0000 hourly 1 Di: Marcello Madau https://www.manifestosardo.org/anatomia-di-una-rivoluzione/comment-page-1/#comment-6410 Mon, 22 Apr 2013 17:30:13 +0000 http://www.manifestosardo.org/?p=16845#comment-6410 E’ vero, c’è molta carne al fuoco, Giacomo, e neppure discuto l’esistenza dei rischi che tu dici. Proverò allora a metterne un altro poco…
E’ certamente vero che c’è la percezione di una debolezza politica da parte dei nuovi potenti, ma ti assicuro che la loro arretratezza culturale è sconcertante. Faremo male a sottovalutare questo fatto, perché non capiremo bene quanto ci serva aumentare la nostra competenza; e il potere sui ‘nuovi’ mezzi di produzione, in essi (sai come la penso) il territorio, va riletto. Come pure servono riletture di sovrastruttura e struttura (mi bastano anche quelle, non recentissime, di Maurice Godelier).
Sai non meno di me che i processi sociali non sono mai lineari. Si tratta di fare delle scelte, vedere le contraddizioni e anche – non mi riferisco a te naturalmente -, mantenendo la soglia critica e portandola continuamente nel movimento senza avere la puzza al naso. Se non altro perché ce n’è anche troppa. Se ci sono movimenti, o persone ‘nimby’, vanno indicati per nome e cognome, non genericamente, altrimenti si rischia di parlare di tutti e nessuno. Con il pericolo, non piccolo, che chi non lo è lo sia considerato, e di dare potere ai nimby. D’altronde, è normale, è successo anche per il nucleare e per l’acqua. Nelle discussioni e nei contesti popolari che ho frequentato, che hanno chiesto a me come ad altri docenti un apporto, ho trovato competenza e passione. E ragioni da vendere.

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Di: Giacomo Oggiano https://www.manifestosardo.org/anatomia-di-una-rivoluzione/comment-page-1/#comment-6376 Sat, 20 Apr 2013 15:34:31 +0000 http://www.manifestosardo.org/?p=16845#comment-6376 Caro Marcello, troppa carne al fuoco. Il dibattito tra catastrofimo e uniformismo, nelle dinamiche della terra, viene da lontano, ha radici ideologiche e, purtroppo, non se ne può parlare in uno spazio di 1500 caratteri.
Quanto alle comunità locali, ne avevamo già discusso. Non è tutto oro quello che luccica. Spesso, nei movimenti del no a tutto si insinua proprio quel razzismo ambientale dei nimby, che pretendono l’eden a casa loro continuando a consumare merci le cui produzioni riversano sui paesi più deboli le devastazioni ambientali. In altre parole, quella dei nimby, come tutte le ideologie, è sovrastruttura sottesa da una struttura economica che si basa sullo sfruttamento dei paesi poveri (o meglio impoveriti dal capitalismo finanziario, ancor più che dal vecchio colonialismo delle cannoniere) e noi stiamo dalla parte dei ricchi (almeno per ora). Quanto alle finanziarie che stanno dietro le varie Energo Green, non hanno perso la ragione, e men che mai sono affette da “veterocolonialismo”, semplicemente possono permettersi questa arroganza, perché – nella miglior tradizione della P3 – hanno come complice la Regione (purtroppo) Autonoma della Sardegna.

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