Il No costituente della Sardegna

6 Dicembre 2016

Una valanga di No – di Stefano Puddu Crespellani

Red

Una massiccia partecipazione al voto e la più alta affermazione del NO, in percentuale, fra tutte le regioni d’Italia: il 72,22%. Così il popolo sardo ha liquidato l’impresentabile ‘Riforma Costituzionale’ varata dalla cordata Renzi-Boschi-Verdini.

Il Comitato Sardo per il No al Referendum esprime piena soddisfazione per l’esito della consultazione e sottolinea l’efficacia delle centinaia di iniziative indette in tutta l’isola per spiegare perché fosse necessario respingere un progetto che andava ad intaccare pesantemente la democrazia rappresentativa e, soprattutto, i principi di Autonomia Regionale garantiti dalla Costituzione. In prospettiva c’era la realizzazione di un pericoloso neocentralismo con un solo Partito ed un solo Uomo al Comando.

Le tante assemblee, gli incontri, i confronti hanno indotto al ragionamento nel merito dei problemi posti, senza occuparsi di futuri schieramenti, come hanno invece preferito fare tutti i partiti politici scesi in campo. Eppure l’attenzione dei media regionali, come di quelli nazionali, è stata tutta volta a sottolineare soltanto lo scontro politico, ignorando affollatissime assemblee organizzate dal Comitato per il No nelle scuole, nei centri sociali, in locali pubblici.

Si è arrivati anche a nascondere la presenza a Cagliari del Presidente nazionale dell’ANPI, Carlo Smuraglia, uno dei principali protagonisti della lotta contro il progetto di riforma, intorno a cui si sono radunate centinaia di persone appassionate e sostenitrici di un nuovo Patriottismo della Costituzione Quella sciagurata strategia sta continuando.

Le valutazioni sull’esito del Referendum vengono chieste solo agli esponenti politici mentre il Comitato per il No, l’unica organizzazione che si è impegnata costantemente, per mesi, ad illustrare i contenuti dei 47 articoli che si intendevano riformare, viene ancora una volta ignorato.

Così avviene che ora si stia già accantonando la valutazione sulle perniciose conseguenze di una legge elettorale – l’Italicum – che, nonostante sia stata giudicata parzialmente incostituzionale dalla Consulta, viene rilanciata – ad esempio dai Cinque Stelle – come strumento ancora valido per le consultazioni politiche.

Questa legge elettorale è inaccettabile. Il Comitato per il No, vinta la battaglia referendaria, continuerà nel suo impegno per rilanciare la partecipazione popolare alla vita collettiva, così come è avvenuto nei lunghi mesi della campagna referendaria e che nessuno dei partito politici italiani da anni aveva più voluto favorire.

Continueremo a parlare non solo di legge elettorale, ma anche e soprattutto dei tanti problemi che affliggono i sardi: mancanza di lavoro, disoccupazione, paura per il futuro, crescita della povertà. Solo la partecipazione, come ha dimostrato la massiccia affluenza alle urne il 4 dicembre, è l’unica, vera, solida garanzia di libertà e democrazia.

4 Commenti a “Il No costituente della Sardegna”

  1. Andrea Pubusa scrive:

    Cari compagni/e,

    il M5S non è per l’Italicum, ma per quella legge che risulterà a seguito della “manipolazione” della Corte costituzionale, che presumibilmente, annullando il premio di maggioranza, ci darà una legge di tipo proporzionale. I 5 stelle lo chiamano consultellum o legetellum. E seguono questa strada perché vogliono che, col voto, si torni alla normalità costituzionale al più presto contro i pasticci degli altri partiti.
    Su questi temi bisogna essere precisi, intanto perché dobbiamo tutti essere grati al M5S per la battaglia in difesa della Carta. Senza di loro chissà come sarebbe andata. Bisogna riconoscere che il M5S è l’uncio partito costituzionale di massa, essendo il PD un partito eversore della Carta come si è visto nei mesi e nei giorni scorsi.
    Bisognerebbe anche tener conto, nei nostri giudizi, del fatto che i pentastellati sono l’unica forza politica che può battere Renzi e Berlusconi.

  2. Ottavio Olita scrive:

    Il commento era stato scritto quando Beppe Grillo, a botta calda, aveva affermato che bisognava andare al voto immediatamente ‘con la legge esistente’, quindi senza prefigurare alcuna modifica di quell’ignobile ‘Italicum’. Poi sono avvenute le correzioni di tiro, di cui siamo ovviamente soddisfatti. Credo, comunque, che la funzione critica vada esercitata con avversari, amici, alleati, senza distinzione. A maggior ragione verso quei compagni di strada con i quali si sono condivisi importanti percorsi, come quello per il No al Referendum.

  3. efisio erriu scrive:

    Resta da capire perché i cinquestelle non intendano partecipare nemmeno ad una Commissione che si occupi di riscrivere la legge elettorale: è indubbiamente un loro risultato, che la legge debba essere riscritta, ma non possono restare a guardare pure stavolta..

  4. Andrea Pubusa scrive:

    Caro Ottavio, la critica va esercitata verso tutti, ma deve partire da un indefettibile presupposto: le posizioni reali del soggetto criticato. Grillo ha dichiarato di volere l’Italicum nella condizione attuale, ossia di legge al vaglio della Consulta, quindi il testo che risulterà dal giudizio della Corte dopo l’udienza, già da yempo fissata, per fine gennaio. La ragione politica è evidente. Il M5S vuole che si torni al più presto alla normalità costituzionale. con la Camera dei deputati eletta sulla base di una legge conforme alla Carta, posto che ora così non è per la dichiarata illegittimità costituzionale del Porecellum.
    In verità il M5S, contro il porprio interesse immediato, ha presentato nei mesi scorsi una proposta di legge elettorale proporzionale. Ecco perché non partecipa a Commissioni, il cui unico scopo è allungare il brodo per impedirci di tornare al voto a breve.
    Sarebbe ora che il M5S, a sinistra, venisse giudicato per quello che dice e fa e non sulla base dei pregiudizi indotti dai media di regime.

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