Nuovo trasloco per i Beduini

16 Gennaio 2016
Argenziana
Nicole Argenziana

Quando si parla di beduini oggi si usa spesso la parola “comunità beduine” e non più la tradizionale definizione antropologica di “tribù”. La struttura tribale di questi gruppi sociali si è forzatamente modificata nel corso del secolo passato, a seguito della costituzione dello Stato di Israele e della sua politica di sfollamento, ricollocazione e appropriazione dei territori.

Con la riduzione dei territori e l’impossibilità al movimento le tribù beduine si sono dovute rassegnare alla stanzialità e sono state costrette ad accettare aiuti esterni per sopravvivere. Il meccanismo innescato ha fatto sì che le tribù si siano frastagliate, trasformandosi in comunità spesso di soli membri della famiglia. Le conseguenze più devastanti dell’occupazione militare israeliana sui Beduini si avvertono soprattutto nell’area di Gerusalemme. Attualmente sono circa 2.800 i Beduini stanziati nei pressi della città. Su 18 comunità presenti, l’85% di queste sono composte da rifugiati, il 100% rischia oggi l’espulsione. La loro colpa è quella di trovarsi in una zona di terra destinata a isolare Gerusalemme Est dal resto della Cisgiordania e di spezzare quest’ultima in due e con essa la continuità territoriale palestinese.

Nonostante nel 2013 le pressioni internazionali avessero costretto il premier Netanyahu a cancellare tre gare di appalto indette dal Ministry of Housing (MOH) che ricercavano degli architetti per progettare centinaia di unità abitative, il report dell’organizzazione Peace Now dimostra che dal Novembre del 2014 il Ministero ha iniziato a pianificare la costruzione di 8372 unità abitative nella zona E1. L’area è chiamata Bab al-Shams da Beduini e Palestinesi, E1 da israeliani e comunità internazionale. Il bizzarro nome nasce dal fatto che quest’area per Israele è una striscia di terra desertica sulla mappa della colonizzazione di soli 12km2 tra la colonia illegale di Ma’le Adumim e Gerusalemme.

La zona si trova in Area C e rientra nel pieno controllo israeliano per quanto riguarda sia l’amministrazione sia la sicurezza. Il governo di Israele vuole costruire su questo territorio non solo delle unità abitative ma anche 2’000 Hotel creando una grande zona industriale e delle aree commerciali. L’obiettivo è quello di espandere la colonia illegale di Ma’le Adumin e connetterla a Gerusalemme creando un corridoio tra le due. Israele sostiene che questo piano è anche nell’interesse della comunità beduina poiché verrebbero ricollocati in delle aree urbane che ne garantirebbero uno stile di vita migliore e li eleverebbero dalla condizione di povertà. Israele ha già pianificato la costruzione di due complessi urbani vicino Gerico e nella valle del Giordano.

Nessun Beduino è stato interpellato e cosa queste comunità possano fare in una area urbana resta un mistero. Non in ultimo la struttura sociale beduina mantiene il tratto della netta distinzione tra tribù, o, ad oggi, comunità. La prossimità gli uni agli altri potrebbe comportare degli scontri tra le diverse tribù e fazioni. Ancora più problematico è il ruolo della donna, la quale può interloquire con solo uomini della propria famiglia. Spostare i Beduini in città significherebbe costringere le donne a vivere recluse tra le mura di casa. Il piano E1 rientra in quella cornice di azioni legali mirate a spezzettare la Cisgiordania e a isolarne gli abitanti gli uni dagli altri.

La stessa area E1 è stata sin dall’inizio inserita da Israele in Area C, a totale controllo israeliano, che negli Accordi di Oslo doveva essere una misura temporanea in cui Israele avrebbe dovuto cedere poco alla volta la sovranità al costituendo stato palestinese. Tuttavia, ben lontano dal mollare la presa, Israele è riuscito nel suo grande obiettivo: porre in essere l’annessione di una consistente parte della Cisgiordania e frammentarla come entità territoriale.

Grazie a stratagemmi legali quali la costruzione del muro, la creazione di zone militari chiuse e l’annettere l’area C sotto l’amministrazione delle colonie, Israele espande in libertà la sua sovranità in Cisgiordania. L’inquietante piano E1 non è un caso isolato e fa parte del piano del ‘’Grande Israele’’ in cui non c’è spazio né per i Palestinesi né tanto meno per i Beduini.

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