Commenti a: Tra l’Arcadia e il kitsch, dalla Carlo Felice al West https://www.manifestosardo.org/tra-l%e2%80%99arcadia-e-il-kitsch-dalla-carlo-felice-al-west/ Politica e cultura in Sardegna Tue, 11 Sep 2007 21:46:39 +0000 hourly 1 Di: Bastiana Madau https://www.manifestosardo.org/tra-l%e2%80%99arcadia-e-il-kitsch-dalla-carlo-felice-al-west/comment-page-1/#comment-14 Tue, 08 May 2007 10:36:28 +0000 http://www.manifestosardo.org/?p=28#comment-14 A proposito del “poco letto” – ancora attuale – o inattuale? punti di vista… – libro di Gino Satta citato da Sante Maurizi, rinvio alla recensione a suo tempo pubblicata nel mensile diretto da Giacomo Mameli, Sardinews, che ancora trovi nell’archivio on line
http://sardinews.it/6_01/13.html

Uno stralcio:
Turisti a Orgosolo. La Sardegna pastorale come attrazione turistica (Liguori, 2001) è il titolo del rapporto finale di una ricerca condotta sul campo a Orgosolo dall’antropologo Gino Satta, in tredici mesi a cavallo tra il ’95, il ’96 e con un’appendice nell’aprile del ’98. Il saggio propone un’analisi del turismo etnico, fenomeno che – come spiega l’autore nella prefazione – si presenta ai limiti dell’antropologia, una scienza che tradizionalmente privilegia ambiti di interazione e produzione umana dove tutto si presume sia ancora autentico, isolato e dunque esente da contaminazioni. In gioco qui sono invece i temi dell’interazione esterno (turisti) interno (nativi), così come si presentano nella concretezza dell’oggi. Satta ci racconta quindi dell’origine e dell’evoluzione della domanda turistica nelle zone dell’interno dell’isola a carattere pastorale, la risposta che a questa domanda danno i nativi, anche in rapporto a sé, alla propria identità, o al modo in cui la si percepisce nel momento in cui essa viene “organizzata” per esibirla all’altro in una sorta di autorappresentazione. E dove l’altro, nello specifico, è un consumatore mordi e fuggi che sostanzialmente fruisce di un set predisposto dai tour-operators locali, attraverso il pranzo con i pastori. In 224 pagine e otto capitoli si snodano situazioni diverse e tutte pertinenti al tema centrale: dalla descrizione di una giornata tipica nella ‘vera Sardegna’ – così come recitano anche i depliants istituzionali – luogo di vita dei pastori e di attrazione per turisti e antropologi, alla descrizione degli spuntini e pranzi con i pastori; dall’analisi della costruzione di un pranzo tipico a quella delle strategie dell’ospitalità; per concludere con un ultimo capitolo nel quale si analizza quello che Gino Satta, parafrasando Shopenhauer, chiama ‘il mondo dei pastori come rappresentazione’…” …

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