Collegare la produzione con la sostenibilità ambientale

1 Marzo 2017
Mariano Carboni

Pubblichiamo il commento di Mariano Carboni all’articolo di Marco Ligas Lavoro e salvaguardia del territorio: obiettivi da non separare. (Red)

Caro Marco,

ho letto con grande attenzione l’articolo sul lavoro e sulla salvaguardia del territorio, nel Basso Sulcis, ed è per questo che mi permetto di esprimere alcune considerazione, con mente aperta e con disponibilità al confronto. Nel tuo articolo emerge con chiarezza, il profondo rispetto nei confronti dei Dipendenti dell’Eurallumina, dell’Alcoa, della Filiera Produttiva e della catena dell’Appalto, che sarebbero le prime vittime dell’inquinamento ambientale, dell’inadeguatezza della classe dirigente e delle scelte fallimentari delle multinazionali, che fanno i soldi a palate, distruggono il territorio ed abbandonano il campo, senza pagare dazio. Partirei da qui per proporre una prima riflessione, perché i dipendenti di queste aziende, sono gente normale e persone per bene, che hanno a cuore il tema del territorio, della salubrità delle persone, dello stato di salute dei propri figli e che avrebbero accettato di buon grado, senza colpo ferire, una proposta di lavoro ” alternativa equivalente “. La verità è che l’Eurallumina è ferma dal lontano 2009, la decisione di chiudere l’Alcoa è stata presa nel 2010 ( azienda ferma dal 2012 ) ed a distanza di tanto tempo, tutte queste persone normali e per bene, hanno dovuto fare i conti con la disoccupazione, transitando attraverso gli strumenti di ammortizzazione sociale, senza che arrivassero proposte di lavoro alternative, senza utilizzare il “sostantivo equivalenti”. Io credo che non si possa fare a meno di rilevare che siamo in presenza di responsabilità precise. Io per primo, non ho mai messo in discussione l’esigenza di collegare la produzione con la sostenibilità ambientale e nessun “terribile sindacalista” ha espresso considerazioni contrarie all’esigenza dello sviluppo ” immediato “ di attività potenzialmente ubicabili nel Basso Sulcis. Chi ha il compito di pianificare lo sviluppo, di creare le condizioni per attrarre e per rendere competitivi gli investimenti, LO FACCIA! Il problema è che ci sono ritardi enormi! C’è una distanza abissale tra il dire ed il fare! L’analisi dei dati, anch’essi veritieri, sull’occupazione e sul progressivo livello d’impoverimento, evidenzia una notevole distanza tra la teoria e la pratica. Non è questione di amore nei confronti del processo elettrolitico, delle barre di alluminio e/o della materia prima che si usa per realizzarle, è’ più semplicemente una questione di sopravvivenza! E’ questa la ragione per la quale tutte quelle persone rimangono aggrappate a quelle aziende! Il giorno che sarà concreta l’opportunità di svolgere lavori alternativi, quelle persone per bene, che amano l’ambiente e che tengono alla salute dei propri figli, confermeranno di essere persone normali.

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