Il nucleare si può evitare?

1 Ottobre 2009

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Marco Ligas

 La scelta del nucleare non solo non tiene conto di una volontà popolare espressa attraverso un referendum ma esclude qualsiasi rassicurazione scientifica che ne garantisca la non pericolosità. Anche sui costi reali e sull’impatto economico di questa iniziativa si mantiene la massima riservatezza nonostante si abbiano sufficienti informazioni che ci dicono quanto sia dispendioso l’impianto di una centrale nucleare e soprattutto di un elettrodotto sottomarino necessario per il trasporto dell’energia prodotta in eccedenza. Tuttavia il nostro governo va dritto per la strada che ha scelto e fra poco comunicherà al paese le località dove intende realizzare le centrali e il deposito delle scorie. Farà questa scelta senza tener conto che la costruzione di questi nuovi impianti aumenterà inevitabilmente la probabilità degli incidenti mentre nessun piano per la sicurezza è stato presentato. Si fa forte del fatto che i siti nucleari sono considerati siti militari e che il controllo del territorio attorno alle centrali implica una diminuzione delle garanzie civili per cui le popolazioni si troveranno nell’impossibilità di avere confermata la sicurezza degli impianti.

Su questi temi abbiamo parlato con Claudia Zuncheddu, consigliera regionale dei Rossomori.

 

Ugo Cappellacci appena eletto governatore ha detto ‘no’ all’ipotesi di una centrale nucleare sul territorio sardo. Nel corso di questi mesi non ha mostrato più la stessa determinazione, perciò è legittimo pensare che la sua opinione possa essere cambiata. Sente le pressioni del Premier? Eppure sarebbe opportuno che i cittadini sardi avessero la conferma del ‘no’ da parte di Cappellacci. Ma la Regione Sardegna non ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il ddl del governo, come hanno fatto altre regioni. Non basta infatti l’odg approvato dal Consiglio che vieta la costruzione di centrali nucleari e lo stoccaggio delle scorie. Come valuti l’atteggiamento della Giunta?

 

Cappellacci, purtroppo per la Sardegna, come presidente non ha alcuna autonomia politica. Voglio ricordare che la coalizione di Centro-Destra sostenuta per la prima volta ufficialmente dal Psd’Az,  ha votato il simbolo “Berlusconi Presidente”, ciò la dice tutta sulla autonomia del presidente Cappellacci, sulla capacità di questa coalizione di rappresentare scelte politiche che non siano la volontà coloniale de “su meri de Arcore” e interessi speculativi (vedi l’edilizia specialmente nel Nord-Est della Sardegna) italiani e internazionali. Sicuramente se sulle “baionette dei militari”, ..scusate per decreto del Presidente del Consiglio o di un “suo ministro” la Sardegna ospiterà  centrali e/o depositi di scorie il corpo del presidente Cappellacci non verrà né calpestato né infilzato. Purtroppo verrà distrutta la fragile economia della nostra terra, la salute del nostro popolo nel nome di qualche posto di lavoro in più.  Il tutto alla faccia dell'”Autonomia” tanto sbandierata dal Centro-Destra e da chi crede, come il Psd’Az, che le destre possano finalmente portare la Sardegna all’indipendenza.  L’unica cosa che essi portato sono “poltrone” e “posti di sottopotere” per i “servi locali” e per gli “ascari”.

 

In queste settimane sempre più insistentemente si ripete che la Sardegna, per le sue caratteristiche geologiche, per la scarsità di popolazione e per la presenza abbondante dell’acqua, risulta molto indicata per ospitare sia le centrali sia il deposito di scorie radioattive. Ritieni che questo martellamento sottenda una decisione favorevole al nucleare che la Giunta si appresta ad assumere?

 

In nome della bassa concentrazione demografica lo Stato italiano ha fatto della Sardegna la pattumiera dei peggiori prodotti di una società ammalata: Poligoni militari, L’industria dei veleni, Centrali nucleari e scorie radioattive, Carceri speciali per detenuti in regime di 41bis (mafia-n’drangheta-camorra). E visto che la concentrazione demografica è bassa, con la Riforma Gelmini si toglie ai giovani sardi il “diritto allo studio” e il “diritto al lavoro” a migliaia di insegnanti, personale scolastico, precari. Tolgono ai sardi i diritti costituzionali: il diritto alla “cultura” e al “lavoro”, senza i quali non si può avere il diritto alla felicità.

 

Ma non è solo Cappellacci a tacere, la stessa opposizione è più che mai silenziosa, comunque non appare abbastanza determinata, come se fosse estranea alle conseguenze di una scelta così devastante. Che cosa succede in Consiglio Regionale, non si dovrebbe essere più decisi, almeno il vostro gruppo, per contrastare questo disegno assurdo che trasformerebbe ulteriormente la nostra isola?

 

Non sono d’accordo, almeno per quanto riguarda il mio gruppo. Certo è che i giornali non scrivono gran parte di ciò che avviene all’interno del Palazzo del Consiglio Regionale. Queste forme di censura e autocensura, di voci dissidenti dai cori, non fanno bene né al giornalismo né alla libertà di stampa e di espressione in Sardegna e in Italia. Su questi falsi pudori e autocensure, e sui “giornali e TV di regime” che fanno di menzogne  verità, si poggia gran parte del potere mediatico e della forza politica di Berlusconi. Il gruppo di cui io faccio parte “Comunisti-La Sinistra-Rossomori” si è distinto nella battaglia in aula e fuori contro le possibilità di insediamento del nucleare nella nostra terra. Non riteniamo che il nucleare sia la risposta al “kilowattore a basso prezzo” tanto meno rappresenti l’energia cosiddetta pulita. Il nucleare compreso quello di ultima generazione è sicuramente un pericolo per la democrazia, la salute e la libertà dei popoli. Anche per le energie bisogna tornare a Su Connottu; ancora una volta, la natura ci è maestra: il sole con il fotovoltaico, il vento, le biomasse sono l’unica prospettiva economica  rispettosa del mondo e dei suoi abitanti e nel tempo sicuramente meno costosa e inesauribile. Ma chiediamoci: per costruire quale sviluppo e quale benessere?

 

Perché il gruppo di cui tu fai parte, non si fa promotore di un’iniziativa che contrasti questo disegno non solo in Aula, ma anche fra la popolazione coinvolgendo le associazioni e coloro che non vogliono trasformare la nostra isola in un deposito di scorie o in un cantiere per le centrali nucleari?

 

Il nostro gruppo “Comunista-La Sinistra-Rossomori” è una forza politica  identitaria, nazionalitaria, di sinistra e indipendentista, e  come tale raccoglie le diversità culturali e politiche della storia progressista e sardista per far sì che diventino “ricchezza”, “patrimonio politico” e “strumento di lotta” per l’emancipazione, l’autodeterminazione e la felicità del popolo sardo. L’ambiente è parte integrante della nostra identità per cui le lotte per la sua difesa anche dal nucleare non si fermeranno.

 

 

 

 

1 Commento a “Il nucleare si può evitare?”

  1. Patrizia Zuncheddu scrive:

    Ci vorrebbero più consiglieri regionali come Claudia! da medico teme che i sardi diventino tutti fosforescenti! è follia pura pensare di poter realizzare le centrali nucleari nella nostra isola …e non solo! Scajola le centrali se le faccia a Auricchio (Im) possibilmente in casa sua!
    Una mamma sarda che pensa al futuro e alla salute non solo di suo figlio ma alla salute di tutti i piccoli!

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