Come fare il Reddito di Cittadinanza

1 Febbraio 2014
TUTTI
Gianfranco Sabattini

Il sistema di sicurezza sociale attualmente operante secondo modalità diverse nei sistemi industriali moderni è stato realizzato dopo il secondo conflitto mondiale, sulla scia di un patrimonio di idee nate e consolidatesi nel periodo pre-bellico, cioè nella prima metà del secolo XIX; tale patrimonio di idee ha trovato la sua definitiva sistemazione nel contributo teorico di John Maynard Keynes e la loro realizzazione nella innovativa e riformatrice attività politica del barone William Henry Beveridge, celebre per aver redatto nel 1942 un rapporto sulla “sicurezza sociale e i servizi connessi”, dal quale è nato il moderno sistema di sicurezza sociale (welfare State). Il sistema era basato originariamente sulla premessa che l’economia operasse in corrispondenza del pieno impiego, o ad un livello molto prossimo al pieno impiego, cosicché una parte delle contribuzioni produttive della forza lavoro potesse bilanciare le erogazioni previste in suo favore.
Ma il sistema così come era stato concepito è divenuto largamente insufficiente rispetto all’evoluzione successiva della realtà economica e sociale. Ciò perché il welfare State è stato progressivamente esteso per coprire le emergenze conseguenti alla crescente complessità del funzionamento dei sistemi economici; in tal modo, esso è divenuto costoso ed inefficiente a seguito dell’espandersi delle varie forme di sostegno che è stato necessario erogare e dei costi burocratici per le “prove dei mezzi” (le prove cioè di trovarsi realmente in stato di bisogno) alle quali i beneficiari dovevano sottoporsi.
Il fallimento delle riforme e delle integrazioni, cui il sistema di sicurezza sociale è stato sottoposto dopo la sua realizzazione, ha orientato l’analisi economica ad assumere che la sicurezza sociale dovesse avere principalmente lo scopo di assicurare una costante flessibilità del mercato del lavoro e non quella di compensare la crescente insicurezza reddituale delle forza lavoro. Il modo per rendere tra loro compatibili la flessibilità del mercato del lavoro e la sicurezza reddituale individuale, da un lato, e l’efficienza del sistema economico, dall’altro, è stato individuato nell’istituzionalizzazione del reddito di cittadinanza.
Il fine ultimo assegnato a questa forma di reddito è stato quello di riconoscere ad ogni singolo soggetto, in quanto cittadino (o residente), il diritto ad uno standard minimo di vita in presenza di una giustizia distributiva condivisa; sotto il vincolo di poter creare un sistema di sicurezza sociale più efficiente ed ugualitario di quanto non lo fosse il sistema di sicurezza sociale del welfare State.
La maggior flessibilità del mercato del lavoro, coniugata con una maggior sicurezza reddituale sul piano esistenziale ed una maggior equità, deve consentire a tutta la forza lavoro esistente all’interno della “welafre society” fondata sul “RdC”, tra un più alto reddito/maggior lavoro e un più basso reddito/più tempo libero; ciò nella prospettiva che l’effettuazione di questa scelta concorra a cambiare in positivo la percezione che la stessa forza lavoro ha sempre avuto tradizionalmente del lavoro e della disoccupazione. Ancora, un sistema di sicurezza sociale fondato sull’istituzionalizzazione del reddito di cittadinanza deve concorrere a ridurre il bisogno di attuare programmi pubblici volti ad avviare “attività di cantiere”, al solo scopo di creare un alto numero di posti di lavoro fittizi, in quanto la corresponsione di un reddito incondizionato alternativo a quello di mercato deve rendere più responsabile, per coloro che lo percepiscono, la decisione del come impiegare il loro tempo libero. Infine, l’erogazione del reddito di cittadinanza deve contribuire ad incoraggiare la propensione a svolgere un’attività lavorativa per l’autosostentamento; questa propensione, comportando per la forza lavoro un suo minore inserimento nel mercato del lavoro, deve rendere possibile l’innalzamento della qualità e del gradimento del lavoro e quello del contributo della forza lavoro al miglioramento del benessere collettivo.
Per tutte le ragioni esposte, non è possibile introdurre e regolare il reddito di cittadinanza attraverso qualche “riforma di facciata” dell’attuale sistema condizionato di garanzia sociale; esso può essere introdotto e razionalmente regolato solo se si riforma radicalmente nel medio-lungo periodo il welfare State esistente, finalizzando la riforma al perseguimento di altri obiettivi strumentali rispetto all’operatività del reddito di cittadinanza, quali quelli connessi al controllo degli esiti negativi sull’ambiente di una crescita continua e quelli connessi all’individuazione di una “banda di contenimento” delle disuguaglianze distributive, compresa tra il livello del reddito di cittadinanza, inteso come “reddito minimo” garantito a tutti, e un “tetto massimo” per i salari più alti.

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