Il ducetto, il suo portavoce e gli ignavi

2 Gennaio 2016
klee-21
Marco Ligas

Il nostro Parlamento ha dato il via libera all’uso delle bombe sismiche nei mari della Sardegna. Ha preso questa decisione con un blitz, in seguito all’ennesima imposizione del governo. L’obiettivo non si presta ad ambiguità: cercare il petrolio in casa nostra e sostenere le lobby dei petrolieri. Poco importa che sia stato cancellato il reato penale che non consentiva l’uso delle bombe sismiche nei nostri mari. E ancor meno importano al nostro Presidente del Consiglio le conseguenze disastrose che si verificheranno nell’ambiente marino e terrestre della nostra isola.
Matteo Renzi col passare dei mesi assume un atteggiamento sempre più autoritario e non è arbitrario sostenere che le sue decisioni assomigliano sempre più a quelle di un ducetto. Tutto ciò è il segno di una democrazia malata che non rispetta i valori della partecipazione dei cittadini alle scelte che di volta in volta vengono prese, e non rispetta neppure il diritto.
È grave che Renzi nel portare avanti questa decisione abbia usato il presidente del gruppo parlamentare del suo partito, meglio definirlo il suo portavoce personale, per imporre a tutti i deputati della maggioranza le sue disposizioni. C’è da chiedersi dove stia la dialettica se le procedure del consenso passano attraverso meccanismi tipici di una società che assume i principi del neoliberismo.
Al tempo stesso è paradossale che parlamentari eletti dai cittadini possano accettare queste modalità autoritarie senza alcuna reazione, venendo meno agli impegni assunti durante la campagna elettorale.
Ancora più sconcertante risulta l’atteggiamento dei parlamentari sardi i quali invitati(?) uno per uno a rispettare le decisioni del capo non riescono a far di più se non abbandonare l’aula di Montecitorio al momento del voto.
Non sappiamo come questi ignavi “onorevoli” potranno o vorranno argomentare la loro scelta con gli elettori sardi. Per adesso tacciono.
Si trovano tra l’incudine e il martello: se criticano il governo per la scelta che ha fatto perderanno la fiducia del capo, ma se non spiegano in modo convincente (e quando mai potranno farlo?) ai propri elettori che non sanno tutelare nemmeno gli interessi della Sardegna come potranno essere rieletti?
Il guaio è che il futuro della democrazia nel nostro paese non è per niente tutelato da questa classe dirigente che ha il timore persino di definirsi di centro.
La Giunta regionale sarda non si allontana da queste impostazioni. Sulla vicenda delle bombe sismiche non ha fatto nulla ed è incredibile che un’istituzione regionale non trovi un modo per contrastare l’arroganza del governo centrale che è sempre più lontano dai bisogni dei nostri corregionali.
Ci fermiamo qui e preferiamo augurare a tutti un buon 2016 che, tra le altre cose, ci liberi da queste classi dirigenti che non ci rappresentano.

Paul Klee, Dapprima innalzatosi dal grigiore della notte, 1918

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