Breve riflessione sull’omosessualità e dintorni

1 Aprile 2015
bandiera-gay
Giulio Angioni

Il Novecento (e oltre) può anche vedersi come il secolo in cui, specie in Occidente, si sono più rapidamente, forse anche più profondamente, ridefiniti e rivalutati i ruoli sessuali, e in cui di conseguenza si è ristrutturata la famiglia, la parentela, la morale sessuale. Non sembra sbagliare molto chi ne vede una ragione fondante nella forma di produzione, industriale e postindustriale, dove i modi e i rapporti di lavoro mettono sempre più in crisi, rendendola una pretesa disfunzionale, la supremazia maschile plurimillenaria delle società agricole e prima ancora di caccia e raccolta. Negli ultimi decenni la ridefinizione dei ruoli sessuali e di parentela sta avendo un’accelerazione mai vista e del tutto imprevista anche per la novità che la procreazione umana oggi e solo oggi può prescindere dall’accoppiamento bisessuale. Paradossalmente, nel rapporto tra i sessi la ricerca della sessualità senza riproduzione, che almeno in Occidente e per il cristianesimo è problematica da millenni, può e deve fare i conti con l’inaspettata novità della riproduzione senza sesso, presente del resto in certe religioni, come anche il cristianesimo.
Non si possono non prendere in seria considerazione fenomeni come questi per comprendere ciò che sta succedendo in questi anni all’omosessualità e dintorni, col mutamento profondo degli atteggiamenti nei suoi confronti, del suo ruolo, della sua stessa esistenza, che non può più non essere regolata da usi e da leggi nuove, prima di tutto non soltanto sanzionatorie e demonizzanti, come quelle che si sono avute specie nell’occidente giudaico-cristiano negli ultimi due millenni, ma che anche in ambito religioso stanno rapidamente venendo meno, o comunque mutando di atteggiamento. Questo tra l’altro mostra oggi l’attenzione con cui anche molti di quei cristiani che negano diritti come quello della genitorialità omossessuale non considerano più l’omosessualità come peccato o malattia, a lungo punita, persino con la morte. Più in generale ancora, pare che sia ormai senso comune che tende a essere rapidamente maggioritario che i ruoli sessuali non si possano attribuire a mere differenze anatomiche, fisiologiche e psicologiche ritenute innate, ma che si tratti di costrutti culturali continuamente riadattati.
Se la storia dell’Occidente mostra oscillazioni e variazioni nella valutazione dell’omosessualità, mostra anche una forte, e fino a poco tempo fa prevalente, della sua considerazione negativa. È dunque utile, se non necessario, ampliare lo sguardo al resto del mondo e dei modi di vivere umani più o meno conosciuti. E scoprire ben presto la strabiliante varietà di modi e di atteggiamenti verso l’omosessualità. Si tratta di una varietà e di una relatività che obbliga a rifiutare la tendenza etnocentrica, tipica degli occidentali, a confondere non solo i propri modi della sessualità con una presunta natura umana. Il mondo infatti è ed è stato pieno anche di forme di omosessualità ritenute migliori e preferibili all’eterosessualità, per vari motivi, compresi quelli religiosi, dati i molti casi noti di omosessualità rituale, non solo in luoghi per noi esotici come la Nuova Guinea o la Melanesia, o nella Grecia arcaica e classica fino ai nostri tempi. E ancora, non sono pochi i casi di culture in cui l’omosessualità, oppure la bisessualità, specie maschile, è un obbligo sociale o è quanto meno considerata preferibile, specie in certi periodi della vita, come nei casi in cui l’omosessualità o la bisessualità maschile è un mezzo di sviluppo della personalità maschile tipica di una certa società o di una porzione di essa. Ma per restare dalle nostre parti, anche nella cultura sarda tradizionale, specie delle campagne, nonostante l’omofobia altrimenti imperante, gli omosessuali, e le varie altre forme di orientamento sessuale altre dall’eterosessualità maschile-femminile, avevano ruoli previsti non sempre marginali e non sanzionati in negativo.
Anche in questo, paese che vai usanza che trovi, tanto da scoraggiare ogni pretesa di assolutizzazione dei propri modi di vivere e di pensare la sessualità. Tanto più che, quando si tirano un po’ le somme, ci si imbatte nella constatazione che nei confronti dell’omosessualità i vari modi di vita umana variano dall’orrore totale a una altrettanto totale preferenza, passando per un’interminabile quantità e qualità di soluzioni, di adattamenti, di mutazioni.

1 Commento a “Breve riflessione sull’omosessualità e dintorni”

  1. Carsio scrive:

    Credo non sia sbagliato cominciare a riconsiderare l’omosessualità come uno status normale all’interno del nostro meccanismo educativo. La storia ce lo insegna, molte popolazioni a noi estranee ce lo insegnano e anche il mondo animale ce lo insegna. Insomma sembra tutto il frutto del nostro pregiudizio acquisito e niente di più. Oggi abbiamo l’ ostentazione dell’ immagine femminile che sovrasta quella maschile in ogni settore, dalle escort Savona di torchemada.net alle escort Savona in bakecaincontrii.com è tutto molto chiaro, inconfondibile, la figura femminile deve primeggiare come rappresentazione dell’offerta che risponde alla domanda dell’uomo.

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