Così si predica il falso laicismo

16 Ottobre 2007

Veronica Marongiu

Mentre il Governo di centro sinistra dorme sulla legge 40, il tribunale civile di Cagliari emana una sentenza a favore della diagnosi pre-impianto. La Cei si scatena. E con essa, tutti i depositari della verità sull’origine della vita e della persona che, per chi ancora non se ne fosse fatta una ragione ( e mi riferisco ai laicisti radicali), iniziano dal momento esatto in cui due gameti si incontrano. Il popolo è stato dispensato, a colpi di pubblicità televisiva finanziata con l’8 per mille, dal comprendere questi alti concetti di bioetica e soprattutto dall’andare a esprimersi al referendum.
Per capire meglio che cosa succede, occorre calarsi nell’esatto periodo storico politico che l’Italia attraversa. Si cambia il significato delle cose in funzione dell’astro nascente: il Pd. Non bastava cancellare la sinistra e parlare di sinistra radicale, ora anche il concetto di laicismo sfuma in quello di laicismo radicale. Così da lasciare spazio a un nuovo concetto di laicismo che laicismo non è. Ricordo brevemente a me stessa che il laicismo sostiene la piena indipendenza del pensiero e dell’azione politica dei cittadini dall’autorità ecclesiastica. La separazione netta tra Stato e Chiesa, anche in ambito legislativo, è separazione netta, punto e basta. Non può esistere una separazione meno netta (laicismo) e una più netta (laicismo radicale). E’ assurdo sostenerlo. A meno che tu non faccia parte del team dei saggi che ha scritto il manifesto del Pd, che vi invito caldamente a rileggere nel passo in cui parla di laicità come riconoscimento della rilevanza nella sfera pubblica, non solo privata, delle religioni. Se riflettiamo sul fatto che la Costituzione italiana, per prima, non pone tutte le religioni sullo stesso piano, ma privilegia quella cattolica, si capisce dove si vuole andare a parare. Ma come si fa a manipolare in questo modo la lingua italiana e a farla franca? Io non lo posso permettere. Il Pd usi un altro termine per indicare la commistione tra chiesa e stato che propaganda nel suo manifesto: dica per esempio che intende rinnovare, rinsaldando i poteri della chiesa ai danni di quelli dello stato, il concordato storico. E non se ne parla più. O meglio, se ne parla chiamando le cose con il loro nome!
Riguardo alla diagnosi pre-impianto, poiché qualcuno doveva pur farlo, qualcuno, dal centro sinistra, ha esternato la necessità di riaprire il dibattito sulla legge 40. In realtà manca totalmente la volontà. Il grande partito unico del futuro, il Pd, ce l’ha nel dna la legge 40. Io per esempio, sono talmente a favore della diagnosi pre-impianto che non la negherei neanche al nascente Pd. E’ a rischio trasmissione gravi malattie genetiche. Anzi, gliela raccomanderei.
Al di là della contrarietà già espressa verso il nuovo concetto di laicità, rilevo, sempre dalla lettura del manifesto del Pd, che la commistione chiesa-stato è a senso unico: le visioni religiose possono influenzare le soluzioni normative applicabili al mondo civile (compreso quello degli atei, per esempio). Ma non vale il contrario. La classe politica si è indebolita al punto tale da non avere alcun potere contrattuale nei confronti del potere ecclesiastico, al quale, evidentemente, riconosce ( o concede?) largo controllo sulle masse. Se il nuovo concetto di laicità fosse equidistante, la nostra brava classe politica, ad esempio, attraverso un’opportuna integrazione della legge, potrebbe riconoscere il diritto ai sacerdoti di sposarsi o di andare a formare delle coppie di fatto (con persone di sesso uguale o diverso a seconda delle tendenze dei singoli). E questo sarebbe già un passo avanti al fine di contrastare la triste pratica ecclesiastica della pedofilia, per esempio. Invece la Chiesa, con tutta la sua prosopopea, da un lato ha la pretesa di insegnare all’umanità peccatrice i fondamenti etici e la tutela dei diritti dell’embrione in quanto persona, dall’altro continua ad affastellare scheletri nell’armadio, dovuti proprio alla sua visione disumana della natura umana. I nostri politici, dal canto loro, amano tanto discettare del diritto dello zigote, considerato embrione, considerato a sua volta persona a tutti gli effetti, in totale armonia con i convincimenti morali religiosi cattolici…
