Minima 2.

16 Febbraio 2008

hikikomori
Costantino Cossu

Si intitola “Non voglio più vivere alla luce del sole” ed è un saggio inchiesta firmato da un sociologo che insegna a Berkeley, Michel Zielenziger (Elliot Editore, 410 pagine, 22,00 euro). Zielenziger descrivere una sindrome che in Giappone hanno chiamato “hikikomori”, che significa confinato. I ragazzi che ne vengono colpiti si barricano nelle loro camere e non ne escono per mesi o anni: abbandonano gli studi regolari, navigano e giocano on line, guadagnano magari qualcosa con lavoretti via Web, nutrendosi di cibo pessimo ordinato su Internet, o lasciandosi morire di fame. Accade non solo in Giappone, ma anche nei paesi scandinavi. Lì la sindrome si chiama “shut up”, chiuso dentro. E’ una specie di anoressia sociale. Si abbassano gli istinti vitali e in molti casi è come un lento suicidio, anche se spesso si tende a negare tutto, come ha constatato Zielengiger, che ha incontrato molti dei giovani affetti dalla sindrome, loro famigliari, psicologi e medici.

Una generazione che rinuncia a vivere. Il virtuale che assorbe in sé un’esistenza sino a cancellarla. Non le tecnologie, ma il loro uso sociale; così come non il lavoro, ma i rapporti sociali che lo spossessano di ogni relazione con la vita. L’inautenticità pienamente realizzata, finalmente volta, senza mediazioni, al suo scopo: la morte.

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