La stabilità dell’arroganza

1 Febbraio 2016
Victor Castillo - Bambini dalle orbite vuote in dipinti socio-politici
Marco Ligas

Le ultime scelte del Governo Renzi non suggeriscono previsioni ottimistiche sul futuro del nostro Paese e della nostra regione. Sono molteplici le decisioni di questo esecutivo destinate a peggiorare le condizioni di vita di milioni di persone. È persino difficile stabilire  classifiche tra queste scelte; non a caso molti si chiedono se siano più gravi i provvedimenti che riguardano più direttamente i temi della riforma costituzionale, e dunque della partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese, o gli altri altrettanto importanti ma più immediati relativi al lavoro, alla disoccupazione e alla povertà di tanti cittadini.

Come non sottolineare comunque che nessuna riforma del lavoro, dal jobs act alla “buona scuola”, ha risolto i problemi della disoccupazione e della precarietà che nel nostro Paese continuano ad essere considerevoli, fra le più alte d’Europa? In realtà, in tutti questi anni non c’è stata un’adeguata attenzione nei confronti delle condizioni di vita dei lavoratori e dei loro diritti. Anche i problemi della sicurezza degli impianti produttivi e la stessa tutela dell’ambiente nelle zone industriali più esposte al rischio dell’inquinamento sono rimasti semplici enunciazioni di principio, a volte considerati persino con fastidio. In Sardegna abbiamo diversi esempi che confermano il disinteresse di chi governa.

Purtroppo da un governo che col passare del tempo ha consolidato la politica delle privatizzazioni era naturale aspettarsi un intervento a favore dei modelli aziendalisti anche nell’ambito della Sanità. E questo processo verosimilmente si verificherà anche nel nostro Paese. Non poteva perciò mancare la decisione, presentata con disinvoltura e irresponsabilità, sulla razionalizzazione degli esami medici per evitare gli sprechi! Il significato deridente di questa espressione ha un solo scopo: nascondere il senso reale delle scelte fatte a danno di tanti pazienti, costretti a rinunciare alle cure di cui hanno bisogno perché molte analisi, a causa dei costi proibitivi,  saranno escluse dal servizio pubblico.

Si potrebbe parlare a lungo delle inadempienze di questo Governo ma il risultato non modificherebbe il giudizio sulla sua inaffidabilità e sulla inadeguatezza delle risposte date ai tanti cittadini, soprattutto a quelli che sempre più numerosi si avvicinano alla soglia della povertà.

È perciò grave che nel corso di questa crisi l’esecutivo cerchi una legittimità attraverso la modifica della Costituzione. Le ragioni del suo stravolgimento vengono motivate in nome della governabilità e della stabilità. In realtà l’obiettivo fondamentale è un altro: arrivare ad un esecutivo che possa decidere su tutto, senza gli intralci di un sistema democratico capace di controllare le scelte ed eventualmente modificarle o respingerle. Chi si appresta a realizzare riforme di questa portata non mostra alcuna sensibilità nei confronti dei principi fondamentali di un sistema democratico basato sulla rappresentanza e la partecipazione di tutti i cittadini alle scelte del paese.

Se pure è vero che le due Camere sinora hanno avuto poteri che si sovrapponevano, c’è da chiedersi quale riforma del Senato possa risolvere questa anomalia. Sarà sufficiente quella che non consentirà più al Senato di votare la fiducia ai governi in carica o risulterà fondamentale l’elezione indiretta dei senatori attraverso il passaggio nei Consigli regionali?

E quali saranno i contrappesi che eviteranno al governo una gestione autoritaria senza che debba rispondere del suo operato? C’è un elemento aggiuntivo che noi sardi non dovremmo sottovalutare; è vero che il Senato, ove venisse confermata la riforma col referendum, avrà meno poteri ma la sua funzione principale diventerà quella di “raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”, cioè regioni e comuni. Non credo che dovremmo sentirci garantiti da una legge come questa; conosciamo sin troppo l’atteggiamento accentratore del governo e sappiamo che anziché favorire l’autonomia delle regioni ne limiterà i poteri.

Recentemente abbiamo subito le conseguenze di un’iniziativa gravissima imposta dal governo su decisione della Nato: la messa in scena nei territori della nostra isola di una esercitazione militare in disprezzo della nostra libertà. I cittadini che l’hanno contestata hanno subito le manganellate delle forze dell’ordine, naturalmente in nome della stabilità dell’arroganza. Ancora una volta dovremmo dunque difenderci da queste ingerenze, naturalmente sarebbe preferibile avere il sostegno delle istituzioni locali, non sempre disponibili a lottare insieme ai cittadini sardi.

 

Nell’immagine: Victor Castillo – Bambini dalle orbite vuote in dipinti socio-politici

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