Perché non si pensa ai ‘fragili’? I miei cattivi pensieri

21 Aprile 2021

[Ottavio Olita]

Diceva l’indimenticabile Giulio Andreotti, vestiti i panni di ‘maestro del pensiero’, che “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Stufo di cercare possibili ragioni, da ‘soggetto fragile’ ho deciso di rendere pubblico il mio ‘pensar male’, sapendo bene che poi non chiederò perdono.

Il ‘pensar male’ è rivolto a più soggetti e per questo ne faccio un’elencazione precisa.

1) Perché – ignorando disposizioni governative – l’assessorato regionale alla sanità ignora (quando scrivo è ancora così) i cittadini affetti da patologie che avrebbero dovuto avere la precedenza, almeno rispetto ai propri coetanei? Problemi organizzativi? Se avessero voluto, dato il lungo tempo di preparazione  per l’inizio delle vaccinazioni, sarebbero riusciti a trovare un sistema. Il cattivo pensiero mi spinge a credere che i ‘fragili’, nelle valutazioni di chi doveva decidere, spaventati dalla propria condizione, avrebbero tutti fatto ricorso ad una conoscenza, ad un amico, a un ‘santo in paradiso’, invece di promuovere un’iniziativa collettiva, ad esempio una ‘class action’, per rivendicare un diritto violato. Così invece di arrabbiarsi contro un sistema che grida vendetta, si sentono grati verso chi (in qualche modo dotato di uno qualunque dei poteri) li ha fatti emergere dal pantano in cui venivano lasciati.

2) Perché la politica, opposizione o qualche partito della maggioranza responsabile, su questa questione non è intervenuta in modo molto più incisivo, sull’esempio di quanto accaduto per il famigerato pranzo di Sardara? Iniziative sporadiche di qualche consigliere regionale più sensibile di altri, qualche urlo in aula, ma nessuna forma collettiva di elencazione delle sofferenze e del disagio di tanti cittadini. Anche lì la strada più semplice da percorrere è quella di consigliare una telefonata amica?

3) Come si fa ad attribuire alla scarsità di vaccini disponibili i ritardi accumulati, quando poi si scopre che ad Oristano, ad esempio (molto probabilmente solo la punta di un enorme iceberg), in almeno cinquanta – facile definirli furbetti, per ignorare i responsabili che vanno perseguiti – hanno impunemente imboccato una scorciatoia senza che ci fosse alcuna urgenza? Chi avrebbe dovuto controllare? Perché tanta connivenza? Mano lava mano?

4) L’ignobile sistema della ’clientela’, antichissimo vizio italico che sembra essere l’erbaccia più difficile da estirpare, ancora una volta sta calpestando i diritti individuali e collettivi. Perché chi ha realmente a cuore la costruzione di una nuova etica del rispetto reciproco, obbligando innanzi tutto le istituzioni a dare l’esempio, non denuncia con forza quel che sta accadendo? Va bene ‘pensar male’, ma non posso immaginare che dietro la rinuncia ad una battaglia di democrazia, per il pieno rispetto della Costituzione, ci siano ancora una volta opportunismi personali o di gruppo.

5) E per finire, vorrei ‘pensar male’ anche di me stesso. Ma proprio non ci riesco. ‘Con tutte le conoscenze che hai maturato in questi anni non trovi nessuno che ti apra la strada per il vaccino’ – mi dice qualche amico affezionato e preoccupato – ‘come hanno fatto e fanno tanti tuoi colleghi?’. Mi guardo allo specchio e alla fine decido che preferisco scrivere per denunciare ed aspettare, piuttosto che diventare anch’io un complice del degrado politico e morale di questo disgraziato Paese.

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