Iniziamo a riflettere sulla Grande Guerra?

1 Aprile 2014
herbertsmagondresden
Gianfranca Fois

Siamo al centenario dell’inizio della prima guerra mondiale e mentre in altre parti d’Europa già da un po’ sono iniziate pubblicazioni, mostre, dibattiti, sull’evento in Italia quasi tutto tace.
Va bene che l’Italia è entrata in guerra più tardi nel 1915, ma mi sembra una scusa poco significativa, più significativo sarebbe stato invece organizzarsi e aprire dibattiti pubblici per conoscere e riflettere coinvolgendo strati il più possibile ampi della popolazione. E anche per evitare immagini, ricostruzioni stereotipate o retoriche e indagare invece in modo lucido, razionale e documentato sui vari aspetti della nostra entrata in guerra e del suo svolgimento.
Non mi sembra il caso di ispirarsi, a questo proposito, alla Russia. In Russia infatti precedentemente il ricordo della prima guerra mondiale praticamente sembrava non esistere, ultimamente invece per volontà di Putin in diverse parti del paese vengono scoperte lapidi in onore di generali russi, anche “bianchi”, che guidarono le truppe zariste. E’ in atto quindi una rivalutazione, un uso strumentale, pubblico della storia, i generali ricordati infatti oltre a combattere per la difesa di un impero ormai in disfacimento, portavano avanti idee conservatrici, legate al panslavismo e quindi oggi funzionali ai piani di Putin. E’ stato istituito il Giorno della Memoria che ricorrerà il primo agosto, data di inizio della guerra, e nella collina moscovita Poklonnaja, dove Napoleone aspettò invano che gli venissero consegnate le chiavi della città, verrà inaugurato il monumento ai caduti del 1914-18.
Abbiamo già sperimentato in Italia, in particolar modo durante il fascismo, la strategia monumentale che ha visto la costruzione di monumenti e lapidi, l’intitolazione di parchi e viali che in ogni paese, e spesso anche in scuole o in altri luoghi pubblici, commemoravano i caduti della grande guerra, coinvolgendo così, soprattutto dal punto di vista emozionale, gli Italiani e creando una percezione in chiave retorica e non certo critica del conflitto.
Ben diverso in Francia il rapporto con la memoria. Si è già iniziato con proiezioni, mostre, conferenze, dibattiti che accompagneranno i Francesi per tutto l’anno. Negli anni scorsi il generale Andrè Bach, una volta in pensione, è diventato responsabile del servizio storico dell’esercito di Terra francese, in questo modo ha avuto accesso agli archivi e ha pubblicato un libro esauriente e critico sui soldati fucilati nel corso della Prima guerra. Su un episodio simile aveva indagato Stanley Kubrik nel bellissimo film “Orizzonti di gloria” che ricorda come un generale francese per spingere i suoi uomini, restii, ad un attacco che non aveva alcuna possibilità di successo li fece mitragliare dai loro stessi compagni in una sorta di punizione-esortazione. Sottoposti a processo i soldati che non avevano obbedito furono condannati, sei giustiziati e poi riabilitati nel 1934.
ll film non poté essere proiettato in Francia sino al 1975 ma ebbe difficoltà di distribuzione anche in altri paesi europei per la sua forte carica antimilitarista.
Al libro del generale si ispira la mostra, in questi giorni a Parigi, che mette in evidenza il modo in cui fu gestita durante la guerra la giustizia militare e l’uso strumentale della memoria da parte del potere politico. Inoltre, in modo articolato e molto ricco di documentazione, mette al centro dell’interesse la narrazione delle storie di molti fucilati, in Francia furono 600 mentre altri 1800 furono esiliati o condannati a dure pene detentive.
Sono stati comunque episodi comuni ai diversi eserciti anche se pare che all’Italia tocchi il numero più alto, circa 4.000. Ce ne hanno dato importante testimonianza due scrittori sardi Emilio Lussu, in Un anno sull’altopiano, e Giuseppe Dessy, in Il disertore, dove viene ricostruito anche il sentimento e l’atteggiamento della famiglia e della comunità nei confronti di chi ha disertato.
Dal libro di Lussu Franco Rosi prese lo spunto per il film Uomini contro, film antimilitarista e particolarmente intenso che è difficilissimo, se non impossibile, poter rivedere. Eppure potrebbe essere un buono spunto da cui partire per riflettere sulla stupidità di certi comandi militari e della guerra stessa.
Intanto in Italia, come dicevo, poco si sta facendo. E’ stata di recente inaugurata a Chieti una mostra dal titolo Sironi e la Grande Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai Futuristi a Grosz e Dix, sono stati pubblicati alcuni libri di storici come Emilio Gentile, Mario Isnardi che però difficilmente raggiungeranno il grosso pubblico, mentre Ermanno Olmi ha girato un film sulla vita di trincea. Viene ricostruita una notte del 1917 sull’altopiano di Asiago, poco prima di Caporetto.
Eppure sarebbe importante trovare anche momenti che coinvolgano i paesi che hanno partecipato alla guerra, sia perché è sempre utile confrontarsi e non lasciarsi così travolgere da eventuali sentimenti nazionalistici, sia perché, alla vigilia delle elezioni europee, riflettere sulla storia dell’Europa può aiutare a scegliere in modo più consapevole, sia perché proprio in questi anni assistiamo, impotenti, al conflagrare di problemi che hanno origine dalle decisioni prese nei trattati di pace firmati dopo la fine della dl primo conflitto mondiale.

2 Commenti a “Iniziamo a riflettere sulla Grande Guerra?”

  1. Aldo Palmas scrive:

    Abito dalla nascita in un paese, Sinnai, noto per la sua bella pineta. Pochi sanno che fu impiantata grazie al lavoro dei prigionieri della grande guerra. Sarebbe giusto, in occasione del centenario, ricordare che con le loro fatiche e senza armi hanno contribuito a rendere migliore il mondo.

  2. Fiorenza Serra scrive:

    Non conoscevo lo storico Mario Isnardi. Forse si tratta di un refuso per Mario Isnenghi? In ogni modo consiglio questa interessante intervista a Mario Isnenghi, che merita di essere divulgata per l’occasione. http://www.repubblica.it/cultura/2014/03/10/news/mario_isnenghi_in_questo_centenario_prevale_il_pensiero_unico_il_conflitto_fu_assurdo_ma_non_cos-80651912/

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI