Un’Europa di sorvegliati speciali (2)

1 Giugno 2012

Graziano Pintori

Il pareggio di bilancio necessita di altri marchingegni economici – finanziari, per fare ottenere il massimo positivo al potere bancario che governa l’Europa. Infatti, secondo il piano studiato dall’UE per rimettere in moto l’economia, bisogna sospendere, anche a tempo indeterminato, alcuni diritti acquisiti (lavoro, sanità, istruzione ecc.),  aumentare il profitto  dei privati dilatandone gli interessi (privatizzazioni, esternalizzazioni ecc.). Inoltre, a tutela degli interessi del capitalismo finanziario si istituisce il cosiddetto Trattato di Stabilità: un meccanismo giuridico dell’UE, che ha lo scopo di contenere e correggere l’indebitamento degli stati della zona euro nei limiti del 60% del PIL. L’Italia possiede un debito fra i più alti al mondo: 123%, questa condizione la costringe a immettere quantità di risorse superiori agli altri partner europei, ponendola in una condizione di debolezza nel perseguire un progressivo risanamento economico e sociale. Anzi, il fatto di aver inserito nella Costituzione il pareggio di bilancio, costringe gli italiani a sopportare marce forzate verso il riequilibrio, cioè essere sottoposti  a quei sacrifici di lacrime e sangue per pagare interessi al 6/7% (60/90 miliardi annuali) sui buoni del tesoro, che ovviamente verranno meno alla spesa pubblica, i cui acquirenti sono soprattutto le banche. Agli italiani verranno meno, sempre a causa dei vincoli pretesi e imposti dall’alta finanza europea, le risorse destinate all’obbligo di esborsare  un ventesimo l’anno sull’eccedenza debitoria del 60%, pari a circa 50 miliardi,da prelevare sempre dalle tasse in entrata. Meccanismi che aggravano la recessione, di cui le Regioni, le Province, i Comuni sono buoni testimoni, in quanto sono i primi a doversi confrontare con i cittadini che pagano il peso dei sacrifici sopportando lo smantellamento dei diritti del lavoro e una devastante disoccupazione, un welfare sempre più in liquidazione, nonché i nefasti effetti della privatizzazione dei pubblici servizi. Effetti che rimarcano sempre più le disparità fra i cittadini dell’eurombrello”, che evidenziano molto bene il grande bluff, come in una partita a poker, del parassitismo bancario; il quale stritola lentamente, tra le sue fauci, come mere teorie sociologiche  l’Europa dei diritti e del welfare, l’Europa dei cittadini e della solidarietà fra i popoli. A questo punto è bene ricordare che le banche si reggono sulla fiducia dei cittadini che affidano loro i propri risparmi, e , come tali, dovrebbero essere i migliori fruitori degli utili e degli investimenti che ne derivano. “Banca amica” “La tua banca”, come recitano ossessive pubblicità, nascondono spudoratamente l’agire cinico verso lo sfruttamento degli interessi e degli investimenti  speculativi, per nutrire l’infinita ingordigia del capitale finanziario. I falsi messaggi pubblicitari si guardano bene dal rendere noto che il prestito da 120 miliardi di euro ottenuto dalla BCE sono frutto delle tasse pagate dai cittadini; si guardano bene di informare che questa massa di denaro l’hanno ottenuto al tasso dell1%. Quella pubblicità si guarda bene di far capire che lo stesso denaro viene reso disponibile dalle banche,  dopo essere passati sotto le forche caudine delle garanzie ipotecarie e dopo che i cittadini italiani, prendere o lasciare, accettano tassi di interesse che oscillano tra il 12 e il 14%. Eppure in Italia vige una legge anti usura. Evidentemente questa legge è resa inefficace davanti al superiore interesse di difendere l’Europa del capitale, della burocrazia,della tecnocrazia. Se poi gli italiani sono oppressi dalle tasse, dalla disperazione causata dal lavoro che non c’è, dai suicidi come estremo atto di liberazione dalla umiliazione e dalla miseria, poco importa alla liturgia del potere del mercato, della finanza e del denaro, i quali non conoscono e non vogliono intralci umani, o morali, lungo il cammino della speculazione. Come pure non ha più senso ricordare che gli italiani hanno creato l’Italia con sacrifici anche estremi a partire dalle grandi guerre, compresa quella di Liberazione; poco importa se gli italiani si sono dotati di una democrazia retta da una Costituzione fra le più avanzate del pianeta. Poco importa che gli italiani siano emigrati in tutti gli angoli del mondo, si siano massacrati di lavoro portando l’Italia fra le prime sette nazioni più potenti del mondo. Eppure, eppure… tutto continua a ritorcersi contro questo meraviglioso popolo: sempre più sottomesso e spogliato dei diritti fondamentali, sempre più povero e senza prospettive di vita per il futuro, come i giovani disillusi da una informazione spuria, incompleta e fallace, tale e quale alla classe politica non più in grado di difendere le loro aspettative. Perciò è necessario che la sinistra, con più determinazione, cambi marcia nei confronti del capitalismo e di chi si fa portatore dei suoi interessi, come il governo Monti, l’ABC parlamentare e l’emerito presidente della repubblica, che ha virato la sua cultura e la sua politica verso opposti obiettivi.

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