Buon anno

1 Gennaio 2013
Marco Ligas
Il numero odierno è il primo del 2013. Com’è consuetudine, e senza retorica, facciamo gli auguri ai nostri lettori: che il nuovo anno garantisca migliori condizioni di vita a tutti, soprattutto a coloro che sono stati privati del lavoro, a chi ancora non è riuscito a trovarlo, a chi viene messo ai margini della società e perciò privato dei diritti.
Facciamo gli auguri consapevoli che il futuro non si presenta di per sé incoraggiante, siamo reduci da un anno molto duro che ha accentuato le disuguaglianze sociali; tuttavia siamo convinti che le cose potranno cambiare in meglio se assumeremo un atteggiamento meno attendista, più propositivo e più vigile nei luoghi dove si svolgono le nostre attività.
Dobbiamo stare attenti quando deleghiamo qualcuno a rappresentarci nelle tutela dei nostri diritti, e dobbiamo imparare a togliergli la delega quando questa viene usata per interessi che non sono propri della comunità delegante.
Dobbiamo imparare ad essere critici anche nei confronti delle associazioni o formazioni politiche che riteniamo a noi vicine; sollecitarle a modificare, quando necessario, i percorsi tradizionali di lotta politica o sindacale se questi risultano inefficaci, o peggio dannosi. Così come non dobbiamo considerare verità immodificabili alcune pseudo analisi semplicemente perché sostenute da maggioranze per niente disinteressate.
Non è vero, per esempio, che in questo momento difficile per il paese non sia possibile investire per creare lavoro. Viene detto che la dimensione del debito pubblico è tale da non consentire incrementi di spesa. Allora perché vengono aumentate e si raddoppiano le spese militari quando sarebbe più logico, oltre che più utile per i tanti disoccupati, dar vita ad un piano per il lavoro attraverso la realizzazione di un programma di opere pubbliche veramente utili per la comunità? In Sardegna ci sarebbe un forte bisogno di interventi di questa natura.
Gli investimenti potrebbero essere possibili attraverso una diversa politica fiscale, più incisiva sui redditi elevati, sui patrimoni e sulle rendite finanziarie e più severa nel contrastare la piaga delle evasioni.
Le stesse spese pubbliche attualmente previste (come la Tav o il ponte sullo stretto di Messina) non presentano quel carattere di urgenza e di utilità sociale che viene ripetutamente ribadita, più realisticamente rispondono agli interessi dei grandi gruppi finanziari, pronti ad accaparrarsi i proventi delle speculazioni.
E che dire ancora delle scelte effettuate per il risanamento del debito pubblico? Non si possono ridurre in povertà milioni di cittadini praticando tagli di spesa che non consentono neppure il pagamento degli interessi causati dal debito. Qualsiasi governo non offuscato dalla ideologia neoliberista non rinuncerebbe alla rinegoziazione del debito e delle normative europee che stanno producendo effetti devastanti nell’economia di tanti paesi. Solo chi mette al primo posto gli interessi dei grandi gruppi finanziari può agire così come ha fatto il nostro governo.
Bastano questi pochi esempi per dire che è possibile cambiare.
Buon anno dunque e più partecipazione da parte nostra.

5 Commenti a “Buon anno”

  1. Annalisa Chessa scrive:

    Buon Anno Manifesto Sardo.

  2. circolo de il manifesto bologna scrive:

    A il manifesto sardo ed a tutti i suoi lettori un grande augurio di un anno di amore e di lotta.
    Hasta siempre

  3. Gianni Loy scrive:

    Buon anno.

  4. Gianni Loy scrive:

    In quest’ultimo scorcio d’anno, neppure il venditore di almanacchi si è fatto
    sentire! Ma verrà, foss’anche all’ultimo minuto, per offrirci una almanacco
    nuovo. Per assicurarci che il prossimo anno sarà felice. Magari ci convincerà, continueremo ad aggrapparci ad una speranza Compreremo l’almanacco, consapevoli del fatto che dal lato della ragione non abbiamo molto da rallegrarci. Ma speriamo! Anzi, continuiamo a sperare, senza confondere l’arte della speranza con l’arte della previsione. La vera speranza, per citare un profeta di questo secolo è quella che esercitiamo “contro ogni speranza”. Non rassegnazione, non un’ultima dea, non facile illusione, non incoscienza. Entreremo consapevoli anche nel 2013, settant’anni dopo i bombardamenti della città di Cagliari, senza lasciarci niente alle spalle. Non serve fingere: anche tutte le disgrazie dell’anno passato entreranno, assieme a noi, nella speranza che abbiamo il dovere di assegnare al futuro. Un acino per ogni rintocco. Perdonatemi per gli alti e bassi, per quanto ho fatto mancare la mia collaborazione. Buon anno!

  5. Gavino Dettori scrive:

    Auguri di LAVORO per TUTTI

    SU TRIBALLU CHERIMUS
    1) Su triballu lu cherimus,
    su triballu a l’rventare.
    Su triballu ja l’ischimus,
    nos servidi pro campare.

    2)Su triballu lu partimus,
    pro tottu triballare.
    Su triballu est libertade,
    pro s’omine est dignidade.

    3) Nessunu est su padronu de su triballu,
    su triballu rispetta sa natura.
    Chenza triballu, sa vida ite tristura !
    in sa comunidade b’ada irballu.

    4) In sa globalidade, a su trballu,
    su mercadu li faghede pagura.

    5) Si s’omine che mertze lu endhimus,
    moridi sa tzivilidade ja l’ischimus.

    Gavino Dettori

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