Credo che teoricamente si possa affermare ciò che si vuole: parlare di bioetica, ammettere solo l’esistenza di coppie eterosessuali, pensare che gli uomini che scelgono il sacerdozio siano tutti al di sopra delle tentazioni della carne etc. etc.. Il punto è affrontare le tematiche tenendo conto della nostra condizione di persone, uomini e donne, diversamente fragili. Per quale motivo deve essere la religione cattolica a tracciare, definendola, la natura dell’essere umano? Prodi, una volta, a conclusione del confronto televisivo pre-elettorale con Berlusconi, aveva sorpreso l’Italia con una bella uscita: aveva parlato di diritto alla felicità per gli italiani. Può apparire semplicistico parlare sommariamente di un non meglio definito diritto alla felicità quando si parla di p.m.a. Ma in fondo è anche questo il punto: essere una famiglia normale, desiderare che il proprio figlio nasca sano (non biondo con gli occhi azzurri), poter vedere crescere il proprio bambino sano, sono cose che fanno la felicità delle persone.
La 194 garantisce alla donna il diritto di abortire qualora sussista serio pericolo per la propria salute fisica e psichica. Questo, che può riassumersi più brevemente come l’applicazione del diritto costituzionale della donna alla salute, le viene riconosciuto in una fase avanzata della gravidanza, quando diventa molto più traumatico decidere un’interruzione (fisicamente e psicologicamente per la madre, psicologicamente per il padre), e non viene riconosciuto in fase di analisi pre-impianto.
E’ drammatico! Credo sia giusto che ciascuna coppia sia lasciata libera di decidere in base alle proprie possibilità e agli strumenti psicologici, culturali e sociali di cui può disporre. Le tecniche della procreazione medicalmente assistita devono poter essere accessibili non solo alle coppie sterili, ma anche a quelle a rischio di malattie genetiche ereditarie. E non si tratterebbe di selezione eugenetica alla Hitler, ma di diritto alla salute della donna, riconosciuto dalla Costituzione, o, se ci piace di più, di diritto alla felicità.
…Che ci vogliamo fare? Siamo fatti così in Italia, siamo imperfetti; per esempio, a differenza di Paesi come l’Iran, senz’altro più evoluti sotto l’aspetto dei rapporti stato-religione, noi abbiamo ancora gli omosessuali!

2 Commenti a “Così si predica il falso laicismo”

  1. Gianluca Scroccu scrive:

    Per tornare a discutere sui temi presenti nell’ottimo e puntuale intervento di Veronica Marongiu segnalo che il collettivo “Giustizia e Diritti” di Sinistra Democratica e l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra hanno organizzato per il prossimo 25 ottobre alle ore 17 presso la sala Conferenze del Banco di Sardegna di viale Bonaria a Cagliari un incontro dibattito dal titolo “Legge 40: un dibattito da riaprire” a cui parteciperanno Giovanni Monni, Luig Concas, Laura Pisano, Susanna Marongiu e l’on.le Katia Zanotti.

  2. La 194 per non morire, i consultori per non abortire (2) Pdci e PRC-SE insieme per i diritti della donna « Comunisti italiani - federazione di Cagliari (official site) scrive:

    […] Il tema centrale del discorso è la vita dell’uomo ed il dominio sulla donna sui quali il dominio della Chiesa non vuole ammettere deroghe, interferenze lezioni. Anche la scienza allora diventa blasfema. […]

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